General

Suo padre le sparò in testa nel nome dell‘onore



Nicholas D. Kristof 
Tradotto da  Milena Rampoldi میلنا رامپلدی
Editato da  Fausto Giudice Фаусто Джудиче فاوستو جيوديشي

INDIPENDENTEMENTE dal successo che avrà, il nominato agli Oscar dal massimo impatto – che forse potrebbe salvare la vita di migliaia di ragazze — potrebbe essere un film di cui non avete mai sentito parlare.


Il protagonista non è Leonardo DiCaprio, ma Saba Qaiser, una ragazza pachistana autentica di 19 anni. La sua odissea ebbe inizio quando si innamorò contro la volontà della sua famiglia, fuggendo poi per sposare il suo ragazzo. Alcune ore dopo il matrimonio, suo padre e suo zio la persuasero di entrare in macchina. La condussero in un posto nei pressi della riva di un fiume per assassinarla per averli sfidati — un delitto d’onore.

http://tlaxcala-int.org/upload/gal_12749.jpg


Prima picchiarono Saba, poi suo zio la tenne ferma, mentre suo padre le puntava la pistola in testa per poi premere il grilletto. Spruzzava il sangue, Saba cadde a terra e il padre e lo zio la misero in un grande sacco e la gettarono nel fiume per farla affondare. E poi se ne andarono, pensando di aver restaurato il buon nome della famiglia.



Inaspettatamente Saba era priva di sensi, ma viva. Aveva mosso a scatto la testa, mentre partiva il colpo e la pallottola passò per la parte sinistra del suo viso, ma non la uccise. L’acqua del fiume la rianimò. Riuscì a uscire dal sacco, salendo poi a terra. Vacillando raggiungse una stazione di servizio e qualcuno chiamò aiuto.
Quasi ogni 90 minuti in una parte del mondo, nella maggior parte dei casi in un paese musulmano, viene commesso un delitto d’onore. Solo in Pakistan si hanno oltre 1.000 casi all’anno, e spesso gli assassini rimangono impuniti.
Guardando il documentario di Saba, A Girl in the River: The Price of Forgiveness, continuavo a pensare che mentre nel 19esimo secolo la sfida morale centrale nel mondo era la schiavitù, e nel 20esimo il totalitarismo, in questo secolo la questione morale fondamentale riguarda l’abuso e l’oppressione di cui sono vittime così tante donne e bambine in tutto il mondo.
No so se “A Girl in the River” vincerà un Oscar nella sua categoria del documentario breve, ma comunque fa differenza. Citando il film, il primo ministro pachistano Nawaz Sharif ha promesso di cambiare le leggi del paese per far fronte ai delitti d’onore.
La storia di Saba mette in evidenza come la legge esistente permette agli assassini di passarla liscia quando la loro motivazione era legata all’onore. Dopo che i medici erano riusciti a salvare la vita di Saba — e gli ufficiali di polizia pattugliarono la porta affinché suo padre non potesse tornare per portare a termine il lavoro — la ragazza decise di perseguire sua padre e suo zio.
“Si dovrebbero uccidere in pubblico sulla piazza di un mercato all’aperto”, disse alla regista del film, Sharmeen Obaid-Chinoy, “affinché una cosa del genere non avvenga mai più.”
La polizia arrestò il padre di Saba, Maqsood, e suo zio, Muhammad, che in loro difesa affermarono di aver fatto la cosa giusta.
“Ci ha privati del nostro onore,” disse Maqsood dalla cella del carcere. “Se in un gallone di latte inserisci una goccia di piscio, tutto il latte ne rimarrà contaminato. Lei ha fatto esattamente questo… Allora io decisi di ucciderla con le mie mani.”
Maqsood raccontò che dopo aver ucciso Saba, ritornò a casa e disse a sua moglie: “Sono andato ad uccidere nostra figlia.” Poi aggiunse: “Mia moglie si mise a piangere. Che cosa avrebbe potuto fare altro? Sono suo marito. Lei non è che mia moglie.”
I colpevoli dei delitti d’onore spesso non vengono perseguiti perché la legge pachistana permette alle famiglie delle vittime di perdonare un omicidio. Di conseguenza un uomo che uccide la propria figlia ottiene il perdono da parte del resto della famiglia, facendola dunque franca.
Saba subì una pressione enorme da parte degli anziani della sua comunità che la esortarono a perdonare il padre e lo zio. Alla fine, il fratello maggiore di suo marito — il capo-famiglia della sua nuova famiglia — le disse di perdonarlo e di voltare pagina. “Non c’è altro modo,” disse, “dobbiamo viverci insieme nello stesso vicinato.”
Saba assecondò la sua richiesta, e suo padre e suo zio vennero rilasciati dalla prigione. “Dopo questo incidente, tutti dicono che sono più rispettato di prima”, pavoneggiò suo padre. “Posso dire con fierezza che nelle generazioni future nessuno agirà come Saba.” Le famiglie ancora vivono nello stesso quartiere, anche se il padre insiste che non cercherà mai più di uccidere Saba.
L’unico modo per combattere i delitti d’onore consiste nel porre fine all’impunità. Saba cercò di fare la sua parte e speriamo che il primo ministro Sharif farà il dovuto per porre termine al sistema legale del perdono.

“Volevo lanciare un dibattito a livello nazionale sul tema”, afferma Obaid-Chinoy, la regista del film. “Finché non ci saranno pene di detenzione per dare l’esempio, i delitti d’onore continueranno.”
Dall’ 11/9, gli USA hanno speso miliardi di dollari per rimodellare l’Afghanistan e il Pakistan con mezzi militari; credo che avremmo raggiunto di più, se avessimo puntato di più sull’educazione e sui mezzi di emancipazione femminile.
Un punto di partenza consisterebbe nell’incoraggiare i governi a proteggere le ragazze adolescenti dai padri che vogliono ucciderle. Erodere quest’ampio modello di ingiustizia basato sul genere è nell’interesse di noi tutti. Questo è il grande lavoro incompiuto del nostro secolo.