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Erwin dal successo alla droga e ritorno: l’oro più saggio

13 Agosto 2016

L’americano vince i 50sl 16 anni dopo il primo successo olimpico. Un reduce che a 35 anni diventa il più vecchio a vincere una medaglia in una gara individuale del nuoto

È stato un cattivo ragazzo, ha consumato Lsd, sniffato cocaina, maltrattato amici e spaventato la mamma. Oggi Anthony Ervin, a 35 anni, 16 dopo l’oro vinto a Sydney, è il più vecchio che abbia mai vinto una gara individuale nel nuoto ai Giochi. È quasi morto, ma è tornato. 

Coperto di tatuaggi ha surclassato la concorrenza ben più giovane di lui nei 50sl. Si è lasciato dietro il tronfio Manaudou e l’amico Adrian. Lui non sente la rivalità, troppa esperienza e nei posti peggiori: è reduce da almeno un paio di vite. Nella prima ha sconfitto la sindrome di Tourette ed è diventato un nuotatore famoso con tanto di successo ai Giochi. Nella seconda ha smesso di nuotare a 22 anni e si è dato alla droga. Questa è la terza, la riabilitazione e lo riporta proprio sul gradino più alto del podio. Dove tutto era andato in frantumi. 
Per rimettere insieme i cocci ha studiato letteratura medioevale, si è dato al buddhismo, si è ripresentato in piscina e persino ai Giochi. Prima a Londra con una qualificazione alla finale dei 50 stile libero che pareva già un trionfo. Poi a Rio, dove i 50sl li ha vinti. Un sopravvissuto, un rockettaro che ha trovato il suo ritmo dopo 16 anni di accordi sbagliati.