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Poesia del giorno. Jaime Saenz

La notte

Che cos’è la notte? – ci si chiede oggi e sempre.
La notte, una rivelazione non rivelata.
Forse un morto possente e tenace,
forse un corpo perduto nella stessa notte.
In realtà, una profondità, uno spazio inimmaginabile.
Una entità tenebrosa e sottile, forse somigliante 
al corpo che ti abita,
e che senza dubbio occulta molte chiavi della notte.

*

Quando penso al mistero della notte, immagino 
il mistero del tuo corpo,
che è solo un modo di essere la notte;
io so davvero che il corpo che ti abita non è altro 
che l’oscurità del tuo corpo; 
e questa oscurità si diffonde sotto il segno della notte.
Nelle infinite concavità del tuo corpo, esistono 
infiniti regni d’oscurità;
ed è qualcosa che chiama alla meditazione. 
Questo corpo, chiuso, segreto e proibito; 
questo corpo straniero e temibile,
e mai presagito né presentito.
Ed è come un bagliore, o come un’ombra:
solo si lascia sentire da lontano, nel recondito, 
e con una solitudine eccessiva, che non ti appartiene.
E solo si lascia sentire con un palpito, con una temperatura, 
e con un dolore che non ti appartiene.

Se qualcosa mi sorprende, è l’immagine che mi immagina, 
nella distanza;
si sente un respiro dentro di me. 
Il corpo respira dentro di me.
L’oscurità mi preoccupa – la notte del corpo mi preoccupa.
Il corpo della notte e la morte del corpo, 
sono cose che mi preoccupano.

*

E io mi chiedo:
Che cos’è il corpo? Io non so se ti sei chiesto 
una volta che cos’è il tuo corpo.
È un frangente grave e difficile.
Io mi sono avvicinato una volta al mio corpo;
e avendo capito che non lo avevo mai visto, 
anche se lo portavo addosso,
gli ho chiesto chi era;
e una voce, nel silenzio, mi ha detto:

Io sono il corpo che ti abita, e sono qui, nell’oscurità, e ti 
dolgo, e ti vivo, e ti muoio.
Ma non sono il tuo corpo. Io sono la notte.