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E guardo il mondo da un oblò.

di
Redazione Italia, 29 Marzo 2016






Ogni
giorno il dettaglio di un’immagine, un quadro, una foto.



Per
scoprire, stimolare, incuriosire.
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Testa (1982)
 
Nato
il 22 dicembre 1960 a Brooklyn da padre haitiano e madre portoricana,
Jan Michel Basquiat è stato uno dei graffitisti più discussi
degli anni ’80.

Per tre anni con l’amico Al Diaz,
traccia graffiti firmati con la loro sigla (SAMO, “SAme Old
Shit”) sui muri per le strade di New York e sui vagoni della
metropolitana.

Nonostante abbia grande successo, la coppia,
con aspirazioni artistiche differenti, si scioglie nel 1978,
affiggendo ai muri di Manhattan l’annuncio “SAMO IS DEAD”.

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Madre
 
Conclusa
quest’esperienza, Jan Michel Basquiat incontra Keith Haring,
che diventa suo consigliere, ma lavora soprattutto con Andy
Warhol,
acquistando
piena consapevolezza della propria vocazione artistica.
Jan Michel
Basquiat passa così dai muri alle tele e ai legni, di misure più
normali, rispetto alle immense pareti sulle quali si era espresso
fino allora.
Basquiat
utilizza parole, inserite nei dipinti come parte integrante o come
sfondo, cancellate a volte, per attrarre l’attenzione dello
spettatore, esprimendo una realtà multirazziale, di conflitto, dove
vivono tormentate figure primitive.
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Libertà (1982)
 
Jan Michel
Basquiat muore a 27 anni nel 1988 per overdose, anche se negli ultimi
tre anni di vita aveva tentato più volte la via della
disintossicazione.
Pochi mesi
prima di morire aveva dipinto “Cavalcando la morte”,
un quadro in cui la solita figurina nera domina uno scheletro
bianchissimo che cammina a quattro zampe.