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India, anche le donne “paria” saranno taxi-driver

di Davide Illarietti, 21 luglio 2016.



Zahida ha 19anni, e fino all’anno scorso non aveva mai indossato
dei pantaloni. È una dalit, o “intoccabile”: il suo posto nel sistema
indiano delle caste è (doveva essere) quello dei suoi genitori, che per
guadagnarsi da vivere puliscono latrine pubbliche nella baraccopoli di
Baljit Nagar, periferia di New-Delhi. Invece Zahida indossa un’uniforme,
studia, e frequenta una scuola guida dove è stata intervistata dal
Guardian. 

La sua storia è la stessa di 450 ragazze indiane, selezionate nei
mesi scorsi da un’agenzia governativa per un programma speciale. Lo
scopo: formare delle taxi-driver al femminile. Zahida e le sue compagne –
tutte provenienti da tre slums della capitale indiana – al termine del
corso riceveranno un diploma e un posto di lavoro.


Ad assumerle UberPop e Ola, un servizio taxi molto diffuso in
India. Le due aziende hanno siglato a maggio un accordo con il governo
di New-Delhi per facilitare l’inclusione sociale delle giovani “fuori
casta”. Durante il corso di sette mesi, le aspiranti tassiste ricevono
lezioni di guida ma anche di lingua inglese e auto-difesa, oltre a un
rimborso spese di 1500 rupie (circa 20 euro) al mese.

«Non è stato facile convincere la mia famiglia» ha spiegato Zahida
al quotidiano britannico. «Per mio padre la sola idea di una tassista
donna era inconcepibile. Ma mi sono impuntata. Ho minacciato di
andarmene di casa. Alla fine – conclude la 19enne – anche loro hanno
capito che sarebbe stato un supporto importante per la famiglia».

«Non è la prima volta che in India delle donne ricevono la licenza
da tassiste. Ma si tratta di un enorme passo in avanti dal punto di
vista numerico e dell’inclusione sociale» spiega Ranjana Kumari del
Centre for sociale research (Csr) di New-Delhi. Il progetto, infatti, è
indirizzato

«a giovani provenienti da un contesto sociale in cui le barriere di genere e di casta sono ancora molto forti».

Fonte: Buonenotizie.corriere