Calligrafia giapponese: un’intervista con Chikako Fukami-Thomsen
di Milena Rampoldi, ProMosaik e.V., traduzione italiana di Curzio Bettio, 15.03.2016.
Un’
interessante intervista su un tema che per ProMosaik e.V. costituisce una
assoluta novità, la calligrafia giapponese. Desideriamo ringraziare la
calligrafa Chikako Fukami-Thomsen per la sua disponibilità, e per le sue
eccellenti spiegazioni su questa altissima forma artistica.
interessante intervista su un tema che per ProMosaik e.V. costituisce una
assoluta novità, la calligrafia giapponese. Desideriamo ringraziare la
calligrafa Chikako Fukami-Thomsen per la sua disponibilità, e per le sue
eccellenti spiegazioni su questa altissima forma artistica.
La
Signora Chikako Fukami-Thomsen, nata
a Kyoto, Giappone, vive attualmente a Zurigo. Fin dall’infanzia è stata attiva
nel campo della calligrafia e della pittura (Nihonga) ed ha insegnato
calligrafia in Giappone, negli Stati Uniti ed ora a Zurigo. Numerose sono le
sue esposizioni in Giappone e all’estero. Il suo obiettivo artistico è quello
di raggiungere una unità nella calligrafia e nella pittura Nihonga. Per
approfondimento, si invita a visitare il sito web di Chikako: http://www.japanese-calligraphy.net/
Signora Chikako Fukami-Thomsen, nata
a Kyoto, Giappone, vive attualmente a Zurigo. Fin dall’infanzia è stata attiva
nel campo della calligrafia e della pittura (Nihonga) ed ha insegnato
calligrafia in Giappone, negli Stati Uniti ed ora a Zurigo. Numerose sono le
sue esposizioni in Giappone e all’estero. Il suo obiettivo artistico è quello
di raggiungere una unità nella calligrafia e nella pittura Nihonga. Per
approfondimento, si invita a visitare il sito web di Chikako: http://www.japanese-calligraphy.net/
“Calligrafia
giapponese, chiave per esprimere e comprendere la cultura del Giappone, pensieri trasferiti nell’inchiostro.”
Milena Rampoldi: Come ha iniziato il
suo percorso e trovato il suo stile nella calligrafia giapponese?
Chikako
Fukami-Thomsen: Era il sogno di mia madre, che avrei dovuto eccellere in calligrafia. Infatti, nella mia famiglia abbiamo avuto generazioni di maestri di calligrafia, e quindi mia madre aveva deciso che anch’io dovevo seguire questa tradizione. Così, non appena ho iniziato a riconoscere le parole, sono stata assegnata regolarmente ad un insegnante di calligrafia del luogo. All’età di cinque anni, ero già in grado di impiegare correttamente il pennello. E quando sono entrata alla scuola elementare, mia madre ha voluto che continuassi lo studio della calligrafia sotto un calligrafo di fama, Fukada Hōsen, membro della ristretta cerchia di discepoli del maestro Hibino Gohō (1901-1975) e, tra l’altro, unica donna discepola di Gohō . Hibino Gohō è uno dei più importanti calligrafi giapponesi di questo secolo, e ha promosso attivamente la ricerca e l’uso della calligrafia di stile giapponese classico kana. Il mio apprendistato sotto Fukada sensei (maestra) ha cambiato la mia vita e sto imparando da lei da oltre quarant’anni.
MR:
Qual è l’importanza della calligrafia nell’ arte, nella filosofia e nella cultura giapponese?
CFT:
La calligrafia occupa una posizione centrale nell’arte giapponese. Per lungo tempo nella storia del Giappone, la calligrafia è stato vista come la più importante forma d’arte. Questo è avvenuto anche in Cina: l’importanza della calligrafia in Asia orientale è assolutamente incontestabile. Di conseguenza, tutti gli elementi della calligrafia “dal tocco leggero” sono divenuti importanti: i toni del nero dell’inchiostro, le fondamentali competenze di base e le abilità conseguite sull’uso del pennello, le varie tecniche speciali, i maestri guida e le loro opere, e un apprezzamento per la calligrafia che può essere sentito solo “attraverso la pelle”. Tutto questo ha contribuito all’estetica della calligrafia. La calligrafia è diventata centrale anche nella filosofia giapponese, tanto è vero che ha raggiunto i livelli massimi di espressione attraverso guide religiose, come i maestri del Buddismo Zen. Esiste una lunga tradizione nell’esprimere profondi pensieri attraverso l’inchiostro. Questa tradizione ci è pervenuta in origine, insieme con il Buddismo e la filosofia buddista, dalla Cina. Comunque, anche alte personalità del Giappone si sono espresse attraverso la calligrafia, e così le opere calligrafiche di figure religiose di spicco sono state venerate e custodite gelosamente in varie collezioni. Come parte della cultura giapponese, la calligrafia ha sempre rappresentato un aspetto fondamentale di espressione culturale. Ha sempre fatto parte delle espressioni culturali formali, e quindi la calligrafia è inseparabile dalla cultura giapponese. Con l’avvento del computer, però, la scrittura a mano e a pennello sta diventando patrimonio di pochi competenti con abilità speciali – ma fino ad allora l’arte calligrafica era insita nella vita quotidiana, veniva insegnata nelle scuole, e costituiva parte del modo di esprimere sentimenti e sensazioni di qualsiasi persona istruita.
