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L’onore nella cultura turca: Namus e Seref, due volti dello stesso fenomeno

1 Agosto 2016


Gli omicidi d’onore sono atti estremi di
violenza, perpetrati nell’ambito della sfera familiare, che culminano
generalmente con la morte di una donna.
La motivazione alla base dei delitti, si
identifica nella violazione delle
regole culturali e tradizionali che compongono il “codice d’onore” della comunità o della famiglia della vittima. [1]
La cultura turca tradizionale è fortemente
legata al sentimento dell’onore. Esso è un valore di fondo nella vita
dell’individuo ed ancor di più in quella della comunità, la quale ha una
posizione superiore rispetto al singolo, tanto che non si evidenzia l’unicità
di quest’ultimo, ma lo si considera una mera parte del nucleo familiare.
Al fine di comprendere il concetto di onore
nel contesto culturale appena descritto, è utile distinguere il significato del
termine in occidente ed in oriente.
Secondo l’interpretazione occidentale, la parola “onore” deriva dal termine
latino honor, che è associato all’idea di rispetto, stima e prestigio, ed è
connesso alla dignità personale.[2]
L’onore è integrità morale legata alla virtù
e al talento personale[3],
e di per sé ha un significato incompatibile con la violenza e l’omicidio.
Infatti, quando è posta in essere una
violenza in nome dell’onore, essa rappresenta la conseguenza di una condotta
disonorevole, non legata direttamente alla dignità personale, ma, in primis, ad
aspetti di natura sociale. In altre parole, quando l’onore è fonte di violenza,
deve essere interpretato in un’accezione diversa: possiede un aspetto
collettivo e si basa sulla differenza di sesso tra uomini e donne: in
quest’ottica l’onore trascolora e rappresenta la dominanza gerarchica tra gli
individui, simboleggia la proprietà sull’altro e funge da fondamento nella
costruzione dell’identità sessuale.[4]
Nella cultura
orientale
, l’onore è invece considerato in una dimensione più “pura” e
viene dato valore ad ogni azione onorevole dell’individuo. Ognuno deve
impegnarsi nel vivere una vita onorevole e proteggere il proprio nome e quello
della famiglia all’interno della comunità.
L’onore rappresenta lo status sociale ed
simboleggia un patto intangibile tra i cittadini, che, dal punto di vista della
considerazione sociale, li rende uguali tra di loro. Se questa uguaglianza
formale riflette un elemento positivo della costruzione sociale che sta alla
base dell’onore, dall’altra parte però quest’ultimo assume un valore negativo
quando diventa un’ossessione, ossia nel momento in cui viene utilizzato come
metro di giudizio per valutare gli altri individui e i loro comportamenti.[5]
La ricchezza del linguaggio turco testimonia
l’importanza dell’onore e, mediante due concetti diversi, seref e namus,
identifica due volti di uno stesso fenomeno.[6]
Il termine Seref significa prestigio e
reputazione che dipende dal coraggio, dall’onestà, dall’affidabilità e dalla
protezione riservata da una persona nei confronti della famiglia e delle
proprie proprietà, e dal rispetto mostrato dai familiari. Contribuisce
all’aumento del seref l’origine e il successo economico della persona, che non
significa solo svolgere una professione di rispetto e avere un salario elevato,
ma anche essere indipendenti, possedere una terra e avere persone che lavorano
alle proprie dipendenze. Dal punto di vista della vita spirituale, conoscere la
vita del Profeta Maometto, essere capaci di discutere del Corano, citare il
sacro testo e andare in pellegrinaggio alla Mecca sono tutte caratteristiche
determinano profondamente il proprio status e il proprio seref.[7]
L’onore-seref è una componente mutevole
nella vita: diminuisce e aumenta col variare delle azioni e del comportamento
della persona e delle donne della famiglia. Si amplia con azioni di forza e
generosità, e si riduce a causa di atteggiamenti di debolezza.
L’indebolimento del seref comporta
conseguenze sfavorevoli per l’intero nucleo famigliare: esclusione dalle
attività economiche, ovvero minacce e aggressioni, che a volte determinano il
trasferimento dell’intera famiglia in un altro paese. [8]
Come già menzionato, il seref non è l’unico
concetto che descrive la nozione di onore in Turchia: esiste una seconda
concezione più intima e privata : il namus.
La parola namus deriva etimologicamente dal termine greco nomos[9],
rappresenta l’onore sessuale e la purezza femminile ed indica i requisiti fisici e psichici che ogni donna deve avere[10]. Le
componenti essenziali che lo caratterizzano sono la verginità prima del
matrimonio e la fedeltà verso il proprio marito.[11] Ancor
oggi, nei contesti in cui l’onore-namus viene valorizzato, esiste una vera
ossessione al controllo della verginità, che costringe ragazze e donne ad
effettuare test di verginità al fine di accertare che non abbiano già avuto
attività sessuali.
