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Creare se stessi, ecco la ricetta della felicità.

Di Marzia Apice, ansa, 06 Aprile 2016



Marco Lombardozzi torna in scena a
Roma con L’Universo siamo noi.

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Ci sono la fisica quantistica, la
psicologia e la medicina, ma anche un autentico amore nei confronti
dell’essere umano alla base delle riflessioni di Marco Lombardozzi
che ieri sera è tornato in scena al Teatro San Genesio di Roma con
L’Universo siamo noi. 

Una nuova edizione dello spettacolo (dopo il
debutto nell’estate scorsa) in cui il medico e psicoterapeuta romano
propone al pubblico un flusso di pensieri trasformato in teatro e
musica. Sul palco con Lombardozzi – che è autore e interprete dello
show – anche Roberto Deiana, Silvia Santini e Marco Gentili, tutti
impegnati a far divertire il numeroso pubblico in sala attraverso una
accattivante selezione di grandi successi musicali, come Space oddity
di David Bowie, Je vole e Je vais t’aimer di Michel Sardou, Wish you
were here e Brain damage dei Pink Floyd, I will survive di Gloria
Gaynor e infine anche il rap, scritto dall’autore, che riprende il
titolo dello spettacolo. 

Ma in questo lavoro c’è spazio soprattutto
per le riflessioni legate alla possibilità che ognuno ha di ottenere
felicità e realizzazione con una semplice ricetta: conoscere se
stessi per accettarsi ed esprimere le proprie potenzialità
,
abbandonando le false certezze, le menzogne e i preconcetti imposti
dal “comune pensare”. 

L’uomo non ha limiti eccetto quelli
che lui stesso si impone ed è un vero e proprio “viaggiatore
interstellare” se accetta di essere fatto “della stessa
materia di cui sono fatte le stelle”. 

Il punto centrale sta,
secondo l’autore, nel comprendere che ogni uomo non è “altro”
rispetto all’universo, ma ne è parte integrante. 

Se il tempo è
curvo e non lineare, il passato e il futuro appartengono a un’unica
dimensione
e possono toccarsi: ecco allora che ognuno di noi può
avere l’opportunità di conquistare nuove visioni attraverso schemi
diversi, che di certo si pongono in contrasto con ciò che “i
dominatori del mondo ci hanno raccontato”. 

“L’uomo è
cambiamento”, ha detto l’autore rivolgendosi al pubblico, “ci
illudiamo di avere il controllo con la razionalità, ma quello che
chiamano il libero arbitrio è semplicemente cambiare approccio alla
vita”. 

Quindi non dobbiamo rimanere bloccati nel nostro io, ma
aprirci all’universo
per poterne esplorare le varie dimensioni e
scoprirne le leggi.

Nonostante i problemi della
quotidianità la vita è molto più bella e più semplice di come ci
appare. “Dobbiamo creare, non trovare noi stessi e crederci,
senza paura”, ha aggiunto, “così troveremo nuove strade e
non nuove scuse”.