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Pensieri sul libro: Keine Märchen aus 1001 Nacht (Non sono fiabe di 1001 notte)


di Milena Rampoldi, ProMosaik, 26 giugno 2016.
Forse non li conosciamo ancora tutti. Ma siamo cresciuti con quelli più
famosi. Aladino, Ali Babà, Sindbad. La lista è lunga… Una collezione di
racconti dall’Oriente che sono divenuti parte della letteratura mondiale: le
fiabe di 1001 notte!
L’Oriente è un luogo dei sogni, della fantasia, dei segreti, dell’amore,
della giustizia. La clemenza che alla fine viene concessa alla narratrice
virtuosa Sherazade consiste nel fatto che le viene data l’opportunità di
continuare a raccontare le sue storie ogni sera. E queste sue narrazioni le
permettono di mantenersi in vita. Vive proprio per questo motivo: perché è
capace di raccontare delle storie creative.
Ora dove è finito il mio Oriente? In che modo percepisco la mia terra
da lontano? L’Oriente come vede l’Occidente? L’Occidente come mi vede
come tedesca dalle radici palestinesi? Concede clemenza anche a me? Clemenza,
dimostrando comprensione che poi viene trasformata in senso di giustizia, quando
racconto loro le storie che non sono fiabe tratte da Mille e una notte, ma
dalla realtà? Queste sono le questioni principali che si pone l’autrice.
Riconosci l’ingiustizia, ovunque essa si trovi. Solo allora riesci anche a
combatterla. Convinta di questa parola d’ordine, l’autrice nel suo libro mostra
esattamente quello che secondo lei è avvenuto con le amate fiabe di Mille e una
Notte.
“L’anelito è la mia penna e allo stesso tempo il mio filo conduttore che
passa per 100 pagine di poesie ed estratti di testo”, dice. “E visto che si
tratta del mio rapporto con il mio paese e del mio sentire da donna araba, palestinese,
musulmana in Germania, tutti i testi originali tedeschi sono anche stati
tradotti in arabo. E in allegato al libro è anche disponibile un DVD contenente
tre registrazioni di performance parlate”.