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Zanele Muholi: l’obiettivo è donna

di
africarivista,
14 Aprile 2016.


Quando nel 2008 ha portato i suoi
scatti a Siena, nell’ambito della collettiva «
.ZA»
sulla giovane arte dal Sudafrica, Zanele Muholi era poco più che
un’esordiente. 

Ma il suo lavoro documentario sulle lesbiche
sudafricane e l’odiosa pratica dello “stupro correttivo” loro
inflitta, insieme con la scenografica serie sulla drag queen
Miss
D’Vine
, hanno subito fatto
breccia, rendendola una delle fotografe contemporanee africane più
conosciute.


Non a caso la Fondazione Fotografia
Modena
l’ha selezionata per il suo contest più prestigioso, il
Premio Internazionale per la Fotografia. 

A prescindere dal risultato, alcuni tra i
suoi scatti più belli saranno esposti al Foro Boario di Modena fino
all’8 maggio (assieme a quelli di altri cinque artisti, tra cui il
sudafricano Santu Mofokeng).


Nata nel 1972 vicino Durban, Muholi
concepisce la fotografia come strumento di denuncia e indagine
sociale. 

In patria il suo attivismo rimane inviso a molti: ha
ricevuto minacce e subito contestazioni. 

All’estero, invece,
continua a riscuotere consenso. 

Ha esposto in tutto il mondo,
partecipato anche a
Documenta
di Kassel
(2012) e guadagnato premi rilevanti come il Prince Claus
(2013). 

I suoi scatti si trovano nelle collezioni del Moma di New
York e della Tate Modern di Londra.



Info: www.fondazionefotografia.org