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L’aroma del caffè che sostiene gli agricoltori del Sud Sudan

di Emiliano Moccia, buonenotizie,
20 Aprile 2016.

«Il caffè rappresenta una fonte
di reddito necessaria per i coltivatori del Sud Sudan, una nazione
ancora devastata dalla guerra. Investire nello sviluppo della società
civile e nella responsabilizzazione delle comunità di coltivatori
locali aiuterà a porre le basi per lo sviluppo di un’economia
sostenibile».
Parola di George
Clooney. 

Perché l’attore americano conosce molto bene l’importanza
di un buon caffè. 

Soprattutto, se ha anche l’aroma dell’etica e
della solidarietà. 

Per questo, il Brand Ambassador Nespresso spiega
la «validità del programma che Nespresso e TechnoServe», ente per
lo sviluppo senza scopo di lucro, hanno avviato in collaborazione con
la United States Agency for International Development (USAID),
finalizzata a intensificare le attività di supporto nella nuova
nazione del Sud Sudan per migliorare il sostentamento dei coltivatori
di caffè.
 

«Questo impegno da parte dell’USAID – dice
Clooney – consente di coinvolgere ancor più agricoltori in un
maggiore numero di aree del Paese»
.


IL PROGETTO DI RILANCIO

Anni di guerra civile, infatti, hanno
falcidiato il settore del caffè del Paese, le cui esportazioni
consistono attualmente per il 99% di petrolio. 

Per ridare nuovo
impulso alla produzione di caffè in questa fetta di mondo, dal 2011
Nespresso e TechnoServe collaborano direttamente con i coltivatori
locali  in Sud Sudan allo scopo di rivitalizzare la
produzione di caffè di alta qualità, sviluppando anche dei canali
commerciali finalizzati a favorirne la vendita e l’esportazione. 

In
questo progetto Nespresso ha già investito oltre 2,5 milioni di
dollari. Mentre nell’arco di tre anni, l’USAID investirà altri
3,18 milioni di dollari per contribuire a rilanciare il settore del
caffè sudsudanese, a diversificarne il mercato di esportazione e ad
accrescere il reddito delle famiglie dei piccoli agricoltori.
L’iniziativa, dunque, mira a triplicare i redditi ottenuti grazie
al caffè e a migliorare la solidità degli insediamenti. Entro il
2019 il programma avrà formato 1.500 coltivatori sudsudanesi, almeno
per il 25% donne, e avrà contribuito all’istituzione di nove
impianti di lavorazione a umido di natura cooperativa.


LE TESTIMONIANZE DEI
COLTIVATORI

«L’esistenza del programma in Sud
Sudan ci ha aiutato a recuperare le piantagioni di caffè che avevamo
perso durante la guerra –
racconta Daniel Lomoro, coltivatore
sudsudanese di caffè –
Da quando abbiamo iniziato ad occuparci
personalmente delle piantagioni e a consegnare il caffè agli
impianti di lavorazione a umido, le nostre vite sono completamente
cambiate. Adesso possiamo permetterci di far frequentare ai nostri
figli scuole migliori e di soddisfare le necessità basilari delle
nostre famiglie. 

Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza
un’adeguata assistenza tecnica. Per la prossima stagione ho in
programma di ampliare le mie piantagioni di caffè perché vorrei
comprare un’automobile e costruire una casa dignitosa per i miei
cari».



L’intuizione di Nespresso e
TechnoServe, con il coinvolgimento adesso dell’USAID, si sta
rivelando «senz’altro un valido sistema per risollevare le
famiglie e la nazione, attraverso il quale possiamo fare qualcosa di
buono
– aggiunge Nicholas Taban Solomon, coltivatore del Sud Sudan
Lo scopo è affrancarsi dalla povertà, che andrà via via
riducendosi, all’insegna di una vita migliore. 

In futuro
consigliamo a tutti di dedicarsi alla coltivazione del caffè, in
modo da rilanciare il Paese».