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Chayn Italia, un portale tutto per sé

di Irene Salvi, coreonline, 04 Maggio 2016.

Nato tra Pakistan e India, il progetto
open source contro la violenza di genere è da poco online nella
versione italiana.



Una piattaforma digitale interattiva,
orizzontale e partecipata: non si tratta dell’ennesima trovata di
marketing, ma del primo
portale web dedicato alla violenza di genere

e agli strumenti per combatterla. 

Online già da diverse settimane
(ma concepito come work in
progress
, perciò in costante
aggiornamento).






Chayn
(“conforto” in lingua urdu) nasce
in Pakistan
nel 2013

dal lavoro interamente autorganizzato di avvocate, volontarie e
operatrici multisettoriali, per fornire strumenti utili alle donne
nella complessa fase di riconoscimento e fuoriuscita dalle relazioni
violente. 

L’anno successivo inaugura Chayn
India
e oggi questo
modello di
“feminist
tech”
si sta
diffondendo in diversi paesi europei
,
mentre il sito Chayn.co funge
da raccordo, proponendo azioni a livello globale e diffondendo
materiali interamente riproducibili grazie
alle licenze
creative
commons
.



L’obiettivo è fornire
una rete di contatti e servizi consultabili con un click:

sul sito si legge che “Molte donne che vivono violenza domestica si
rivolgono ad internet come prima risorsa per acquisire informazioni
[…] la maggior parte delle ricerche non conduce, però, a materiali
chiari ed esaustivi. Attraverso Chayn Italia, chiunque abbia una
connessione internet può invece avere accesso diretto ad
informazioni e consigli pratici”. 

Con l’intenzione di raggiungere
anche donne migranti o comunque non italoparlanti, al momento si
ricercano
– oltre a
illustratrici e grafiche che vogliano prendere parte alla costruzione
del sito – volontari per
la traduzione di testi e materiali

in più lingue possibili.



La prospettiva è
schiettamente femminista, a partire dal linguaggio:

non si parla di “assistenza” o “aiuto” ma di
autodeterminazione,
consapevolezza,
empowerment.
Le donne non sono mai definite “vittime”, in intenzionale
contrasto con una narrazione mainstream che tende a polarizzare i
rapporti di forza e a rappresentare in chiave quasi “romantica”
le relazioni di abuso, dove gli uomini sono dipinti come prede di
raptus
o incontenibile (quindi comprensibile?) gelosia, e le donne sono
spesso ridotte a soggetti passivi da “proteggere” o “salvare”. 

Si legge: “Pensiamo che 
non sia di alcun aiuto vittimizzare chi subisce la violenza di genere
e che sia molto più efficace incoraggiare la donna a prendere
coscienza della sua possibilità di scelta, delle sue capacità e
della sua forza”
.



Per capovolgere questo paradigma, una
costante nel sito è la libertà
di scelta
circa tempi e
modalità di fuoriuscita da rapporti violenti. Al riguardo si
ribadisce che Riteniamo
fondamentale fornire un supporto positivo, empatico e non giudicante
nell’approcciarsi alla violenza domestica:

non c’è una soluzione sempre applicabile per uscire da una
relazione violenta e solo la donna che la sta vivendo può decidere
come e quando farlo”

A
questo scopo sono disponibili (nella sezione
“Aiutare un’amica”
) anche manuali
pratici
per le persone
che, trovandosi vicine a chi subisce una relazione violenta, vogliano
offrire supporto senza imposizioni: colleghe, familiari, vicini di
casa. 

In particolare, il “Vademecum
del/della buon@ amic@”
è frutto di un laboratorio condotto
nello spazio occupato dalla collettività femminista delle Cagne
Sciolte in via Ostiense
,
dove ha anche sede lo sportello
antiviolenza Una
stanza tutta per sé
.




Racconta Maria, una delle
volontarie del progetto:


«Dal nostro punto di vista lo scopo
principale di Chayn – oltre a promuovere ragionamento e dibattito
sulla questione delle disparità di genere – è costruire
reti territoriali di contatti e realtà che lavorano nel contrasto
alla violenza, non per sostituirsi ai servizi esistenti ma per
metterli in connessione tra loro.

Per questo è stato avviato il lavoro di mappatura
di servizi pubblici
,
associazioni e sportelli autogestiti come il nostro, presenti in
tutta Italia».



Maria spiega che non si tratta di
un’operazione semplice: mentre in molte Regioni i servizi sono
pressochè inesistenti, nel caso di Roma (dove teoricamente le
risorse sono molte) il
problema principale è la mancanza di coordinamento tra le varie
realtà – istituzionali o autogestite che siano – presenti sul
territorio

«Quando si
cercano informazioni in un momento critico, è essenziale che siano
chiare e semplici da trovare. Il sito è diviso per sezioni per
cercare di rendere la consultazione il più immediata possibile: c’è
l’area dedicata a salute
e contraccezione
, la
mappa di centri e servizi territoriali, schede
pratiche di diritto di famiglia e dell’immigrazione
,
ci sono link e contatti per chi può avere bisogno di assistenza
legale o psicologica e così via. 

C’è anche una sezione sulla
violenza nelle relazioni lesbiche, di cui si parla pochissimo e che
per questo resta spesso ignorata».



Fornire strumenti e costruire
relazioni per restituire il potere di decidere per sé stesse: una
finestra spalancata su un femminile differente da quello
rappresentato dalla cronaca e riprodotto, spesso inconsapevolmente,
nelle relazioni personali

Lo dice chiaro il manifesto
di Chayn Italia
: “La
violenza di genere deriva dai ruoli imposti dalle norme sociali; la
violenza domestica è parte della violenza di genere; la lotta alla
violenza di genere è necessariamente una battaglia femminista che
miri alla decostruzione dei ruoli di genere imposti dalla società;
la sorellanza è uno
strumento fondamentale
.