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“Le lingue devono essere ponti e non muri”: Tlaxcala


di Fact
International,
 8 gennaio 2016. Traduzione italiana di Milena
Rampoldi, ProMosaik e.V.

Un’intervista con Fausto Giudice,
uno dei coordinatori di Tlaxcala, la rete internazionale di traduttori per la diversità
linguistica
Potrebbe esporre alle nostre
lettrici e ai nostri lettori l’attività del Suo sito, il motivo della sua
fondazione e il significato del suo nome?  
Tlaxcala è una rete di traduttori
volontari che pubblicano il loro lavoro sul proprio sito. L’associazione
Tlaxcala è stata fondata 10 anni fa da attivisti su internet per organizzare e
razionalizzare il lavoro di traduzione. Molto spesso il traduttore è isolato e
lavora da solo. Allo stesso tempo anche la migliore traduzione deve essere
sempre riletta da un madrelingua. Ecco il motivo per cui abbiamo fondato una
rete che offre la possibilità di cooperazione tra traduttori. All’inizio
eravamo solo in tre, dopo in 5, 10 e ora in 120, ovviamente con un livello di
coinvolgimento diverso. Pubblichiamo testi in 15 lingue. In quasi dieci anni
abbiamo pubblicato circa 30.000 articoli e documenti (testi, immagini, video e
audio).
Molto presto, quando abbiamo
iniziato a parlare del progetto, ci siamo accordati sulla necessità di creare
una base chiara del nostro lavoro. Allora abbiamo redatto un Manifesto, in cui
spieghiamo la nostra filosofia comune e le nostre idee di base. Prima di entrare
a far parte della rete, chiediamo a tutti i traduttori di leggere il nostro
manifesto e di comunicarci se lo condividono. Abbiamo scelto il nome Tlaxcala
per diffondere il seguente messaggio: un popolo o una comunità oppressa da un
impero non deve fidarsi di un altro impero per conquistare la propria libertà.
Il popolo di Tlaxcala infatti in Messico aveva sostenuto i conquistatori spagnoli
per distruggere il regno degli aztechi. Ma dopo aver fatto il lavoro, i “liberatori”
europei si occuparono anche del popolo di Tlaxcala che a sua volta venne
parzialmente eliminato.
L’obiettivo principale che perseguiamo dalla
fondazione consiste nel lottare contro il monopolio imperialista della lingua
inglese su internet. Questo monopolio non è solo linguistico, ma anche
culturale, ideologico e infine politico. Persino la lingua Newspeak, utilizzata
dal Ministero della Verità nel romanzo di Orwell 1984, è l’inglese! Il
dominio imperialista è percepibile ovunque. Per citare un esempio: Le Nazioni
Unite hanno sei lingue ufficiali: inglese, francese, spagnolo, russo, arabo e
cinese. E vige anche l’obbligo di pubblicare tutti i documenti in queste
lingue. Ma molti, se non la maggior parte, dei documenti dell’ONU vengono
pubblicati solo in lingua inglese o forse anche in francese e spagnolo, ma non
in russo, arabo o cinese. Alcuni rapporti molto importanti sulla Palestina e la
Siria non esistono neppure in lingua araba. Lo stesso vale per le
organizzazioni gestite dall’Occidente, dal Fondo Monetario Internazionale fino
all’UE. Inizia a parlare la loro lingua, e alla fine impara a pensare come
loro. Inoltre la maggior parte dei madrelingua inglese, partendo dai 323
milioni di americani, sono monolingue. E questo significa che non sono in grado
di parlare in un’altra lingua che non sia l’inglese. Questo fatto contribuisce
all’indottrinazione del pensiero in una sola direzione, un fenomeno che in
francese si chiama pensée unique. La traduzione di testi in altre lingue
che non siano l’inglese va dunque considerata come un tipo di lavoro umanitario
e/o una terapia per persone che hanno subito un lavaggio del cervello per
sostenerle a correggere la loro visione errata ad esempio su Palestina/Israele,
sul Venezuela, sui paesi dell’ex unione sovietica, in altre parole sul resto
del mondo. 

