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Le innovative librerie di Buenos Aires

di Ludovica Lugli, ilpost, 30 Aprile 2016.

Alcuni librai le hanno allestite
dentro casa, altre esistono solo sui social network



Secondo una
ricerca
del World Cities Culture Forum
, un’organizzazione di
patrocinio culturale che unisce numerose grandi città del mondo,
Buenos Aires è
la città con più librerie
per abitante al mondo. Stando
all’ultimo sondaggio (realizzato nel 2013) sono in totale 734, e
quindi circa 25 per ogni 100mila abitanti; seconda nella classifica è
Hong Kong, che nel 2014 contava 1.540 librerie, circa 22 per ogni
100mila abitanti. Le librerie di Buenos Aires non sono interessanti
non solo per il loro numero, ma anche per un tipo singolare,
come
racconta
la rivista Literary Hub: le cosiddette “librerías
a puertas cerradas
“, cioè
“librerie a porte chiuse”.

Sono librerie molto piccole che si
trovano spesso all’interno delle case dei gestori; non sono
nate in seguito al successo di startup della cosiddetta
sharing economy,
ma a causa della crisi economica che colpì l’Argentina nel
2001, e che portò anche all’apertura di micro-ristoranti
in casa fondati da chi non si poteva permettere l’affitto di un
locale.



Le librerie in casa

Ogni librería
a puertas cerradas
 si
rivolge solitamente a una particolare nicchia di lettori. La
prima è stata Mi
Casa
, fondata dalla poetessa Nurit Kasztelan nel 2010. Kasztelan
ha lasciato il suo lavoro nella pubblica amministrazione e ha aperto
una libreria dopo aver letto La
passione secondo G. H.

della scrittrice brasiliana Clarice Lispector. All’inizio, nel
2009, vendeva libri a  persone conosciute a un circolo di
lettura che aveva messo in piedi nel tempo libero, e così ha
costruito una base di clienti affezionati. Poi si è trasferita in un
appartamento di Villa Crespo, un quartiere nel centro di Buenos
Aires, e nel mezzanino della casa ha creato la sede di Mi Casa. Per i
suoi libri personali Kasztelan tiene uno scaffale a parte. 

Per
ora Mi Casa non è la sua unica fonte di guadagno, ma l’attività è
in crescita.



Per rifornirsi di volumi Kasztelan ha
creato un rapporto di fiducia con alcuni piccoli editori e per questo
nel suo catalogo ci sono anche libri che non si trovano nelle
altre librerie di Buenos Aires. A volte Kasztelan fa viaggi
da cui ritorna con una valigia piena di libri scoperti all’estero.
Non si tratta di un gesto da poco: la circolazione dei libri in
America Latina è piuttosto complicata e fino al 6 gennaio scorso in
Argentina c’erano limitazioni
notevoli sulle importazioni, introdotte nel 2010 dalla presidentessa
Cristina Fernández de Kirchner nell’ambito di una serie di
politiche protezioniste.


Altre
librerías a puertas
cerradas 
sono Los
Libros del Vendaval, nel quartiere Colegiales, e A Cien
Metros de la Orilla, nel quartiere di San Telmo. Los
Libros del Vendaval
 è specializzata in libri illustrati per
bambini: appartiene alla bibliotecaria Silvia Aristimuño che la
apre tre pomeriggi a settimana oppure su appuntamento.
Grazie ai social network e al passaparola, Aristimuño fa conoscere
le su attività, tra cui i reading; spiega che
non avere una vetrina sulla strada come un normale negozio
è un’attrattiva in più per i clienti. 

A
Cien Metros de la Orilla
è gestita da Natalia Romero: prima
di aprirla lavorava come grafica, ma nel tempo libero leggeva e
scriveva molto. Ha iniziato con una sorta di sito on demand in
cui chiedeva alle persone che libri volevano comprare, poi
andava a comprarli dagli editori e le consegnava in bicicletta
ai clienti. Alla fine è riuscita ad aprirre una libreria nel
suo appartamento, in cui tiene anche corsi di scrittura.

Nel quartiere Palermo si trova La
Vaca Mariposa
, aperta nel 2014 dalla giornalista
venezuelana Adriana Morán Sarmiento nel salotto del suo
appartamento. Anche lei ha iniziato con un sito, pubblicando a sua
volta dei libri. Morán Sarmiento ha spiegato al quotidiano La
Nacion
che tutte le librerías
a puertas cerradas
 attraggono
clienti per le stesse ragioni: vendono libri di case
editrici indipendenti, volumi rari, usati e no, edizioni artigianali
e altri prodotti difficili da trovare in giro, come le opere di
autori poco conosciuti o testi pubblicati da case editrici
straniere.



Le librerie virtuali

Negli ultimi tempi sono nate librerie
ancora più piccole delle “librerías
a puertas cerradas
“:
piccolissimi negozi virtuali che mantengono un contatto con i clienti
solo attraverso un sito o i social network. Forse anche queste nel
tempo si trasformeranno in librerie casalinghe, come è successo per
A Cien Metros de la Orilla, ma per ora sono solo online, tra cui una
solo su Instagram. Il giornale argentino La
Nación
racconta che
queste nuove librerie si sono sviluppate a partire da
librerie fisiche tradizionali o per iniziativa di singoli. 

È
nel rapporto particolare tra lettore e libraio che si crea attraverso
i social network che sta l’attrattiva di queste micro-librerie, che
permettono di fare acquisti in modo molto personalizzato. 

La comunicazione via email ad esempio permette ai librai di conoscere
i gusti dei loro clienti: più che di librerie si tratta di un
servizio da “personal shopper” legato ai libri.


La più recente è La
Vecina Libros
, nata a gennaio dall’iniziativa di Natalia
Rozenblum, che ha comprato un piccolo stock di volumi e ha aperto un
profilo Instagram (ora ha poco più di 1.300 seguaci) in cui
propone libri che le sono piaciuti. La Vecina Libros è più che
altro un hobby per Rozenblum: per potersi mantenere dovrebbe
vendere molti più libri e avere una vera e propria piattaforma di
e-commerce, ma per adesso Rozenblum si diverte a sperimentare.



Lo stesso
vale per El
Divague Libros
 di María Betania Supertino e Leonardo
Miraglia che per raggiungere i clienti usano Facebook; anche
loro si mantengono con un altro lavoro. 

Un esempio diverso è
quello di Cecilia Di Gioia: fino a poco tempo fa la sua libreria Otra
Lluvia
era uno spazio fisico, ma gli alti costi d’affitto dei
locali insieme all’incoraggiamento di amici e clienti
l’hanno convinta a spostare l’attività esclusivamente online.


Un’iniziativa che si distingue un
po’ dalle altre è quella di Escape
a Plutón
che si presenta come un club del libro: chi si iscrive
paga per un abbonamento che prevede l’invio di un libro al mese
insieme ad altri suggerimenti di lettura. L’abbonamento costa circa
15 euro al mese, a cui va sommato il prezzo del volume inviato
(solitamente edito da una piccola casa editrice), mentre i costi di
spedizione sono inclusi per tutta l’Argentina.