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La parola “other” diventa anche un verbo: segno della spaccatura della società americana

12 Novembre 2016

La lingua, in quanto fatto sociale, è anche traduzione delle dinamiche di un mondo. Ciò che è diverso lo è perché lo viene fatto diventare. In altre parole, “other” non è solo un modo per definire, è anche un modo per escludere


Che la lingua inglese sia mobile, in continuo cambiamento, non è una più una novità per nessuno: vecchie parole muoiono, nuove parole nascono. Insieme, anche quelle che sono ancora in vita sono costrette, ogni tanto, a cambiare le loro funzioni. Un esempio? Other.

Other è, come è noto, un aggettivo. E vuol dire “altro”, “diverso”. È usato anche come avverbio, qualche volta, e – udite udite – sta diventando sempre di più anche un verbo. Tutto merito dell’estrema plasticità della lingua inglese, come spiega il sito Merriam-Webster.

Ecco alcuni esempi tratti da diversi media nazionali americani:

You go in and don’t have to go some dark, scary corner for the plus-size section. It can make you feel like you’re not being othered and dehumanized, da: Detroit Free Press, 2 novembre 2016.

Oppure:

He later amended that specific law, but that didn’t take away from his long record of othering the [gay] community, such as in 2006 when he said gay coupling would cause “societal collapse”, da: Huffington Post, 5 ottobre, 2016.

E ancora:

Immigration has been a hot-button topic throughout this election cycle, and an unfair portrayal of the immigrants in the country has surfaced. They have even been othered by some candidates, which is unfair considering they are a vital part of this nation we all call home. Iowa State Daily, 19 ottobre 2016.

Othering, Othered, Other: è una parola che traduce un atteggiamento, un trend sociologico. Alla lettera, significa “rendere altro”, cioè diverso (lo si potrebbe tradurre con “alterato”, se “alterato” in italiano non volesse già dire qualcosa di molto diverso). È un procedimento molto comune nella società iper-competitiva ed esclusiva degli americani: trattare una cultura, o sottocultura, o un gruppo più o meno definito come diverso e comunque distaccato. È un modo più accentuato di dire “noi” e “loro”, o di usare il termine “barbari” come facevano i greci, e spaccare – insomma – il Paese.

E visto quello che sta succedendo, non sembra che esistano molti modi per contrastare la otherness, o l’othering process.