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Francia, la rivolta delle hostess contro l’obbligo di velo.

di Leonardo Martinelli, ilfattoquotidiano, 05 Aprile
2016






Le lavoratrici dovranno indossare
anche i pantaloni. 

Ma la compagnia aerea fa sapere: “Come per tutti
i visitatori stranieri – si legge in un comunicato anche gli
equipaggi dei nostri aerei sono tenuti a rispettare le regole in
vigore nei Paesi dove si ritrovano”

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Velo o non velo? Il dilemma si pone
alle hostess della
Air
France
, che si sono viste
imporre dalla direzione della compagnia di indossarlo al momento
dell’atterraggio nei nuovi voli, che saranno inaugurati a breve,
direzione
Teheran
Una parte delle hostess, però, ha già opposto il suo rifiuto: la
polemica sta gonfiando.

È dal prossimo 17 aprile che Air
France ricomincerà a volare da Parigi verso l’aeroporto
Teheran-Imam Khomeini,
grazie
all’accordo con l’Iran sul nucleare e sulla

fine delle sanzioni
 contro
il Paese. 

Saranno tre i voli settimanali diretti della compagnia: la
Francia è in pole position nel tentativo di sfruttare la riapertura
del mercato iraniano. 

Ma, di certo, a Parigi non si aspettavano di
affrontare al riguardo la
rivolta
delle hostess
. Queste
hanno ricevuto le istruzioni del caso. 

In genere possono scegliere
liberamente tra due uniformi, una con la gonna e l’altra coi
pantaloni. 

Ma, per i voli Parigi-Teheran, potranno indossare
soltanto i pantaloni

Non
solo: sopra dovranno mettere una giacca lunga e, nella fase
d’atterraggio, un velo sulla testa. 

Ebbene, tante assistenti di
volo si rifiutano a indossare il velo e chiedono di essere esonerate
dal servizio su quella tratta. 

“Non vogliamo mettere in causa le
leggi e i costumi dell’Iran
– ha sottolineato Christophe Pillet,
segretario generale dell’Snpnc, il sindacato di categoria – Chiediamo solo di instaurare il
principio
di volontariato
, per
salvaguardare le libertà individuali”

Da parte di Air France non
c’è stata finora una reazione positiva alla richiesta, che
complicherebbe non poco la gestione del personale: 

“Come per tutti
i visitatori stranieri –
si legge in un comunicato della compagnia
-, anche gli equipaggi dei nostri aerei sono tenuti a rispettare le
regole in vigore nei Paesi dove si ritrovano”
. […]

Se non si darà la possibilità di
scegliere volontariamente tra lavorare o meno sulla tratta
Parigi-Teheran,
chi
opporrà il rifiuto
a
indossare il velo
potrà
essere sanzionato
, anche
con decurtazioni dello stipendio. 

“Noi non chiediamo che le nostre
hostess non lo indossino a titolo privato per le strade di Teheran:
questo lo faranno –
ha specificato Pillet -. Vogliamo, invece, che
mantengano la loro libertà per l’uniforme di lavoro”.
 

Va detto
che, nel caso delle altre compagnie internazionali che volano
attualmente a Teheran, le hostess portano sempre il velo. 

Ma, per
quanto riguarda l’
Arabia
Saudita
, devono indossare
l’
abaya,
un vestito lungo, che copre tutto il corpo, ma non hanno l’obbligo
di mettere il velo sulla testa, a differenza di quanto viene imposto
alle donne saudite.

Intanto, nei giorni scorsi,
l’abbigliamento femminile islamico aveva già scatenato un’altra
polemica a Parigi. Diversi marchi dell’abbigliamento (come
Marks&Spencer, Dolce&Gabbana, Uniqlo e presto anche H&M)
si sono lanciati in
linee
ad hoc
per questo tipo di
moda. 

Laurence Rossignol, ministro francese responsabile dei Diritti
delle donne, ha criticato aspramente questa nuova tendenza e ha
dichiarato: “Le
musulmane
che indossano il velo sono come schiave negre che sopportano la
schiavitù”, facendo allusione al fatto che molte donne decidano di
farlo sotto la pressione della propria comunità. 

Elisabeth Badinter,
filosofa e storica femminista francese, ha addirittura invitato le
donne “a boicottare questi marchi”.