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Mediterraneo: la pace, i giovani, il dialogo.

di Giampiero Gramaglia, ilfattoquotidiano, 06 Aprile 2016

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Una
giornata con i giovani della
Sponda
Sud del Mediterraneo
:
a
Trento,
Italia, Europa, Mediterraneo. Sono i protagonisti di un progetto
triennale dell’
Associazione
Rondine Cittadella della Pace

per formare una classe dirigente nuova nei loro Paesi, passata
attraverso un’esperienza di vicinanza e di condivisione, futuri
leader e fin d’ora costruttori di dialogo, tolleranza, democrazia,
pace, libertà. 
Materie studiate tra Toscana, Sardegna, Trentino.
 
Un
Forum chiude il progetto: s’intitola

‘Sponda Sud: nuove prospettive per il Mediterraneo’

e si svolge nella Sala Rosa del Palazzo della Regione. 
Invitati
dall’Associazione Rondine, in collaborazione con la

Provincia Autonoma di Trento
,
ci sono politici e amministratori, diplomatici e giornalisti; e ci
sono soprattutto loro, i giovani.
Una generazione che ha vissuto
la speranza delle
Primavere
arabe
e ne ha visto
recidere i fiori, ma che dice:

“potete toglierci tutti i fiori, ma non ci toglierete le
primavere”
. Ne esce
l’immagine e la consapevolezza d’un
Mediterraneo
non ‘terra di mezzo’ tra due Mondi, ma è elemento centrale e
nodale di un unico Mondo, che è già Europa e vuole esserne parte
attiva e riconosciuta senza perdere la propria identità.
I
ragazzi, dopo l’esperienza a Rondine, sono pronti ad abbandonare i
pregiudizi – anzi, già l’hanno fatto -, a condividere i valori,
a costruire ponti – un’immagine che torna di continuo; e non è
solo un’eco di Papa Francesco -: basterebbe questo a dare sostanza
al rilancio della candidatura di Rondine al Nobel per la Pace.
Il clima positivo contagia politici e
diplomatici. 
I primi riconoscono che l’Europa non ha mai scommesso
davvero sul Mediterraneo, nonostante abbia sfornato nel tempo
iniziative e formule capaci magari di concepire speranze, e di
abortirle subito dopo (si cita un dato significativo, ma non
verificabile perché non circonstanziato: un anno di aiuti alla
Polonia
equivaleva a dieci anni di aiuti a tutti i Paesi della Sponda Sud). 
I
secondi auspicano che l’Unione europea, nel suo nuovo ‘documento
strategico’, in fase di elaborazione, recepisca il ruolo del
Mediterraneo, che non è e non è mai stata una regione del Mondo
qualsiasi.
Si parla di “shared
ownership”
e di “mutual
partnership”
, di priorità
ai giovani e alle donne. E tutti riconoscono che le molle del
fenomeno delle migrazioni sono molteplici: le guerre, ma anche
l’economia e i cambiamenti climatici. 
E tutti sono consapevoli che
la demografia, a medio termine, impone all’Europa che invecchia e
si spopolerebbe di cooptare i migranti e non di respingerli.
Lo sanno tutti, nella Sala Rosa.  
Ma
fuori?
Fuori c’è
un’Italia che non sempre è Europa. 
E un’Europa che quasi mai è
Mediterraneo.