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Caritas: «Povertà assoluta inversamente proporzionale all’età»

17 Ottobre 2016

In Italia si è invertito il vecchio modello secondo cui gli anziani erano più indigenti. Adesso vale il contrario. Al Sud i connazionali assistiti prevalgono sui cittadini stranieri.

Il vecchio modello italiano di povertà, che vedeva gli anziani più indigenti, non è più valido.
Nel 2015 la povertà assoluta risulta inversamente proporzionale all’età, cioè diminuisce all’aumentare di quest’ultima. Il dato è contenuto nel rapporto 2016 della Caritas su povertà ed esclusione sociale, appena pubblicato. La fascia più esposta alla povertà assoluta è quella compresa tra i 18 e i 34 anni, mentre chi sta meglio dal punto di vista economico sono gli ultra 65enni.
GIOVANI PENALIZZATI DALLA CRISI DEL LAVORO. Un ‘risultato’ della persistente crisi del lavoro, che negli anni di recessione ha penalizzato soprattutto i giovani in cerca di occupazione e gli adulti rimasti senza un impiego. A chiedere aiuto ai centri della Caritas sono soprattutto i cittadini stranieri. Ma per la prima volta, nel 2015, al Sud la percentuale di italiani ha superato di gran lunga quella degli immigrati. Se infatti a livello nazionale il peso degli stranieri continua a essere maggioritario (57,2%), nelle regioni meridionali i connazionali assistiti dalla Caritas sono il 66,6% del totale. Per la prima volta, inoltre, risulta esserci una sostanziale parità di genere tra uomini (49,9%) e donne (50,1%), a fronte di una lunga e consolidata prevalenza del genere femminile.
L’ETÀ MEDIA DEGLI ASSISTITI È DI 44 ANNI. L’età media delle persone che si sono rivolte ai centri della Caritas è 44 anni. Tra i beneficiari prevalgono le persone coniugate (47,8%), seguite dai celibi o nubili (26,9%). Il titolo di studio più diffuso è la licenza media inferiore (41,4%); a seguire la licenza elementare (16,8%) e la licenza di scuola media superiore (16,5%). Disoccupati e inoccupati rappresentano insieme il 60,8% del totale. I bisogni più frequenti sono perlopiù di ordine materiale: spiccano i casi di povertà economica (76,9%) e disagio occupazionale (57,2%), ma non mancano i problemi abitativi (25,0%) e familiari (13,0%). E sono frequenti le situazioni in cui si cumulano due o più di queste difficoltà.
FOCUS SU PROFUGHI E RICHIEDENTI ASILO. I profughi e richiedenti asilo che nel 2015 si sono rivolti ai centri della Caritas sono 7.770. Si tratta quasi soltanto di uomini (92,4%), con un’età compresa tra i 18 e i 34 anni (79,2%), provenienti soprattutto dai Paesi africani e dall’Asia centro-meridionale. Alcuni di loro sono analfabeti (26%) o di modesta scolarità (licenza elementare 16,5%, licenza di scuola media inferiore 22,8%). In termini di bisogno prevalgono le situazioni di povertà economica (61,2%), ma è alto anche il disagio abitativo, sperimentato da oltre la metà dei profughi intercettati (55,8%). Le loro richieste di aiuto riguardano soprattutto beni e servizi materiali (pasti alle mense, vestiario, prodotti per l’igiene), ma anche l’alloggio.