General

Diritti delle donne vulnerabili.

di  Marco Cochi, nigrizia, 06 Aprile 2016

Nonostante non manchino le leggi,
il mondo femminile è spesso escluso dai processi decisionali in
politica come in economia. 

E uno degli aspetti più rilevanti emerso
in Gambia nella tre giorni di dibattito tra organizzazioni non
governative.

http://elabora.fondazionenigrizia.it/public/1/nuovo_nigrizia/societ%C3%A0/donne_africa.jpg?width=703&height=342&mode=crop&scale=both

Si è concluso ieri a Banjul, in
Gambia, il Forum delle organizzazioni non governative per
promuovere e salvaguardare i diritti umani in Africa

Per tre
giorni ha riunito oltre duecento associazioni provenienti da tutto il
continente.

Nel corso dei primi due giorni di
incontri e dibattiti è emersa chiara la necessità di rafforzare la
collaborazione con la Commissione africana dei diritti dell’uomo
e dei popoli
per realizzare una piattaforma comune di discussione
e condividere idee ed esperienze sui temi della democrazia e dei
diritti umani in Africa.

Le questioni sollevate rappresentano
gli ostacoli maggiori alla piena realizzazione del rispetto dei
diritti umani nel continente africano. 

Riguardano le condizioni
detentive disumane registrate nelle carceri di molti paesi, la
mancanza della libertà di espressione, il ricorso alla tortura, la
criminalizzazione degli omosessuali, la pena di morte e le esecuzioni
extragiudiziali.

Una drammatica lista di violazioni che
assume un aspetto ancora più inquietante dopo che nel giugno scorso
l’Unione africana ha proclamato il 2016 l’anno dei diritti umani
in Africa.

Discriminazioni

È stato dedicato ampio spazio
anche alla discussione sulla difesa dei diritti delle donne, che in
Africa, a dispetto dell’approvazione del
protocollo
di Maputo
, è ancora molto
problematica. La
convenzione firmata da 48 paesi africani, 36 dei quali l’hanno
ratificata
, non è infatti riuscita a eliminare le molteplici
forme di discriminazione e violenza verso le donne, oltre ad avviare
una politica di parità fra i sessi in tema di diritti e di doveri.

L’algerina Sahli
Fadel Maya
, commissario per i
rifugiati, i richiedenti asilo, sfollati e migranti presso la
Commissione africana dei diritti dell’uomo e dei popoli, ha
dichiarato
che «ancora molto deve essere fatto per rendere
pienamente operativo il protocollo siglato nel luglio 2003». Secondo
Maya, nonostante i notevoli progressi registrati negli ultimi anni,
le donne in Africa sono ancora il gruppo più vulnerabile. 

Tale
condizione dipende anche dal fatto che alcuni stati africani sono in
ritardo nella ratifica del documento e questo sta ostacolando i
progressi dei diritti delle donne nel continente.

Hannah Forster, direttore esecutivo
del Centro africano per la democrazia e gli studi sui diritti umani,
con sede a Banjul
, ha
spiegato
che «in materia di diritti delle donne, le leggi e le
politiche dei governi africani sono molto avanzate, anche se
presentano ancora alcune lacune, ma il vero problema resta la loro
attuazione».


Forster ha inoltre sottolineato
l’urgente necessità di migliorare la condizione delle donne nel
continente incentivando la loro partecipazione al processo
decisionale in campo politico, economico, sociale e culturale.

L’apparato legale del protocollo
dovrebbe vincolare gli stati che lo hanno sottoscritto ad assicurare
alle donne la stessa partecipazione degli uomini ai diritti politici
ed economici e la partecipazione paritaria a tutti i livelli
decisionali. 

Ma ciononostante il divario tra i sessi in Africa
continua ad influenzare in ogni settore.