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Dall’altra parte del muro

06 Giugno 2016.

La vita di una famiglia divisa dal confine tra Messico e Stati Uniti in “Through the wall”, documentario diretto da Tim Nackashi.

Oltre 3100 km di
confine separano gli Stati Uniti dal Messico. Ma c’è un solo spiraglio,
non più largo di 15 metri, in cui alle famiglie è concesso toccare le
dita dei propri cari dall’altra parte della barriera metallica
.


In questo punto San Diego diventa Tijuana. 

Qui la US Customs e la Border Protection concedono
 alle famiglie di riconnettersi, quelle stesse famiglie squarciate
dalle loro implacabili politiche in materia di immigrazione.


Una terra di nessuno, conosciuta sotto il nome di “Friendship Park”,
in cui gli agenti di frontiera si girano dall’altra parte mentre nuclei
affettivi e famigliari messico-statunitensi fondono le proprie dita sul
calar del sole.

Confine Usa-Messico (fonte: Guardian)
Confine Usa-Messico (fonte: Guardian)
Ci sono tante persone che percorrono distanze inimmaginabili.
Spesso dopo anni – o in
alcuni casi decenni – di separazione.

Talvolta capita che persone molto anziane o malati terminali vi si
rechino su una sedie a rotelle, per poter dare un ultimo saluto alle
persone amate. 

Ogni fine settimana ci sono famiglie che presentano i
propri figli ai parenti, per la prima volta.



In “Through the wall” il regista californiano Tim Nackashi ha
raccontato la storia di Abril, Julián e Uriel. Abril e il suo bimbo
Julián, di 2 anni, vivono negli Stati Uniti senza documenti.
Uriel, padre di Julián, è stato fermato dalla polizia per un’infrazione
stradale minore e poi deportato in Messico, dove vive tuttora. Per
riuscire a incontrarsi, Uriel parte da Tijuana, Abril e Julián dalla
California. 

Sul confine possono trascorrere del tempo insieme, divisi da
una barriera di separazione. E Julián conosce gradualmente il padre
attraverso reti e barre di acciaio.


Un rituale settimanale attraverso il quale questa famiglia si rende conto di non essere sola.

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