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L’estensione degli omicidi d’onore in tutto il territorio turco: dalle metropoli alle periferia

di Stefania Arru
1 Agosto 2016



“Turchia, il suo nome era Hacer Felhan e aveva sedici anni quando
è stata uccisa dal fratello. Hacer era nata in una famiglia numerosa, aveva ben
dieci fratelli e viveva un’esistenza triste e cupa a causa delle rigide regole
dei parenti, che sconfinavano nella sottomissione. Furono la radio e la
televisione dei vicini di casa a tentare sempre di più la ragazzina ad una vita
diversa e più colorata, fatta di abiti alla moda, gioielli e di tutto ciò che
il mondo televisivo mostrava.
Nel marzo 1984 le sue amiche le dedicarono
una canzone alla radio, e da qui la storia cambiò drasticamente: la famiglia
concepì il gesto come un’offesa grave al proprio onore. Hacer per paura di
cadere vittima di omicidio, finse un suicidio e scappò nella casa di un’amica,
fino a quando la polizia la trovò e la riportò alla casa di origine, pur
sapendo cosa la ragazza avrebbe rischiato.
Intanto il padre, i fratelli e gli zii si
incontrano e decidono il destino di Hacer: uccisione per mano del fratello di
soli tredici anni.
Il giovane sparò alla sorella nella stanza
in cui era stata segregata. La famiglia spiegò che l’omicidio era l’unica
soluzione per poter continuare a vivere in quella comunità. La pena del giovane
omicida fu ridotta a dieci anni a causa dell’età e della provocazione”.[1]
In Turchia l’omicidio in nome dell’onore
viene inteso generalmente come
femminicidio
, in quanto se da un lato il numero degli uomini assassinati è
molto esiguo dall’altro rappresenta una parte rilevante nel problema della
violenza sulle donne.
In particolare, considerando il periodo di
tempo dal 2009 al 2013, i femminicidi sono stati 802 e le donne che hanno
subito violenza fisica sono state 181.947.
Rispetto ai cinque anni precedenti il tasso
di omicidi è aumentato del 1400%.[2]
Quasi tutti i giorni si registra una violenza o un omicidio di ragazze e donne.
Le fonti sono però limitate alle notizie che
la stampa e i reports delle organizzazioni femministe mostrano. Esiste un
considerevole valore numerico di assassini che non sono registrati, perché
molti delitti non sono riconosciuti come omicidi d’onore, ma spesso come
tragici incidenti, e perché le autorità decidono di non approfondire le
indagini, sebbene siano a conoscenza di tutti i fatti. Nonostante ciò, i gruppi
che combatto per i diritti delle donne affermano che almeno 200 donne all’anno
vengono assassinate dalle famiglie.[3]
Geograficamente i crimini d’onore si
verificano nelle regioni orientali e
sud-orientali del Paese
, dove la maggior parte delle donne non hanno
un’istruzione, vivono in situazioni economiche disastrose, le pratiche religiose
e tradizionali sono normalmente in conflitto con la legge, la violenza
culturale è usata alle scopo di controllare la sessualità femminile, e la
violazione dei diritti umani sono quotidiane. In generale le condizioni
economiche diventano peggiori muovendosi dalla zona occidentale a quella
orientale, le città dell’ovest sono più industrializzate e i tre-quarti della
popolazione vive nelle aree urbane, mentre verso est sono più diffuse le aree
rurali. Anche il livello di istruzione scende vertiginosamente nelle zone
orientali, causando degli ultimi decenni di immigrazione un forte abbassamento
della forza lavoro femminile: le donne illetterate dell’est, migrate nelle
grandi città, dopo anni di lavoro nell’agricoltura, hanno incontrato diverse
difficoltà di assunzione di un incarico lavorativo. Si è dimostrato di
conseguenza che in molti casi la violenza domestica cresce con il diminuire
dell’educazione dei coniugi.[4]
La popolazione che vive in quest’area è per
la maggior parte kurda, il numero di turchi è più modesto rispetto al resto del
Paese; ciò però non significa che il “codice d’onore” sia un sistema limitato
al popolo kurdo, anzi, come già detto, si rileva in tutta la Turchia.[5]
Del resto negli ultimi due decenni si è
sperimentato un notevole aumento dell’immigrazione rurale verso le maggiori
città. Moltissimi migranti sono ancora legati ai propri costumi tradizionali,
al sistema patriarcale e basato su valori come l’onore. Conseguentemente i
delitti d’onore non sono eventi cosi rari che avvengono solo nelle minoranze ai
confini della Nazione. Dal 2005 al 2010 nella periferia di Istanbul è stato
riportato il più alto numero di omicidi registrati[6], seguita
dalle città di Ankara, Izmir e Bursa.[7]



[1] SEV’ER e YURDAKUL, Culture of honor, culture of change, in Violance against the women,
vol 7 no 9,2001, pag 983.
[2] CETIN,
Revolt killing
, Directorate general of security and commandership general
of military Police. (Statistic 2009-2013), pag 349.
[3] Report 2003 different violance
[4] ILKKARACAN,WWHR, Exploring the context of women’s sexuality in Eastern Turkey, in
Reproductive health matters, 1998, vol.6, n 12, pag 73
[5] KEMAR , we
can stop this (Report),
2011, pag 181
[6]
È da sottolineare il problema della registrazione degli omicidi a livello
generale.
[7]RUBIN, Between Traditional Practice and Secular
Law: Examining Honor Killings in Modern Turkey, 2010, in middlebury.edu.