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Gli angeli che combattono il terrore dell’anima

di Paolo Fuligni, 28 luglio 2016.

Sono accorsi a Nizza, poche decine subito, poi più di cento. Con poco
o punto coordinamento, volontariamente, spontaneamente, gli psicologi
francesi si sono mobilitati per soccorrere non le vittime, ma gli
scampati dell’orrendo crimine della Promenade des Anglais. 

Centinaia di
persone che non sono state fisicamente colpite nella folle corsa del
terrorista assassino, che non hanno, fortunatamente, riportato ferite.
Quelli che il caso ha risparmiato, quelli che erano mezzo metro più in
là, quelli che sono riusciti a scansarsi all’ultimo istante, quelli che
sono stati spinti lontano dal pericolo da un casuale movimento della
folla. Quelli rimasti illesi nel corpo, ma gravemente feriti nella
mente, quelli che continuano a vivere gli stessi terrificanti momenti,
le stesse terribili scene; quelli che hanno visto morire i familiari o
gli amici, quelli che hanno visto le persone vicine travolte dal
maledetto camion bianco. Un terribile senso di colpa occupa la mente di
chi si è salvato ma ha assistito alla morte dell’innocente che gli stava
accanto; del bambino, dell’anziano, della donna, dell’uomo che non ce
l’hanno fatta.



Un caratteristico, violento disturbo psichico, Disturbo post
traumatico da stress, recita il Manuale Diagnostico Statistico dei
Disturbi Mentali: “La persona ha vissuto, ha assistito, o si è
confrontata con un evento o con eventi che hanno implicato morte, o
minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all’integrità fisica
propria o di altri. La risposta della persona comprende paura intensa,
sentimenti di impotenza, o di orrore.  Nei bambini
questo può essere espresso con comportamento disorganizzato o agitato. 

“Sono ferite gravi, profonde che possono rimanere anche per tutta la
vita. I bambini manifestano la loro angoscia prevalentemente col
silenzio; rigidi, gli sguardi fissi, tanta paura, un’insicurezza totale,
irrimediabile.  Hanno visto la morte accanto a sé, alcuni hanno perso
genitori, nonni, amici. Erano stati portati ad una festa, giovedì
scorso sulla Promenade,  con la gioiosa prospettiva di vedere i fuochi.
La loro allegria è stata spazzata via dal terrore più assurdo e 
violento.


Gli adulti cercano di verbalizzare le loro ossessioni, le immagini
che non si possono cacciare, il tormento di quello che non sono riusciti
a fare: la persona che non hanno potuto avvertire di ciò che stava
accadendo, la persona che è stata trascinata via, la persona ferita che
non sono riusciti ad aiutare. L’incredibile senso di colpa di essere
ancora vivi. È estremamente importante che l’intervento su questi traumi
psichici sia tempestivo e competente; e proprio per questo gli
psicologi francesi si sono precipitati qui, sulla Promenade des Anglais,
a due passi dall’imponente Hotel Negresco. 

Una palazzina liberty
affacciata sul lungomare è stata adattata a servire da pronto soccorso
psicologico; è il Centre Universitaire Méditerranéen, fino a ieri centro
congressi e sede delle riunioni del Consiglio della Città
Metropolitana, un bell’edificio dotato di un ampio anfiteatro in cui si
sono improvvisati spazi per creare ambienti per far giocare i bambini,
per realizzare gruppi di sostegno, per ospitare colloqui e sedute di
psicoterapia.  

Qui i colleghi volontariamente accorsi, abbandonando
senza preavviso i loro studi e i loro abituali pazienti, affrontano le
angosce dei sopravvissuti, li aiutano ad esprimere e a consapevolizzare
le intollerabili impronte che la sciagura ha inciso nelle loro menti, a
combattere le insostenibili idee intrusive che incessantemente assediano
la loro psiche, a rielaborare memorie che la coscienza non sopporta, a
ritrovare la percezione di un presente doloroso ancorché ormai esente da
minacce. 

E offrono attività ludiche ai bambini, propongono giochi per
catturare la loro attenzione e allontanarla dagli incubi, farla
ritornare alla normalità, ai pensieri e alle fantasie che comunemente ci
si augurano in un’infanzia normale. Bravi psicologi francesi, generosi e
solleciti, genuinamente solidali e disinteressati; nel buio spaventoso
di una gigantesca tragedia generata dall’odio e dalla follia, avete
portato la piccola luce di un impegno competente e umano.

FONTE: Buonenotizie.corriere