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Le donne musulmane mostrano la loro forza nei media con la campagna su Twitter #CanYouHearUsNow

Di Sarah Aziza, Waging Non Violence, 3 agosto 2016.
Traduzione italiana di Milena Rampoldi, ProMosaik.

Membri del gruppo di attiviste per i diritti umani Karamah a sostegno della campagna Twitter #CanYouHearUsNow. (Twitter / @KaramahDC)

La settimana scorsa Donald Trump probabilmente si era aspettato che tutto andasse come sempre quando ha offeso Khizr e Ghazala Khan, i genitori del capitano dell’esercito statunitense di fede musulmana, ucciso in Iraq. Alla fine era il suo tipico modo di procedere che consiste nel denigrare le minoranze etniche, i musulmani e gli immigrati, una strategia basilare nel contesto della sua campagna elettorale per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Ma grazie ad una campagna Twitter coordinata in risposta alla critica misogina rivolta a Ghazala Khan — in cui ha rinfacciato alla madre in lutto di “non aver nulla da dire” o di venir fatta tacere dalla sua religione – ci si è opposti all’intolleranza di Trump, almeno riguardo a questo fatto.
Dopo la difesa agile della sua fede e del suo silenzio da parte di Ghazala – parlando dell’Islam come religione che insegna l’eguaglianza e accennando alla difficoltà di parlare del suo figlio deceduto — moltissime donne musulmane e i loro sostenitori hanno inondato Twitter con i messaggi più vari e sfidanti, utilizzando l’hashtag #CanYouHearUsNow e mostrando in questo modo la loro forza come donne e musulmane.

Il movimento, nel giro di poche ore, è penetrato nel mainstream di Twitter ed è poi anche stato menzionato nella parte redazionale delle tendenze “Twitter Moments”.

Anche un gran numero di non-musulmani ha espresso il suo disgusto per la retorica di Trump, inviando dei tweet di solidarietà con le donne musulmane in tutto il mondo.

Questa volta il gioco di Trump, secondo cui queste donne “deboli” non sarebbero capaci di mostrare forza, ha ottenuto l’effetto contrario a quello desiderato. Per un attimo i media mainstream hanno dimostrato un enorme senso di compostezza. All’America è stata data la possibilità di riflettere sulla situazione attuale della cosiddetta “grandezza statunitense”.

E mentre il dibattito si protrae, dovremmo lodare soprattutto le donne musulmane per aver protestato in questo modo semplice, flessibile ed efficiente contro i pregiudizi espressi nei loro confronti.