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Il dramma delle spose bambine senza diritti

di Dominella Trunfio, 21 luglio 2016.



Non hanno nessun potere di scelta, sono isolate dalla società e private di un’infanzia normale. Spesso sono vittime di abusi e violenze, tagliate fuori dalla famiglia, dagli amici e dalla scuola.

Il dramma delle spose bambine
è una piaga mondiale che tocca diversi paesi del mondo. In Turchia per
esempio, tra il 2010 e il 2015, secondo il ministro della Famiglia di
Ankara Sema Ramazanoglu sono state oltre 230 mila le unioni tra bambini e adulti.
A decidere il
destino dei bambini sono le famiglie stesse, a volte addirittura sin
dalla nascita. Famiglie povere che vedono in queste unioni un possibile
cambiamento di vita, perché l’importante è riuscire a stipulare un
accordo con gli uomini più ricchi e importanti.


Nulla a che vedere con i sentimenti, la libertà, l’amore.
Per questo, sono tante le associazioni e le donne che si battono per
impedire i matrimoni di spose bambine. 
In Africa, in India, in Turchia
tanto per citarne alcuni: cambiano i luoghi ma non le dinamiche.

Si inizia
con l’abbandono scolastico, una volta sposate le bambine sono costrette a
rimanere a casa per accudire marito, figli e fare le faccende
domestiche, non vi è alcuna possibilità che esse possano continuare a
frequentare la scuola.


Spesso poi si arriva all’altare dopo anni di violenza fisica e psicologica
da parte della propria famiglia e di abusi da parte del futuro marito.
Ragazzine che diventano madri a 12 anni, che a volte muoiono di parto
tra l’indifferenza di tutti.
Matrimoni precoci, combinati che possono sfociare nei casi più estremi in delitti d’onore. Nessuna possibilità di lasciare quell’uomo che non si è scelto e che le ha condannate per sempre all’infelicità.


Il governo turco è stato più volte
accusato di non fare abbastanza per disincentivare queste pratiche
assurde e di chiudere gli occhi davanti alla condizione di netta inferiorità delle donne che chiedono di non essere private della loro infanzia.

Cosa puoi fare tu


Tutti possono fare qualcosa per dare
voce a queste spose bambine: raccontando ad esempio le loro storie sui
social media, sensibilizzando l’opinione pubblica a intraprendere azioni
di difesa dei diritti umani. Amnesty International ha lanciato la campagna #maipiùsposebambine e una petizione per chiedere al governo del Burkina Faso di far rispettare le leggi che vietano i matrimoni forzati e precoci.


“Il matrimonio precoce e forzato è una
violazione dei diritti umani. È illegale secondo il diritto
internazionale ed è vietato in molti dei paesi in cui è presente, ma le
leggi esistenti spesso non vengono applicate oppure forniscono eccezioni
per ottenere il consenso dei genitori o per le pratiche tradizionali.
In Burkina Faso, i matrimoni forzati
sono un fenomeno estremamente diffuso, soprattutto nelle aree rurali.
Nonostante siano vietati dalla legge, le autorità non fanno abbastanza
per fermarli”, dice la petizione.


Firma qui la petizione.
FONTE: Greenme