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Cinque idee per migliorare il mondo

di ilpost
14 Aprile 2016.

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Alcune un po’ strambe e impraticabili,
ma comunque interessanti, scelte tra le tante proposte in una
trasmissione radio della BBC.



Da otto anni
su BBC World Service, il canale radio internazionale di BBC, va in
onda The Forum, un programma molto apprezzato in cui accademici,
intellettuali e artisti sono invitati a confrontarsi sulle loro idee
per rendere il mondo un posto migliore. 

Di solito durante la
trasmissione viene richiesto a un ospite di raccontare la sua idea in
60 secondi, prima di essere discussa con gli altri ospiti. Nel corso
degli anni è stato proposto di tutto, con idee spesso impraticabili. 

Lo scopo di The Forum non è proporre qualcosa che possa essere
realizzato concretamente, semmai fornire spunti e libere associazioni
di pensiero per imparare a conoscersi meglio.



Camminare a piedi nudi
 

Sir Antony
Mark David Gormley
ha 65 anni, è uno scultore britannico ed è
conosciuto soprattutto per “Angelo del Nord”, la grande scultura
moderna in acciaio che si trova a Gateshead nella contea di Tyne and
Wear nel Regno Unito. Per un anno circa Gormley non ha indossato
scarpe, andandosene a piedi nudi in giro per il mondo a conferenze e
inaugurazioni di mostre d’arte. 

Dice che ognuno di noi dovrebbe
provare almeno una volta nella vita a recuperare un contatto diretto
con la Terra, a sentirsela materialmente sotto i piedi mentre
cammina: “Mettete la parte più sensibile della vostra pelle a
contatto con tutti i tipi di superficie, che sia un tappeto, del
cemento, il suolo, l’erba”.
 

Gormley spiega che i piedi sono
collegati al nostro cervello e sono un incredibile strumento
percettivo: non indossare scarpe significa anche comprendere meglio
le persone che non hanno l’opportunità di mettersele ai piedi, in
molte parti del mondo e per i motivi più disparati. 

Nel suo anno
senza scarpe, Gormely dice di non avere avuto particolari problemi,
nemmeno d’inverno e nelle giornate di pioggia: è diventato più
cauto e attento quando cammina, conoscendosi meglio dentro grazie al
fatto di sentire amplificato il fuori.



Digiunare una volta alla
settimana

 

Frances Ashcroft ha 64 anni, è docente presso
l’University Laboratory of Physiology di Oxford, Regno Unito, ed è
un’esperta di nutrizione e problemi legati al diabete. 

Propone che
le persone adulte digiunino una volta alla settimana, una soluzione
che secondo lei aiuterebbe ognuno di noi a tenere meglio sotto
controllo l’appetito, a evitare sprechi e vivere più a lungo. 

Oltre 300 milioni di persone nel mondo soffrono di diabete di tipo 2,
una malattia che aumenta il rischio di infarto, cecità e che in
alcuni casi rende necessaria l’amputazione di un arto per via dei
problemi circolatori che comporta. Si stima che al mondo ogni 7
secondi una persona muoia a causa del diabete. L’aumento dei casi
di diabete di tipo 2 è dovuto all’aumento considerevole delle
persone obese, cosa che comporta un grande costo sociale. 

Ashcroft
spiega che: “Digiunare è economico, semplice e ha una lunga
tradizione in diverse culture in giro per il mondo. Naturalmente
prima di farlo è opportuno consultarsi con il proprio medico e
ricordarsi di bere molto. Detto questo, digiunare una volta alla
settimana può portare a una vita più sana, felice e lunga”.
 

Il
consiglio è imparare dal digiuno a comprendere meglio i propri
limiti e le proprie esigenze, in modo da non esagerare con
l’assunzione di calorie nel resto della settimana.



Spegnere tutte le luci,
tutte

 

Anna Frebel ha 36 anni, è nata a Berlino (Germania), è
un’astronoma e si occupa dello studio e della scoperta delle stelle
più antiche che popolano l’universo. 

Propone che almeno una volta
l’anno si spengano le luci nello stesso momento in tutto il mondo
dove è notte. 

In questo modo diventerebbe visibile come raramente
accade un’ampia porzione della Via Lattea, la galassia in cui si
trova il nostro sistema solare. 

La mancanza di inquinamento luminoso
permetterebbe di coglierne la tridimensionalità e alcune
caratteristiche che spesso ci sfuggono, a causa delle luci che
abbiamo intorno. Naturalmente Frebel ammette che la sua idea
assomiglia più a un desiderio che a qualcosa di realmente
praticabile, ma ricorda che se si potesse realizzare, l’umanità
potrebbe imparare qualcosa su se stessa e sul fatto che è collegata
in modo molto più stretto di quanto immagina all’universo.



Uomini e donne
 

Manju Kapur
ha 68 anni, è di origini indiane ed è una scrittrice. Dice che il
mondo sarebbe un posto migliore se fossero gli uomini a svolgere
tutte le faccende domestiche, comprese quelle inerenti al crescere
i figli. 

Kapur fa soprattutto riferimento all’India, dove per
motivi culturali e tradizionali raramente gli uomini aiutano in casa,
senza avere quindi la minima idea di che cosa significhi fare di
continuo ogni giorno le stesse attività per mantenere ordine e
pulizia: “Non significa che le donne debbano dire agli uomini che
cosa devono fare, o che debbano prendere il loro posto, è più una
questione di arrivare a una comprensione reciproca. Penso che quando
c’è armonia in casa, questo si riflette anche nella società”.



Dormire in verticale
 

Hanif Kara ha
57 anni, è originario dell’Uganda, è un affermato docente di
ingegneria strutturale nel Regno Unito e si è messo in testa di
farci dormire in verticale per risparmiare spazio ed energia. 

Kara
spiega che in media una persona richiede circa 7 metri quadrati di
spazio per dormire confortevolmente in orizzontale, ma lo stesso
spazio potrebbe ospitare 70 persone in piedi una attaccata all’altra. 

È un caso estremo, dice, ma ricorda che in quello spazio 35 persone
in verticale potrebbero essere ospitate senza particolari problemi.
L’intera popolazione del mondo, in piedi e su più strati, potrebbe
essere ospitata in questo modo in 50 chilometri quadrati. 

Case
progettate con stanze da letto per dormire in verticale, senza
modifiche agli altri ambienti, consentirebbero di risparmiare molto
spazio e di conseguenza risorse per la loro costruzione,
manutenzione, per il riscaldamento e per l’aria condizionata. 

Il
problema, ammette Kara, è che finora non è stata trovata una
soluzione adatta per dormire confortevolmente in verticale sulla
Terra, soprattutto per rendere riposante la fase di sonno profondo,
quando i muscoli si rilassano.