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Sud Sudan, la grande fuga

26 luglio 2016.

Machar e Kiir in un manifesto che inneggia la riconciliazione nazionale

Più di 8.300 persone fuggite in un solo giorno e rifugiatesi in Uganda.
Nell’ultima settimana in 24mila hanno chiesto protezione a Kampala. La
crisi umanitaria del Sud Sudan sta diventando sempre più grave. E
dimostra quanto la guerra civile stia lasciando una profonda ferita nel
tessuto civile del Paese. A lanciare l’allarme sono stati i funzionari
delle Nazioni Unite che, venerdì scorso, hanno tracciato un tragico
bilancio della situazione dei rifugiati.

I profughi, quasi tutti donne e bambini, fuggono dai combattimenti
tra le forze fedeli al Presidente del Sud Sudan Salva Kiir e quelli
fedeli al suo ex Vicepresidente Riek Machar. Il conflitto, che si è
intensificato nelle ultime settimane, dura ormai da più di due anni e ha
causato più di 10mila morti e ha costretto più di 2 milioni di persone
ad abbandonare le proprie case. Alla base una lotta senza quartiere per
il potere e la gestione delle risorse idriche e petrolifere. Il tutto
mascherato da scontro etnico tra la maggioranza dinka e la minoranza
nuer.


Questa settimana più di 24mila sudanesi si sono diretti verso
l’Uganda, sfidando piogge torrenziali, strade fangose violenze,
malattie. La pressione sui confini ugandesi si sta facendo sempre più
forte. Diecimila rifugiati sono stati costretti a sostare nella città di
confine di Elegu in un compound attrezzato per contenere mille persone.
L’altro campo ugandese a Kuluba ospita mille rifugiati, tre volte la
sua capacità. Il governo di Kampala sta prendendo in considerazione
l’apertura di nuovi siti di insediamento per rifugiati nella regione
settentrionale del Nilo occidentale. Ma per il momento rimane
l’emergenza.

FONTE: Africa rivista