General

Hijarbie, la Barbie mette il velo islamico

di africarivista, 11 Maggio 2016.



Siamo soliti vederla con abiti
attillati e succinti. 

Ma anche in bikini. Con i lunghi capelli biondi
al vento. 

Da qualche settimana la Barbie, la famosa bambola della
società di giocattoli Mattel, è uscita in un’inedita versione che
sta spopolando: quella con l’hijab, il tradizionale velo islamico
che copre capelli e collo della donna che lo indossa.



L’idea non è venuta alla Mattel, ma
a Hanifa Adam, una ricercatrice nigeriana che ha postato su Instagram
le foto della «Hijarbie». A poche ore dalla pubblicazione delle
immagini, sull’account sono piovute migliaia di richieste per
acquistare la bambola con i nuovi vestiti. 

Hanifa, che ha conseguito
un master in Farmacologia alla Coventry University nel Regno Unito,
ha detto che l’idea di una Barbie musulmana e velata le è venuta
dopo aver guardato i siti web e i profili sui social network della
bambola stile. L’abbigliamento era sempre quello della pin-up
occidentali. Una moda in cui le ragazze musulmane non si riconoscono. 

Così ha deciso di creare lei i vestiti adatti a un pubblico
musulmano. 

Ha quindi confezionato hijab colorati alla moda, maxi
gonne, maxi abiti.



«Le bambole arrivano dalla Cina –
ha raccontato alla Cnn -. I veli invece li creo io. Voglio che
ci sia una Barbie con la quale potessero relazionarsi le ragazze
musulmane. 

“Hijarbie” dimostra che si può essere alla moda senza
perdere la propria identità. Penso che sia significativo per una
bambola riflettere con il suo abbigliamento alcune culture tipiche
della Nigeria perché aiuta una giovane ragazza a identificarsi con
le sue radici. La bambola le dà un senso di identità».



Quello che era iniziato come un hobby
si sta rivelando un business redditizio per Hanifa. 

La pagina
Instagram di Hijarbie ha 63.400 followers e le vendite crescono di
giorno in giorno. E ora Haneefa dice che la sua laurea in
Farmacologia è destinata a prendere la polvere. 

La nuova bambola è
diventata per lei un’opportunità di lavoro, ma anche una passione.