Nel 1993 l’Organizzazione HUMAN RIGHTS
WATCH’S WOMAN’S [12]  ha denunciato il verificarsi di esami
ginecologici non solo su richiesta della famiglia, ma anche
dell’amministrazione scolastica e della polizia, in quest’ultimo caso quando la
donna era stata denunciata per prostituzione o per infedeltà. Spesso le donne
in custodia presso la polizia vengono obbligate a presentare test di verginità,
e se  si rifiutano, a volte, sono vittime
di violenza sessuale o sono costrette con la forza ad eseguirli.
In alcuni ambienti universitari più
conservatori, l’amministrazione ha consigliato alle famiglie di effettuare gli
esami ginecologici quando le studentesse tenevano comportamenti inappropriati
con altri studenti in ambienti non controllati.[13]
Non occorre stabilire un consistente legame
causale tra test di verginità e delitto d’onore; certo tale pratica evidenzia
quanto questo tipo di società sia impregnata sul controllo dell’altro e
sull’ineguaglianza tra uomo e donna[14].
La stretta vigilanza sul comportamento
sessuale deriva dall’idea che la purezza della donna sia la vera icona dell’onore familiare[15]: “il rapporto, tra la donna e la legge morale
sessuale che (in senso letterale) ella incarna, identifica e assimila l’uomo a
cui è congiunta e gli uomini tutti della famiglia”.[16]
Durante il corso della vita le donne hanno
il dovere di proteggere sia il proprio namus sia quello delle parenti legate ad
esse, come le figlie e le nipoti. È così importante da essere considerato una
qualità ereditaria: la vergogna di una madre si trasmette ai figli, ai quali
fin dalla nascita potrebbe essere attribuita la mancanza di onore.
Se il comportamento femminile è giudicato
disonorevole, sia che si abbia la certezza o il mero sospetto dell’azione-causa
della vergogna, esso provoca la perdita di onore della donna e dell’intera
famiglia, che per continuare a vivere nella comunità ha come unica possibilità
la reintegrazione del suo onore.
La rilevanza del namus per la famiglia causa
la sfiducia nelle donne, che nell’ottica tradizionale conduce ad un’intensa
sorveglianza sulla loro sessualità da parte dei parenti, ed inoltre, quando
l’onore viene perso, comporta l’uso della violenza da parte del padre e dei
consanguinei prima del matrimonio, del marito e dei familiari maschi di
quest’ultimo nella vita coniugale ed, eventualmente anche dopo, in caso di
divorzio.[17]La
donna è intesa come una proprietà, scambiata da un soggetto ad un altro.[18]
Il profondo controllo sulla donna porta a
considerare il namus un pesante onere a salvaguardia dell’identità della
famiglia, che solo le donne devono sopportare, in quanto legato al corpo
femminile[19].
In realtà tale riflessione non si reputa totalmente corretta : osservando il
legame parentale in un’ottica più estesa, si comprende che, essendo la condotta
sessuale della donna a rappresentare la famiglia davanti alla comunità, gli
uomini saranno ritenuti persone onorevoli o disonorevoli non solo a seconda
delle proprie azioni, ma persino per quelle delle parenti. Di conseguenza si
ritiene che onore-namus sia posseduto anche dagli uomini e che dipenda dalle
donne.[20]
Honor is the value of a person in his own
eyes, but also in the eyes of his society
[21].
L’onore è un sentimento che si manifesta
nella propria condotta e nella reputazione. È una consapevolezza sia interna
che esterna all’uomo.
Il ripristino dell’immagine familiare può
avvenire con una discussione, attraverso dei confronti verbali, col ripudio
della donna o l’uccisione dell’amante o ancora, con un matrimonio forzato, nei
casi di violenza sessuale, e nelle situazioni più gravi, come l’adulterio[22], mediante aggressioni alla vita o
all’incolumità della donna.
Il namus ha un significato talmente sacro[23]
che non si modifica come il seref durante la vita, la donna lo conserva o lo
perde, non esistono gradazioni.
