ALZHEIMER: ECCO “ADUCANUMAB”, IL FARMACO CHE FA SCOMPARIRE LE PLACCHE DAL CERVELLO
2 Settembre 2016
I sintomi diminuiscono nel giro di un anno. E’ uno studio preliminare ma “incoraggiante”
Un farmaco, nei test preliminari sull’uomo, ha mostrato la capacità di diminuire la quantità di placche amiloidi, l’accumulo di proteine nel cervello cheè considerata la causa dell’Alzheimer. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista Nature, secondo cui ci sarebbero nei pazienti anche segni di rallentamento del declino cognitivo. Il farmaco aducanumab, un anticorpo monoclonale che “insegna” al sistema immunitario a riconoscere le placche, è stato testato su un gruppo di 165 persone con Alzheimer moderato, metà delle quali ha ricevuto una infusione settimanale, mentre gli altri hanno avuto un placebo. Chi ha ricevuto il principio attivo ha mostrato una progressiva riduzione delle placche, spiegano gli autori. “Dopo un anno – sottolinea Roger Nitsch dell’università di Zurigo, che definisce i risultati ‘incoraggianti’ – le placche sono quasi completamente scomparse”.
Il morbo di Alzheimer è una forma di demenza irreversibile e progressiva che distrugge lentamente la memoria e le capacità cognitive e, infine, impedisce al paziente di portare a termine persino i compiti più semplici. Nella maggior parte delle persone affette dal morbo di Alzheimer i sintomi compaiono per la prima volta dopo i 60 anni. Esso, è la forma di demenza senile più comune, demenza significa perdita delle capacità cognitive (pensiero, memoria e ragionamento) in misura tale da interferire con la vita e le attività quotidiane della persona: secondo stime recenti in Italia i malati sono circa 520.000 ed i nuovi casi sono stimabili in circa 80.000 all’anno.
La malattia deve il suo nome allo scopritore, un medico che si chiamava Alois Alzheimer, che nel 1906 scoprì dei cambiamenti nel tessuto cerebrale di una donna deceduta per una strana malattia mentale. Tra i suoi sintomi c’erano perdite di memoria, problemi di linguaggio e imprevedibilità del comportamento. A seguito della morte il medico esaminò il suo cervello e scoprì molte macchie anomale (che ora vengono definite placche amiloidi) e grovigli di fibre (ora definiti ammassi neurofibrillari). Le placche e gli ammassi all’interno del cervello sono due delle caratteristiche biologiche del morbo di Alzheimer, la terza caratteristica è la perdita di connessioni tra le cellule nervose (i neuroni) del cervello.
Non si conoscono con esattezza quali siano le cause del morbo di Alzheimer, ma sappiamo che i danni al cervello iniziano a comparire già 10 o 20 anni prima che i sintomi diventino evidenti nel comportamento. Gli ammassi iniziano a svilupparsi in una zona profonda del cervello (la corteccia entorinale), mentre le placche si formano in altre zone. Con la formazione delle placche e degli ammassi i neuroni sani iniziano a perdere efficienza, in seguito cominciano a non funzionare più e a non comunicare più tra di loro ed alla fine muoiono.
Questo processo di degrado si diffonde in una struttura vicina, l’ippocampo, che è necessaria per il processo di memorizzazione. Più i neuroni muoiono, più le zone del cervello colpite iniziano a rimpicciolirsi. Con lo stadio finale del morbo di Alzheimer il danno è diffuso ovunque e il tessuto cerebrale si è ridotto in maniera significativa. La malattia si sviluppa a causa di una complessa catena di eventi che avvengono nel cervello sul lungo periodo, probabilmente le cause sono legate a fattori di ordine genetico, ambientale e riguardanti lo stile di vita. Poiché le informazioni genetiche e lo stile di vita delle persone variano molto, l’importanza di questi fattori per prevenire il morbo di Alzheimer, oppure per rallentarne il decorso, varia da persona a persona.