Italia: l’agenda politica del 2017
30 Dicembre 2016
I principali appuntamenti politici del nuovo anno, dalla decisione sull’Italicum al Congresso del Pd
Se un anno fa ci fossimo chiesti cosa avrebbe significato il 2016 per la politica italiana la risposta non sarebbe stata troppo difficile. Quello che sta per terminare già si prefigurava come l’anno della verità per Matteo Renzi, con il futuro del suo governo, così come quello della sua carriera politica, legati pericolosamente (possiamo dirlo col senno del poi) al risultato delle amministrative. E soprattutto – ovviamente – a quello del referendum costituzionale.
Cosa ci aspetta dunque nell’anno che sta per cominciare? Questo è difficile da dire, oltre che a essere un’operazione rischiosa e forse anche di poca utilità. Alzi la mano chi a quel tempo avrebbe immaginato – sondaggi alla mano e captando il clima politico generale – gli stravolgimenti che avrebbero caratterizzato i dodici mesi a venire: tra il Movimento 5 Stelle alla guida di Roma e Torino fino alle dimissioni dell’ex premier post-referendum qui da noi, e gli shock alle urne britanniche e statunitensi, alcuni hanno indicato il 2016 come un anno di svolta per la politica internazionale.
Quello che però si può fare, mantenendo il focus solo sulle vicende italiane, è segnarsi quelle tappe obbligate della vita istituzionale che in modi più o meno incisivi andranno a caratterizzare il 2017, con l’eco di quanto avvenuto negli ultimi mesi che ancora si farà sentire.
Dall’1 gennaio l’Italia servirà come membro non permanente del Consiglio di Sicurezza Onu. Il seggio – assegnato su base biennale – sarà occupato dall’Italia solo per il 2017, essendosi il nostro Ministero degli Esteri accordato col proprio omologo olandese al fine di spartirsi equamente il periodo di servizio presso l’organo delle Nazioni Unite. Un seggio in Consiglio di Sicurezza diviso tra due paesi è un’evenienza rarissima: è successo la prima volta nel 1955 con Jugoslavia e Filippine e pochissime altre.
Il 24 gennaio gli occhi di tutta la politica italiana saranno puntati sulla Corte Costituzionale. In questa data, infatti, i giudici della Consulta si pronunceranno sull’incostituzionalità dell’Italicum, concentrandosi in particolare sul premio di maggioranza, il ballottaggio e le candidature plurime. In seguito all’epilogo dell’esperienza di governo renziana, la questione relativa alla legge elettorale è diventata il vero campo di battaglia per quelle forze politiche che – chi prima e chi dopo – vogliono andare ad elezioni sfruttando il trend del momento e con il sistema di ripartizione dei seggi in parlamento a loro più conveniente.
In seguito alla pronuncia della Corte Costituzionale dovrebbe iniziare l’iter che porterà a un’eventuale nuova legge elettorale. Su questa base si inizierà a parlare dell’inevitabile e fondamentale appuntamento alle urne, la cui data è ancora ben lontana dall’essere definita ma che quasi certamente rientrerà nel prossimo anno solare.