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Un futuro senza povertà per i sud del mondo

di Emiliano Moccia, 06 Giugno 2016.

La buona notizia è che il futuro delle donne e delle ragazze che vivono
nei Paesi in via di sviluppo è difeso e tutelato anche dai giovani
europei, che a Parigi si stanno battendo per garantire eque opportunità
di crescita, di accesso all’istruzione e di contrasto alla povertà per
tutte coloro che vivono nel Sud del Mondo. 

La notizia meno buona è che
un recente rapporto pubblicato da ONE, «Poverty is Sexist» mostra
chiaramente che povertà e discriminazione di genere sono interconnessi. 

Qualche esempio? Oggi, 62 milioni di ragazze al mondo non ricevono
un’educazione, in Africa tre adolescenti ogni quattro che hanno
contratto l’HIV sono ragazze, una donna in Sierra Leone ha un rischio
183 maggiore di una donna in Svizzera di morire durante il parto. 

Per
questo, Alla vigilia del campionato europeo di calcio Euro 2016, che si
svolgerà in Francia prossime settimane, 250 Youth Ambassadors di ONE
hanno ricreato un enorme campo di calcio nel centro di Parigi per
sottolineare che la povertà è sessista.




UN CAMPO DI CALCIO NEL CENTRO DI PARIGI



Gli attivisti che hanno occupato circa 700 metri quadri per ricreare
lo spazio da gioco, rappresentano oltre cinquanta nazionalità e vengono
da sette paesi europei e dalla Nigeria. Vestiti di bianco, i 250 giovani
ambasciatori di ONE – l’organizzazione internazionale, fondata dal
cantante degli U2 Bono Vox, sostenuta da oltre 7 milioni di membri che
realizza campagne di sensibilizzazione e svolge attività di pressione
per porre fine alla povertà estrema e alle malattie prevenibili, in
particolare in Africa – hanno srotolato striscioni con il messaggio: «La
povertà è sessista. Non lasciamo donne e bambine a bordo campo». 

A
questo punto, dunque, la palla passa direttamente ai leader mondiali
che, proprio in questi giorni, si incontrano a Parigi in occasione del
Forum annuale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo
economico (OCSE) per un summit dal tema: eliminare la povertà estrema.
«Questa generazione – dice Adrian Lovett, CEO di ONE ad interim – può
essere, ed infatti sarà la prima, a vedere la fine della povertà
estrema. Da Parigi a Lagos, passando attraverso Berlino, Roma,
Bruxelles, L’Aia, Dublino e Londra la mobilitazione dei nostri giovani
ambasciarori è enorme. I leader del mondo non possono ignorarla».






PROMESSE DA MANTENERE



Ed i leader internazionali, infatti, non potranno ignorarla. Durante il Summit, infatti, gli Youth Ambassadors di ONE incontreranno diversi esponenti politici, tra i quali:
il Ministro degli Affari Esteri Francese, il Ministro per la
Cooperazione allo Olandese e Sloveno e rappresentanti politici
provenienti dall’Italia, Germania, Irlanda, Svezia, Svizzera e
Australia. Senza contare, che i giovani ambasciatori avranno la
possibilità di incontrare il Segretario Generale dell’OCSE, Angel
Gurría, e il Direttore della Comitato per la cooperazione allo sviluppo,
Erik Solheim, e Pascal Saint-Amans, Direttore per il Tax Center
dell’OCSE. 

A tutti ricorderanno che lo scorso anno, firmando gli
Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, i grandi della terra hanno promesso
di eliminare la povertà estrema entro il 2030. 

Ed ora, quindi, è il
momento di mantenere l’impegno preso. 

«La percentuale di persone che
vive nella povertà estrema – aggiunge Elisabetta Colombo, una dei 40
Youth Ambassador italiani a Parigi – si è ridotta del 66% tra il 1990 e
il 2012, in buona parte grazie alla cooperazione allo sviluppo. Siamo a
buon punto, ma possiamo raggiungere l’obiettivo di eliminare la povertà
estrema solo se i leader del mondo daranno priorità ad investimenti
verso ragazze e donne».  Tra le richieste ai leader politici per
eliminare la povertà estrema e le discriminazioni di genere, il
rifinanziamento del Fondo Globale per la lotta contro l’AIDS, la
tubercolosi e la malaria. Perché le malattie legate all’AIDS sono
attualmente la causa principale di morte per le donne tra 15 e 44 anni.
Di qui, la necessità di supportare ulteriormente il Fondo Globale che
indirizza oltre il 60% di investimenti verso ragazze e donne.

FONTE: Buonenotizie.corriere