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Precedente agli dei – una poesia di Silvio Talamo

Di Silvio Talamo, ottobre 2016



Precedente agli dei, il tuo guardare,
lì dove ora la storia è nuda e scopre,
sulla terra che brucia, ti sei alzato
antico, in un istante aperto come
una porta sul tempo, una chiatta
sul flusso senza vele, a luce tenue,
quando solo il divino, nel silenzio
percepito – al riparo dallo specchio –
esiste e non le chiese, non i libri
e a parlare era il canto, a cantare
il corpo, a cibarsi ogni pianeta
attraverso la bocca tua affamata,
osservasti la forma, comprendendo
il suo mutare in altro, mentre uguale
la casa dove giochi, non svanisce,
si imperla nell’incenso, proteggendo
nel suo profumo i semi, ti nutristi
hai fame, il dono è questo,
un fiume senza foce è sempre mare,
lo sapevi, lo sai perché il tuo sguardo
è un canto, il tuo passo una risposta,
il tuo torace il tempio, uguale al vento
debole, come il chicco piccolo sei
(che dentro ha tutto il resto), mentre l´ombra
ti ascolta e gli elementi, appena complici
suoi, si intrecciano dentro torri, troni
e regge sconosciute all’architetto,
lo vedi e sei futuro, la radice
non vuole alcun martirio, alcuna croce,
muore il despota e tutta la sua corte
cola ora (in quel momento)
oro dal tuo naso,
vino dal costato
e guardi passo passo il tuo destino
che non comanda, esegue la scrittura
del tuo viaggio, che solo andando dice
ed ora certo sai,
ormai hai capito
da quale luogo vieni
e che come una radice è la presenza.

La nostra intervista con Silvio Talamo la trovate qui