MR: Quali sono i
rapporti tra calligrafia, poesia e religione?
CFT:
Forse, queste relazioni possono essere meglio evidenziate attraverso le arti calligrafiche del periodo Heian (794-1185). Durante questo periodo, la calligrafia si è evoluta dalle forme cinesi, e le tradizioni giapponesi possono ritrovarsi nei testi di quel tempo, per esempio, ne “I racconti di Genji”. Qui riscontriamo l’uso della calligrafia nella poesia in occasioni speciali, come modo per esprimere emozioni interiori. In seguito, ad esempio, durante il periodo Edo (1615-1868), questo è diventato di stretto collegamento con la pratica, quando monaci e monache, come Rengetsu, Ryōkan, Hakuin e altri, hanno espresso poetiche e riflessioni religiose attraverso la calligrafia. Da qui, possiamo individuare lo sviluppo della calligrafia, dalla società alta ed esclusiva del periodo Heian ai monaci-poeti del periodo Edo, fino a quelle persone che hanno cercato di diffondere verso un pubblico più ampio le espressioni calligrafiche, vincolandole insieme ai pensieri religiosi.
MR: Qual è l’importanza
degli spazi vuoti nella visione giapponese del mondo?
CFT:
Gli spazi vuoti sono molto importanti! In Giappone, si comunica attraverso il vuoto e il silenzio – e questo è particolarmente vero in calligrafia. Gli spazi vuoti sono altrettanto importanti quanto gli spazi scritti – non si può ignorare la presenza del nulla. La capacità di creare e di controllare spazi vuoti arriva solo al termine di una lunga pratica, dopo anni di sforzi. Inoltre, gli spazi vuoti in calligrafia sono da porre in relazione alla cultura del silenzio: il produrre suoni e il silenzio – entrambi sono altrettanto importanti per esprimere sentimenti riservati e pensieri intimi.
MR: Quali sono le cose
più importanti che si possono imparare con la pratica calligrafica?
CFT:
Reggere il pennello e la pratica sono fondamentali per imparare la calligrafia. Non si può imparare standosene seduti su una sedia e pensare. E imparare dai maestri del passato – dal periodo classico, che in Giappone è stato il periodo Heian e in Cina il periodo Tang (618-907) – è di vitale importanza per lo sviluppo di competenze e forme di espressione. Comunque, per stabilire i maestri e i periodi più importanti, questo dipende naturalmente dalle preferenze individuali, e allora io preferisco il periodo Tang.
La lezione più importante della calligrafia è riconoscere le verità
interiori. Non si tratta solo di modellare forme, ma di ricercare orientamenti interni – e, ancora una volta, questa capacità viene assunta solo dopo un lungo periodo di applicazione. Attraverso questa ricerca, col tempo si possono trovare le proprie forme di espressione: paradossalmente, copiando i maestri si arriverà alla fine all’espressione di se stessi.
MR: Ci può spiegare,
condensando i concetti, che cosa la poesia Zen significa per lei, e come può essere espressa nell’arte calligrafica?
CFT:
Considero la poesia Zen in termini di immagini, natura, ed emozione. Quando afferro le immagini evocate dalla poesia, allora provo a pensare al modo di riversarle in calligrafia. Le decisioni che prendo includono la scelta della carta, le forme dei caratteri, i moduli fra spazi e linee. Cerco di rendere la poesia viva all’interno della calligrafia. Nella poesia Zen – come quella di Ryōkan – si possono riconoscere vividi gli elementi della natura: le stagioni, i fiori, e anche i colori dell’erba: queste immagini suscitano sensazioni che vengono espresse dal poeta tramite la scrittura. Certamente, nel riversare la poesia in calligrafia si intende anche prestare attenzione ai sentimenti espressi all’interno delle liriche: sentimenti di nostalgia, di felicità, di tristezza – quindi, tutto questo deve prendere forma attraverso i tratti del pennello. Immagino la poesia Zen come la tessitura di un ordito complesso: le trame sono i sentimenti, e l’ordito è costituito dalle scene della natura. Combinati, creano la poesia Zen espressa mediante la calligrafia. |