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Giornata della Terra 2016: la nuova Intifada e l’industria israeliana degli arresti.

di palestinarossa, 04 Aprile 2016

Sono 40 gli anni passati da quando i
palestinesi proclamarono la Giornata della Terra

1976. Fu il primo e
più cruento, 6 i palestinesi, sulla carta cittadini dell’entità
sionista- israele, che sono stati barbaramente uccisi. Da allora e
per tutti gli anni, scioperi e manifestazioni si sono susseguite come
protesta e contro la confisca delle terre dei palestinesi. Nulla
hanno potuto i palestinesi per impedire tale furto, oggi essi
controllano a malapena il 12% del complessivo territorio della
Palestina storica.








Anche stavolta la giornata della terra
cade mentre è in corso una sollevazione, un’Intifada. L’attuale
Intifada è, però, diversa da tutte le altre che l’hanno preceduta,
essa è fuori controllo totale e i sionisti, stando alle loro
dichiarazioni ufficiali, non sanno proprio come arginarla. Molti
elementi giocano in sfavore soprattutto dei giovani, che hanno deciso
di prendersi la responsabilità della lotta e della resistenza in un
momento triste della latitanza delle fazioni storiche palestinesi,
non ultimo la presenza diffusa di collaborazionisti palestinesi: i
servizi di “sicurezza” dell’ANP e gli opportunisti che ruotano
attorno da essa. Stavolta il nemico lo hanno anche in casa propria.



Con l’aumento delle incertezze e delle
insicurezze, le forze sioniste e colonialiste mettono in mostra tutto
il loro fascismo e odio verso i palestinesi. La risposta ai banali
atti di resistenza come l’uso dell’arma bianca di fronte ai soldati e
cittadini sionisti armati di tutto punto, è di assassinio
extra-giudiziario, di punizioni collettive con la demolizione delle
case, le salate “multe” contro i familiari e gli arresti
indiscriminati. 

Quest’ultima pratica non solo si è intensificata ed
estesa (basta scrivere qualsiasi cosa contro l’entità sionista sui
social-network o inneggiare al BDS per essere messi sotto accusa ed
arrestati) ma comincia a riguardare i cittadini occidentali che si
oppongono alle politiche sanguinarie israeliane. In Francia basta
indossare una maglietta con una scritta contro Israele o essere
attivi nella campagna BDS sono motivi di arresto. 

In Inghilterra è
allo studio una legge che vieta il boicottaggio di Israele nei campus
universitari e non ci sorprende se tali pratiche verranno estese poi
a tutti i paesi UE. Dobbiamo registrare che da qualche anno l’arresto
dei bambini palestinesi (anche di 5 anni) si è molto intensificato e
tocca ormai migliaia di bambini all’anno. 

Intimidazioni, soldi e
raccolta di informazione sono le ragioni che stanno dietro a questi
arresti.



Di tutto questo e dell’Intifada,
parleremmo con Aiman Hajj Yahia, palestinese degli interni,
territorio ’48, ex prigioniero ed attivista in difesa dei
prigionieri. 

Dal 2014 è vice-segretario del neo- nascente movimento
Kefah
(lotta).

Da Domenica, 3 Aprile, 2016 – 10:30 a
Venerdì, 8 Aprile, 2016 – 23:30