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Panamaleaks: come ti punisco l’Islanda!


di Leopoldo
Salmaso, 05.04.2016.

“Il
premier islandese è stato affondato tramite il Panamaleaks perché, per il
sistema finanziario occidentale, era ben più pericoloso di Putin”. Come
diceva Andreotti: “A pensare male si farà anche peccato, ma quasi sempre
ci si azzecca!”.
Immagine: grapevine.is
In un
precedente articolo
tradotto dall’originale inglese di
Craig Murray
(vedi qui),
si spiega perché il Panamaleaks puzza lontano un miglio. In breve: file
sottratti da una talpa ignota; filtrati da un sedicente “Consorzio
Internazionale di Giornalisti Investigativi” che è finanziato da grandi
fondazioni private USA; ulteriormente filtrato e divulgato a puntate dai grandi
media multinazionali, tipo quel Guardian che distrusse i file Snowden obbedendo
ai servizi segreti militari inglesi e che nelle sue prime rivelazioni sul
Panamaleaks prende di mira Russia, Corea del Nord, Siria e Zimbabwe, mentre il
99% del malloppo appartiene a soggetti occidentali. L’Islanda, come pure le
rivelazioni sul defunto padre del premier inglese Cameron, a prima vista,
possono sembrare un “contentino” per dare l’impressione che si
controllano anche i paesi occidentali… Ma intanto la prima testa a cadere è
proprio quella del premier islandese. E’ un caso?
Il premier
islandese
Sigmundur
Davíð Gunnlaugsson era
pericolosissimo per il sistema bancario e finanziario dell’intero occidente per
molte ragioni, fra cui:
– andato al
potere sull’onda di protesta popolare per la crisi bancaria, aveva messo in
galera i banchieri islandesi, e mandato al diavolo le banche creditrici, il
FMI, e tutti gli sciacalli che stanno alla loro corte.
– l’Islanda
ebbe una rapida ripresa economica, e
Gunnlaugsson dichiarò ripetutamente che l’Islanda non si sarebbe mai ripresa se
fosse stata nell’euro, anzi avrebbe fatto la stessa fine della Grecia
(http://www.politico.eu/article/iceland-pm-eu-bullet-membership-assession/).
Gunnlaugsson aveva commissionato al Parlamento
uno studio per una radicale riforma monetaria
(https://eng.forsaetisraduneyti.is/news-and-articles/reform-of-the-monetary-system).
Il rapporto è stato pubblicato un anno fa, attingendo da una vasta letteratura
che data dagli anni ’20, con contributi di personaggi del calibro di Friedman,
Tobin, Kay e Kotlikoff. Il documento dichiara di aver anche largamente attinto
alle proposte di Positive Money UK (http://positivemoney.org/) e di Huber &
Robertson
(vedi qui).
Nei mesi
scorsi la Commissione Parlamentare ha ricevuto commenti da chiunque nel mondo
volesse inviarli, ed ora la proposta è in dirittura d’arrivo per la discussione
parlamentare.
NOTA BENE:
l’alternativa alle dimissioni del premier erano le nuove elezioni.