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Sesso, affari di famiglia

di Fabrizio Gentile, 06 Giugno 2016.

Quando la polizia filippina ha fatto irruzione, in
una camera da letto hanno trovato tre ragazze di età compresa tra 7 e 11
anni, distese nude su un letto. All’altra estremità della stanza c’era
la madre di due dei bambini – la terza era la nipote – e la figlia
maggiore di 13 anni, che stava scrivendo su una tastiera. Un feed webcam
sullo schermo del computer ha mostrato i volti di tre uomini bianchi
connessi sulla chat. È solo uno dei tanti casi che riguardano un mondo
ancora sommerso eppure estremamente diffuso: quello degli gli abusi
sessuali su minori tramite internet, raccontato con un approfondito
reportage dal The Guardian.


Un’agente sotto copertura si era infiltrata in un villaggio povero
due settimane prima del raid. Fingendo di essere un Japayuki, un
termine slang per indicare una prostituta filippina che vive in
Giappone, aveva convinto un residente a presentarla ai bambini, che
hanno giocato con lei tutti i giorni per le strade di ghiaia. Poi
causalmente è uscita la notizia sul loro “show”.


E non era un caso isolato. Poco tempo dopo un’altra
famiglia è stata catturata nella stessa zona. Poi più casi di
live-streaming di abusi sui minori sono apparsi in diverse parti delle
Filippine. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, ci sono decine di
migliaia di bambini che si ritiene essere coinvolti in un settore in
rapida espansione; gli abusi sui bambini valgono ad oggi
approssimativamente 1 miliardo di dollari.



La Virtual Global Taskforce, un partenariato di
forze dell’ordine internazionali e l’Interpol, ha dedicato il 2016 alla
lotta contro il live-streaming di abusi sui minori. L’Unicef è pronta a
lanciare una campagna per educare i giovani sui rischi del mondo online,
il progetto #WeProtect. È difficile stimare le dimensioni di un settore
che coinvolge piccoli pagamenti anonimi, dai 5 ai 200 dollari a
spettacolo, per lo più gestiti a livello familiare e non da grandi
organizzazioni criminali. Il che rende ancora più difficile il
contrasto.

I bambini sono sfruttati tutto il giorno, con la mattina
live-stream per gli europei e gli americani, e nel corso della giornata,
per quelli in Australia. Secondo il Det Supt, Paul Hopkins, capo della
squadra di polizia federale australiana a Manila che ha passato gli
ultimi due anni indagare il crimine, ha descritto la dimensione del
commercio come “mostruoso”.



Il business è quasi sempre immune da condanne penali.
Nelle Filippine, ci sono stati solo due sentenze per questo tipo di
abuso, tutti gli altri casi sono ancora pendenti. 

A differenza dei
precedenti forme di abusi sessuali su minori, non ci sono foto caricate
su internet che la polizia in grado di monitorare. Invece, le
conversazioni sono vivo e criptati attraverso Skype, e pagamento viene
effettuato con bonifici bancari anonimi.



Alla base del contatto con il mondo della pedofilia c’è sempre il dio denaro,
e di contro l’estrema povertà. Alcune famiglie infatti – è emerso dai
rapporti della polizia locale – hanno iniziato a far collegare via web i
propri figli dopo aver visto il cambio del tenore di vita di alcuni
vicini di casa, che avevano già iniziato a fare affari sulla pelle dei
bambini. “Loro faranno di tutto per i loro genitori – ha detto Lotta
Sylwander, il rappresentante dell’Unicef nelle Filippine che sta
conducendo la campagna per la sicurezza on-line -. Abbiamo bisogno di
aumentare la consapevolezza e la vigilanza su questo problema, in modo
che i genitori e gli altri capiscano che gli abusi sui minori, in
qualsiasi forma, non sono solo moralmente sbagliati ma anche
estremamente dannosi per la salute e lo sviluppo dei bambini. Purtroppo,
in questo momento – ha concluso – la situazione sta peggiorando”. La
cosa drammatica è che i bambini, cresciuti fin da piccoli in questo
contesto, vedono l’abuso come normale. Uno schiaffo alla purezza, un
oltraggio alla civiltà, una barbarie nascosta in una delle tante
dimenticate periferie del mondo.

FONTE: Interris