General

Sudafrica, Israele e Palestina: la storia dietro una statua di Mandela

di Africarivista, 29 Aprile 2016. 

Una statua di 6 metri in metallo che
raffigura Nelson Mandela forse nella sua posa più nota, pugno chiuso
alzato al cielo e largo sorriso, è stata inaugurata ieri dal
Presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen a
Ramallah, capitale amministrativa della Cisgiordania. 

Alla cerimonia
hanno partecipato diversi esponenti della leadership palestinese, la
rappresentanza consolare sudafricana nei Territori, il sindaco di
Johannesburg, città gemellata con Ramallah.

«Oggi – ha detto in un messaggio
inviato dal Premier palestinese Rami Hamadallah al popolo sudafricano
in occasione dell’apertura delle celebrazioni della “Giornata
della Libertà” che ricorda la fine dell’apartheid – onoriamo
Nelson Mandela e condividiamo la gioia dei nostri fratelli e sorelle
in Sudafrica. La vostra vittoria contro l’oppressione e la
persecuzione ci dà ispirazione». 

Il sindaco di Ramallah Musa Hadid
nella cerimonia ha sottolineato che «Nelson Mandela ha offerto un
modello di lotta e libertà cui il popolo palestinese si è
fortemente ispirato».



Nell’occasione è stato mostrato il
video dello storico incontro tra Yasser Arafat e l’allora appena
eletto Nelson Mandela, che decise di recarsi in Palestina come prima
visita ufficiale. 

I rapporti tra African national congress e
l’Organizzazione per la liberazione della Palestina sono storici e
risalgono ai tempi in cui l’Anc lottava contro il regime
segregazionista e l’Olp era impegnata nella lotta (mai conclusa)
contro il Governo israeliano.


Una lotta che procedeva parallelamente
a un’alleanza storico-strategica tra l’allora Governo di Pretoria
e quello di Tel Aviv. Se infatti è vero che negli anni Cinquanta e
Sessanta, Israele aveva condannato il regime segregazionista
sudafricano, è anche vero che negli anni Settanta ci fu una
collabrorazione tra i due Paesi. Dopo la guerra del Kippur (1973)
molti Stati africani ruppero le relazioni con Israele che, da parte
sua, si avvicinò al regime razzista sudafricano fino a invitare nel
1976 il Premier John Vorster
(nella
foto al Muro del Pianto)
che
fu accolto con tutti gli onori dal Premier laburista Yitzhak Rabin. 

Questa visita spalancò le porte a una forte collaborazione in campo
militare. 

Capitali sudafricani finanziarono infatti i programmi di
riarmo di Israele. In particolare in campo nucleare. 

In entrambi i
Paesi infatti furono sviluppati arsenali atomici che però il
Sudafrica decise di smantellare non appena l’Anc prese il potere. E
proprio l’Anc raffreddò anche i rapporti con Israele mettendo una
pietra sopra la collaborazione militare.