General

Chi sono i terroristi che cercano di conquistare il Pakistan.

di
Jason Burke, The
Guardian
, 01 Aprile 2016


(Traduzione
di Alberto Frigo)

Sul luogo dell’attentato a Lahore, il 27 marzo 2016. - Arif Ali, Afp
Sul luogo dell’attentato a Lahore
L’attentato
al parco
giochi più frequentato di Lahore
rappresenta finora il più
sanguinoso tentativo da parte di un nuovo gruppo fondamentalista
islamico di affermarsi come il più agguerrito e violento tra le
tante fazioni attive in Pakistan.

L’obiettivo
dell’attentato era la comunità cristiana del paese, da tempo nel
mirino, secondo un’attendibile rivendicazione da parte di
Jamaat-ul-Ahrar,
un gruppo fondato circa due anni fa in seguito a una scissione
interna al frammentato movimento dei taliban pachistani conosciuto
con il nome di Tehrik-i-taliban
Pakistan
(
Ttp),

Tuttavia, quando l’attentatore suicida ha fatto esplodere un
ordigno pieno di chiodi vicino a un parco giochi per bambini a Lahore
tra le vittime ci sono stati molti musulmani.
I
responsabili, probabilmente, non se ne preoccupano.
Negli ultimi
decenni, diversi leader religiosi estremisti hanno provato a trovare
una giustificazione teologica per queste vittime musulmane.
Anche
se sono contestate dagli islamisti, si tratta di argomentazioni che
vengono predicate nelle moschee radicali e si insegnano in molte
scuole religiose del paese.


Un nuovo
gruppo estremista


Il gruppo
Jamaat-ul-Ahrar, come i taliban pachistani in generale, aderisce a
una corrente estremista del movimento
islamico Deobandi
,
rigidamente conservatore, che negli ultimi anni ha compiuto gravi
incursioni in Pakistan, insieme a scuole coraniche altrettanto
intolleranti, influenzate da quelle dei paesi del Golfo, a scapito
delle tradizioni locali, caratterizzate da vedute più aperte.
Il
gruppo, che nasce in una zona instabile lungo la frontiera con
l’Afghanistan, è stato responsabile di una serie di attacchi,
spesso contro funzionari del governo o minoranze religiose, e ha
dichiarato esplicitamente di essere in guerra contro “uno stato di
miscredenti”.
I jihadistidi Jamaat-ul-Ahrar si
autorappresentano come “i veri” taliban pachistani e si oppongono
ai negoziati voluti dai leader ufficiali del Ttp, in seguito a un
attacco contro le loro roccaforti lanciato nel 2014 dall’esercito
pachistano.
Quest’ultimo attentato sembra progettato per
mandare un chiaro messaggio alle autorità locali. Inoltre l’attacco
approfitta della rabbia di molti pachistani per la condanna a morte,
lo scorso febbraio, di un uomo che nel 2011 aveva ucciso un politico
di primo piano che cercava di proteggere i cristiani.
Il primo
marzo, nella città di Rawalpindi, più di centomila persone hanno
partecipato ai funerali
di Mumtaz Qadri
, l’assassino.
La polizia in tenuta
antisommossa ha usato gas lacrimogeni per disperdere le
manifestazioni di protesta contro la condanna a morte di Qadri.
Il
Punjab è da tempo il feudo di gruppi jihadisti

L’uomo
ucciso da Qadri era il governatore della provincia pachistana del
Punjab, che aveva chiesto la grazia per una donna cristiana
incarcerata a causa delle severe leggi sulla blasfemia in vigore nel
paese.
Sembra che Jamaat-ul-Ahrar stia compiendo ogni sforzo
per affermarsi nel Punjab, la provincia più ricca e popolosa del
Pakistan, che è anche il principale bacino elettorale del primo
ministro Nawaz Sharif.
Nel novembre del 2014, il gruppo aveva
compiuto un attentato suicida durante una parata militare al valico
di confine di Wagah.
Il Punjab è da tempo il feudo di
gruppi jihadisti che hanno rapporti con i servizi di sicurezza
pachistani e normalmente evitano di colpire all’interno del paese.

La presenza di altre reti terroristiche in città (soprattutto
quelle legate al Ttp) preoccupa da tempo la polizia e le altre forze
di sicurezza di Lahore.
“Sappiamo che sono qui, ma non
sappiamo perché non abbiano ancora attaccato”, aveva detto nel
2013 un alto funzionario della polizia. Ora l’hanno fatto.