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La polizia del Kenya accusata di abusi sistematici

22 luglio 2016.

Una manifestazione a Nairobi contro gli abusi della polizia, il 4 luglio 2016.


Che succede quando la polizia fallisce il suo compito principale e
se la prende con chi dovrebbe invece proteggere? La questione è di
grande attualità in Kenya dopo la pubblicazione di un rapporto redatto
dall’organizzazione non governativa Human rights watch(Hrw).


L’ong accusa le forze dell’ordine keniane di compiere rapimenti ed esecuzioni extragiudiziali
in particolare nella capitale Nairobi e nel nordest del paese, vicino
alla frontiera con la Somalia – ai danni di cittadini semplicemente
sospettati di avere legami con gruppi terroristici.


I dati sono eloquenti. In due anni le sparizioni forzate sarebbero state almeno 34, nel corso di operazioni per eliminare i sostenitori del gruppo jihadista somalo Al Shabaab, che dal 2006 semina morte nel Corno d’Africa.


La popolazione reagisce


A essere incriminati sono la polizia, l’esercito, i servizi segreti e
anche gli agenti della forestale. Secondo l’autore del rapporto, citato dalla Cnn,
quello che viene descritto “è solo una piccola parte di quello che
accade”. Questa tendenza all’illegalità sarebbe cominciata dopo
l’attacco di Al Shabaab all’università di Garissa nell’aprile del 2015,
che ha causato 147 morti, in gran parte studenti. 

Di fronte all’impunità, Hrw esorta il governo ad agire, facendo luce sugli abusi e rendendo giustizia alle vittime. Dall’inizio di luglio la popolazione, stanca dei soprusi, ha organizzato
delle manifestazioni davanti ai commissariati per mettere pressione
sulle autorità affinché costringano i responsabili a rendere conto delle
loro azioni.


Gli osservatori e i politici dell’opposizione sono preoccupati: la
polizia potrebbe però anche essere strumentalizzata a fini politici –
con conseguenze terribili – in vista delle presidenziali dell’agosto del
2017, in cui il presidente Uhuru Kenyatta cercherà di ottenere un
secondo mandato.

FONTE: Internazionale