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Sfidare il web (con un’edicola)Sfidare il web (con un’edicola)

30 Agosto 2016


GENTE NON COMUNE 

Perugia, il gruppo di creativi e reporter: vogliamo guardarci in faccia
I «giornalanti» sono alieni di un mondo possibile, un po’ giornalisti, un po’ edicolanti, artisti, ribelli, creativi insofferenti: difendono la carta, non amano il web e da un paio d’anni vanno controvento sull’asse Milano-Perugia con l’azzardo di un progetto temerario. Quello di una rete umana contro la rete virtuale.

Valentina Montisci, portavoce, reporter, direttore, venditrice occasionale di giornali riassume in poche parole una filosofia che abbraccia un sogno: uscire dal mucchio, essere originali, tornare al dialogo con le persone, restituire al mestiere di scrivere la potenza del contatto umano.

Milano, il quartiere Isola, quello popolare della stecca degli artigiani diventato oggi simbolo della nuova metropoli, ha collaudato la fusione tra uomini dell’informazione in cerca di nuovi stimoli, come Antonio Cipriani, ex Unità ed Epolis e nuove tribu metropolitane alla ricerca di ideali e stili di vita da contrapporre a quelli classici, propagandati via Facebook o Linkedin. Perugia, con il suo alveare di studenti stranieri, è diventata il campo di sperimentazione per Emergenze , rivista trimestrale in carta pregiata, il primo giornale al mondo senza una linea editoriale, titola il numero dell’esordio.

C’è dell’utopia, dell’avanguardia e del coraggio in questa avventura fuori dal comune. Serviva un giornale, e l’hanno fatto. Serviva un’edicola, e l’hanno comprata. Servivano anche soldi, e non ce n’erano tanti. Così la fantasia e la passione di uno di loro, critico d’arte, Antonio Brizioli, si è impennata con un’idea ai limiti del surreale: legare con un filo rosso di quattro chilometri l’intera città.

Racconta Valentina:

«Volevamo che la gente alzasse lo sguardo, volasse alto. E ci siamo riusciti». Spiega Cipriani: «È stato il nostro modo di presentarci e chiedere alle persone di aderire a un progetto antico e nuovo».
Con un modello di autoproduzione: le notizie sulla carta, l’edicola per venderle. Una sola, per ora. Però simbolica.

«La carta è in crisi e noi vogliamo dare un messaggio controcorrente», dice Valentina. La carta è storia, è umanità. «Il web non può cancellare la storia. Internet raggiunge tutti a casa, Emergenze , il nostro giornale, raggiunge i lettori sulla strada. Lo portiamo noi. Lo raccontiamo noi».
Fantasia e passione non trovano subito sponsor per questo progetto: i giornalanti si sacrificano in proprio. Quanto costa un’edicola oggi?, si sono chiesti.

«Chiudono, non le vuole più nessuno. Noi l’abbiamo portata via per diecimila euro. E l’abbiamo fatta rivivere».
C’è della tenerezza quando la tribu di Emergenze , che vuol dire emergere, venire fuori, uscire dal gruppo come Jack Frusciante, parla dell’edicola rinata. «È la nostra finestra sulla città, il luogo dove la gente si ferma e parla, anche senza smartphone».

La fusione tra mondi comunicanti, la parola e il contatto, lo scritto e il parlato, non viene dal niente. Il giornale parlato è una tradizione del Dopoguerra. A Bologna, per esempio, Biagi e Fellini lo improvvisavano in Galleria. E aveva successo. La gente si fermava, chiedeva, passava in edicola.

«E a Milano, o a Roma, non era così con il giornali del pomeriggio? Noi vogliamo ricostruire una relazione, quello che manca oggi è un rapporto diretto tra chi scrive e chi legge. La carta ci offre questa possibilità», racconta Cipriani. E di che cosa parlate? «Raccontiamo noi stessi. Torniamo all’inchiesta. Ci interroghiamo e interroghiamo».
Primo numero, mille copie, a tre euro. Tutte vendute. Così anche il secondo, il terzo, il quarto. Pensavano di non durare tanto. Adesso sono perfino in attivo.

«Con l’edicola abbiamo ripagato i costi. Ci siamo inventati anche una piccola casa editrice». Editoria di nicchia. Con un pensiero critico sul conformismo, che non ci fa guardare lontano.
Il nastro che avvolge Perugia doveva durare tre mesi. È passato più di un anno e la gente si è affezionata.

Guardare in alto è bello. In cielo a volte ci sono anche gli aquiloni.