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Burundi, via libera dell’ONU per la polizia a tutela dei civili.

di Edith
Driscoll, interris, 04 Aprile 2016

Il Paese
centro-africano dilaniato dai conflitti interetnici tra Hutu e Tutsi.
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Il
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità
una risoluzione
per lo
schieramento di forze di polizia dell’Onu in Burundi, per
contrastare un aumento delle violenze nel Paese, dopo la contestata
rielezione del Presidente Pierre Nkurunziza.
Il
piccolo Stato centro-africano è dilaniato da una guerra intestina
fratricida
, per la quale
non si contano omicidi, torture e sparizioni, in un clima di terrore
che ha costretto più di 250mila persone a fuggire nei Paesi vicini. 
Le violenze di natura interetnica tra hutu e tutsi sono peggiorate
dall’aprile 2015, quando il presidente Nkurunziza ha deciso di
candidarsi per il terzo mandato consecutivo, sfruttando una
controversa interpretazione della Costituzione, vincendo poi le
contestatissime elezioni nel mese di luglio, con quasi il 74 percento
delle preferenze.
Da
allora, al gennaio di quest’anno, come denunciato da parte
dell’Alto Commissario

delle Nazioni Unite per i diritti umani,
Zeid Raad al-Hussein, almeno
439 persone sono state uccise. Dal Palazzo di vetro ora si teme che
le violenze degenerino in un nuovo genocidio etnico contro la
minoranza tutsi (conosciuta con il nome popolare di Watussi) che
rappresenta solo il 15 percento della popolazione. 
La risoluzione
approvata lo scorso venerdì 1 aprile prevede che il Segretario
generale Ban Ki-Moon si consulti con il governo del Burundi e si
coordini con l’Unione Africana, al fine di presentare, entro 15
giorni, opzioni per il dispiegamento di agenti delle Nazioni Unite a
tutela della popolazione civile.