L’uomo che è legato al namus mediante le
parenti verrà etichettato come soggetto incapace di proteggere la famiglia, se
non deciderà di neutralizzare il disonore arrecato. Gli uomini hanno il compito
di garantire l’integrità delle donne e di difendere il nucleo parentale, perciò
se il capo-famiglia non deciderà di neutralizzare il disonore arrecato, esso si
consoliderà definitivamente.[24]
Lo sgretolamento della figura familiare si
attribuisce quindi in primis alla donna e di riflesso anche sui parenti maschi,
in quanto essi devono comportarsi da uomini onorevoli allo affinché il namus si
mantenga intatto, ossia devono tenere alto il proprio seref e dimostrare
l’importanza del namus mediante la prevenzione contro attacchi all’interno e
all’esterno del nucleo familiare. Il seref è metaforicamente uno scudo che
permette all’uomo di tutelare chi gli sta affianco: se egli dimostra alla
comunità la sua presenza e un forte controllo sulla famiglia, la moglie e le
figlie non saranno mai vittime di aggressioni o protagoniste di vicende
vergognose. Ecco che l’onore-seref diventa un’importante prerequisito al
mantenimento dell’onore-namus: solo una vigilanza attiva e puntigliosa, segno
di un seref solido, è capace di garantire l’integrità dell’onore.[25]I
due concetti che descrivono l’onore si considerano connessi e possono
raffigurarsi come due cerchi distinti e di uguale grandezza, o possono essere
due figure unite, poichè il seref potrebbe contenere il namus: la
rappresentazione scaturisce da un’interpretazione più o meno rigida del nesso
tra l’uomo e il comportamento disonorevole della donna. Una lettura rigida
disegnerà l’onore sessuale come parte integrante della reputazione, del
giudizio di un soggetto su un altro.


[1] MEETEOO, MIRZA, “There is nothing honourable about honor killings”: gender, violence
and the limits of multiculturalism
, in Women’s
studies international forum
, 2007, vol 30, pag 187.
[2] R.DOGAN, Different
cultural understanding of honor that inpire killing: an inquiry into the
defendant’s perspective
, in homicide studies, 2014, vol. 18, 367.
[3] SEV’ER e YURDAKUL, Culture of honor, culture of change, in Violance against the
women,2001, vol 7 no 9, 971.
[4] CORBIN, Between
saviors and savages: the effect of Turkey’s revised penal code on the
transformation of honor killings into honor suicides and why community
discource is necessary for honor crime eradication, in Emory international law
rewiew,2014,  vol. 29, pag 281.
[5] SEV’ER e YURDAKUL, Culture of honor, culture of change, in Violance against the women,
2001, vol 7 no 9, 971-972
[6]
RIONDATO e ALAGNA, Padova University press, Diritto
penale della repubblica di Turchia
, 2012, pag 191.
[7] VAN ECK, Amsterdam
University press,
Purified by blood,
2003, pag 19
[8]
RIONDATO e ALAGNA, Padova University press, Diritto penale della repubblica di
Turchia, 2012, pag 192
[9]
RIONDATO e ALAGNA, Padova University press, Diritto penale della repubblica di
Turchia, 2012, pag 193
[10] SEV’ER e YURDAKUL, Culture of honor, culture of change, in Violance against the women,
2001, vol 7 no 9, 972
[11] VAN ECK, Amsterdam
University press,
Purified by blood,2003,
pag 21
[12] HUMAN RIGHTS WATCH’S WOMAN’S RIGHTS PROJECT, A matter of power: State control of woman’s
virginity in Turkey”,1993.
[13] ZELNICK, Honor
killings : remnants of the past, or consequences of recreating the “other
”?,
in Journal undergraduate anthropology,
2011, pag 5
[14]PERLA, Honor
killings and violence against woman in Turkey,
Bilgy University Press, 2009.; SIRMAN, Kinship, politics and love : honor in post-colonial contexts- the case
of Turkey,
Bilgy University Press, 2004.
[15] BAKER, GREGWARE, CASSIDY, Family killings fields, New Mexico State University, Violance
against woman, 1999, vol.5 n. 2, pag 165.
[16]
RIONDATO e ALAGNA, Padova University press, Diritto
penale della repubblica di Turchia
, 2012, pag 192
[17] SEV’ER e YURDAKUL, Culture of honor, culture of change, in Violance against the women,
2001, vol 7 no 9, pag 973
[18] BOND, Honor
as a property
, Washington and Lee University school of Law, 2012, pag 214.
[19] CORBIN, Between
saviors and savages: the effect of Turkey’s revised penal code on the
transformation of honor killings into honor suicides and why community
discource is necessary for honor crime eradication, in Emory international law
rewiew, vol. 29, pag 281
[20] VAN ECK, Amsterdam
University press,
Purified by blood  2003, pag 22
[21]  VAN ECK,
Amsterdam University press, Purified
by blood, 2003, pag 24
[22]
L’adulterio rappresenta uno dei disonori
maggiori perché viene sporcato con la gravidanza il sangue della famiglia con
sangue estraneo.
RIONDATO e ALAGNA, Padova University press, Diritto penale della repubblica di Turchia,
2012, pag 193.
[23] VAN ECK, Amsterdam
University press, Purified by blood, 203,pag
21.
[24]
RIONDATO e ALAGNA, Padova University press, Diritto
penale della repubblica di Turchia
, 2012, pag 195.
[25]VAN ECK, Amsterdam
University press,
Purified by blood, 2003, pag 22