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Nuove scoperte a Petra

14 giugno 2016.

Droni e satelliti hanno permesso di scoprire un nuovo complesso monumentale nell’area di Petra, in Giordania.
Le tracce di una grande costruzione rimasta finora ignota sono venute venuto alla luce a soli 800 metri a sud di Petra, il sito Patrimonio dell’Umanità
in Giordania. 
La scoperta è di Christopher Tuttle (Council of American
Overseas Research Centers) e Sarah Parcak (National Geographic), che
hanno idenficato le tracce studiando immagini ad alta risoluzione
riprese da droni e satelliti.
Una costruzione monumentale. Le radici
storiche dell’area di Petra sono ancora oggi oggetto di dibattito, ma in
linea di massima si fanno risalire i primi insediamenti tra la fine
dell’VIII e l’inizio del VII secolo a.C. per arrivare poi al suo
abbandono nel VII secolo d.C.

L’intera area si estende per circa 264 chilometri quadrati, ma il suo
fulcro, ossia dove ci sono i monumenti più noti, ha un’estensione di
circa 6 chilometri quadrati.



Le nuove scoperte identificano dunque solo una piccola parte del
vasto complesso. 

La costruzione identificata si estende su di un’area di
50×60 metri e mostra al suo interno una piattaforma più piccola,
originariamente era pavimentata con lastre in pietra.

A est del monumento doveva esserci una fila di colonne coronate da
una scala monumentale, e di fronte alla scalinata c’era un edificio più
piccolo, di 9×9 metri. Nulla è stato scoperto di così grande a Petra ed è
probabile che lì avvenissero funzioni pubbliche

Le origini. Gli scavi non sono ancora
stati avviati, ma alcune ceramiche rinvenute fanno risalire la
costruzione al secondo secolo avanti Cristo, quando l’area era la
capitale dei Nabatei (mercanti dell’antica Arabia), che iniziarono la
costruzione degli edifici che hanno reso famosa Petra in tutto il mondo.
Spiega Tuttle che «da tempo si riteneva che in quel luogo doveva
esserci qualcosa di importante, ma è stato solo grazie all’uso dei
satelliti e dei droni, in grado di ottenere immagini dall’alto ad
elevata risoluzione, che si è arrivati a individuare il nuovo sito
archeologico».

FONTE: Focus