General

Terrore ad Ankara

di Antonietta Chiodo, ProMosaik e.V. Italia.
(Fotografia La Press/ Reuters)

Un altro attacco terroristico, questa volta colpisce il cuore di Ankara,
il cuore militare della città. E dritta nel petto ha ferito per la seconda volta
la capitale turca, poco lontano dal parlamento e dal quartier generale. Riconduce
alla mente il massacro nell’ Ottobre 2015 durante una marcia pacifica e
democratica condotta da partiti oppositori e sostenitori dell’HDP, pronta a
fare sentire la profonda voce silenziosa dei pacifisti, per chiedere la fine
degli scontri tra il PKK e le autorità di Ankara che da troppo tempo oramai
destabilizzano il sud della Turchia. In quell’ attacco terroristico ricordiamo
che morirono 102 persone e ne vennero ferite 197.

Questa volta il massacro è avvenuto lungo la strada che collega
Diyarbakir, la città più importante nel sud-est a maggioranza curda, al
distretto di Lice. Ultime dichiarazioni del premier turco Ahmet Davutoglu
durante una conferenza stampa nella sede dello Stato maggiore dell’esercito l’attacco
terroristico avvenuto nell’ ora di punta verso sera sembra sia stato causato da
un uomo curdo siriano di 24 anni. Le vittime accertate ad oggi sono 28 ed i
feriti sono saliti a 60. Confermato da voci ufficiali che la maggior parte
delle vittime sembra siano militari, le indagini sono ancora in fase di
svolgimento, l’attentatore si è fatto esplodere durante il passaggio del
convoglio. L’agenzia di Stampa Al Jazeera conferma che l’attacco sia avvenuto
poco distante da un furgone in procinto di trasportare militari. Il governo
turco indirizza le ricerche in direzione dei ribelli curdi, lo Stato islamico
in Iraq e lo stato islamico (ISIL). Nelle ultime ore spiragli di pace stavano
aprendo la comunicazione con le frange dei ribelli curdi, mentre da Dicembre vi
sono stati vari attacchi sempre di denominazione ISIL, per questo motivo in
varie zone del paese è entrato in vigore il coprifuoco per l’impegno militare
contro le fazioni militanti del PKK.
Salih Merca sarebbe il nome dell’attentatore che si sarebbe finto
rifugiato per riuscire ad entrare in Turchia, originario di Amude. Il ragazzo è
stato riconosciuto grazie alle impronte digitali prese al momento dell’ingresso
nel paese. Importanti le dichiarazioni del premier turco Davutoglu: “I
collegamenti con le milizie curde Ypg sono chiari ed evidenti. Per questo, la
Turchia continuerà a bombardare posizioni delle milizie curdo-siriane Ypg, sia
nel proprio territorio del sud-est a maggioranza curda, sia nel nord della
Siria e dell’Iraq. L’attacco di ieri dimostra che le milizie curde sono
organizzazioni terroristiche”.

Il partito curdo dei lavoratori Pkk non ha fatto attendere la propria
risposta, dichiarando dalla voce del suo co-leader Cemil Bayik: “Non
sappiamo chi abbia effettuato l’attacco di Ankara, ma potrebbe trattarsi di un
atto di ritorsione per i massacri in Kurdistan”.
Dopo i vari attacchi terroristici in cui sono
morti anche molti stranieri, il governo turco ha vietato la divulgazione di
immagini che ritraggono i morti causati da attacchi simili a questo, nel Luglio
scorso iniziò il veto nel rispetto delle vittime.