Naturalmente non possiamo concorrere con i media commerciali,
visto che questi hanno delle possibilità fenomenali, se le paragoniamo con le
nostre: infatti, paragonati con la grande industria, non siamo che degli
artigiani. Loro raggiungono milioni di persone, noi solo decine di migliaia. Ma
in ogni caso facciamo parte dei media alternativi globali che influenzano in
modo non trascurabile i media commerciali dunque anche la formazione dell’opinione
pubblica. I documenti che pubblichiamo spesso vengono ripubblicati e trovano il
loro percorso attraverso la giungla dell’internet. Il fatto che siamo tutti
volontari e il nostro lavoro è completamente senza scopo di lucro, ha sia
vantaggi che svantaggi. Il vantaggio consiste nella piena libertà da ogni
pressione e da ogni potere. Gli svantaggi consistono nella nostra estrema povertà
che non ci permette di poter vivere di questo lavoro. Per questo dobbiamo
guadagnare il nostro pane da un’altra parte. Questo ovviamente limita il
potenziale dei nostri associati di poter esercitare un lavoro regolare con scadenze
rigorose.   
Alcune regioni in cui viene suddiviso il materiale sul Suo sito si
sovrappongono. Questo non crea confusione quando si pubblicano i materiali?  
Tutti i tipi di categorizzazione sono imperfetti. Noi
abbiamo combinato la suddivisione geografica con quella tematica. Questo fatto
spesso ci costringe a scegliere dove pubblicare un articolo. Se ad es. abbiamo
del materiale sul conflitto russo-turco sulla Siria, ci chiediamo dove
inserirlo. Va inserito nel settore Umma (sui paesi arabo-islamici di cui
fa parte anche la Siria) o nel settore Europa (di cui fa parte la Russia) o nei
temi universali (in cui sono coinvolti diversi paesi)? Decidiamo caso per caso.
Non è poi così importante visto che la gente si orienta sulla base dei tag che
inseriamo alla fine di ogni articolo, più che secondo i settori. Visto che da
noi le analisi sono prioritarie rispetto alle “notizie a caldo”, il nostro sito
va visto come una biblioteca di riferimento più che come portale di notizie online.
Gli articoli che dopo alcune ore non sono più attuali non ci interessano.
L’autore dell’estrema sinistra russo Tarasov insiste sul fatto che la
sinistra deve apprendere ed utilizzare le lingue rare. In questo approccio egli
vede un mezzo di opposizione all’imperialismo. Che legame vede tra la lotta all’imperialismo
e il sostegno delle lingue rare?  

In tutto il mondo ci sono 6.000 lingue. Ogni due settimane ne scompare una.  Se questa tendenza persiste, alla fine di
questo secolo il 90% delle lingue umane sarà estinto. In realtà la diversità
linguistica si sviluppa esattamente come la biodiversità. Le specie si estinguono
e causano il surriscaldamento globale. Per questo ci si deve impegnare nella
difesa e protezione della diversità linguistica allo stesso modo in cui ci si
lotta per la biodiversità biologica.
Per poter combattere l’imperialismo in modo efficiente
si devono conoscere almeno due lingue, ovvero quella dell’impero e la propria,
o se possibile almeno una o due lingue in più per poter costruire delle
alleanze. Nel sito di Tlaxcala abbiamo cercato di creare degli spazi per le
cosiddette lingue rare: esperanto (con 100.000-10 milioni di parlanti) e tamazight
(con 45 milioni di parlanti, senza uno stato chiaro nei paesi in cui la lingua
viene parlata, ovvero dal Marocco all’Egitto). Ma questi settori non sono molto
attivo visto che ci mancano le risorse umane sufficienti. Avere la possibilità
di poter pubblicare in tante lingue rimane un sogno. Si deve guardare in faccia
alla realtà: è difficile mobilizzare le persone affinché partecipino ad un
progetto se non si hanno altri mezzi che la buona volontà e un paio di computer!
I movimenti nazionalisti sono a favore dell’imposizione obbligatoria di una
lingua nazionale all’interno dei confini dei loro stati. Questo principio viene
praticato fino all’estremo dalla Turchia. Lo difendono anche i nazionalisti
ucraini. C’è stato il tentativo di vietare la lingua russa che era divenuta il
catalizzatore della ribellione anti-maidan in Ucraina. Che alternativa vede al
principio della lingua ufficiale obbligatoria?
La risposta alternativa ad un’ideologia non può
consistere in un’altra ideologia, ma solo nella realtà. Nelle questioni
linguistiche che suscitano numerose passioni l’unico metodo consiste nel
verificare la realtà, traendone poi le conclusioni. I bambini dovrebbero sempre
imparare a leggere e a scrivere nella loro lingua madre vera e propria e non
nella lingua “ufficiale”, se desiderano diventare degli adulti con una buona
padronanza degli attrezzi di base. Appena quando padroneggiano bene questi
attrezzi di base, possono poi esser introdotti in una seconda o terza lingua. La
maggior parte dei paesi dell’ex blocco socialista sono bilingui o plurilingui.
Dunque dovrebbero introdurre più di una lingua come lingua ufficiale e/o
nazionale. L’errore che commette la maggior parte dei nazionalisti in tutto il
mondo consiste nel fatto che fanno delle lingue dei muri, mentre invece
dovrebbero essere dei ponti. L’autore algerino Kateb Yacine una volta disse “Il
francese è il nostro bottino di guerra”, impegnandosi a favore del mantenimento
della lingua francese come seconda lingua in Algeria, oltre all’arabo (e al tamazight,
il cosiddetto berbero).
Il traduttore automatico di Google migliora di continuo. Alla sua lista si
aggiungono sempre più lingue asiatiche ed africane. Google rappresenta una
minaccia potenziale per i Suoi progetti?
Un mezzo efficiente ed affidabile di traduzione
automatica per me sarebbe un vero e proprio sogno. In questo modo potremmo
dedicare il nostro tempo e la nostra energia a dei compiti molto più
importanti. Ma il percorso è ancora lungo. Come spiega Umberto Eco: i
traduttori automatici vengono alimentati con dizionari invece che con
enciclopedie. Possono tradurre frasi più o meno semplici e brevi, ma non testi più
lunghi e complessi. Infatti in questo secondo caso il risultato consiste in una
confusione totale. E per correggere una traduzione fatta da un traduttore
automatico ci vuole lo stesso tempo che per ritradurre il testo da zero. Visto
che siamo tutti volontari e il nostro lavoro non viene retribuito, non abbiamo
nulla da perdere. Dunque diamo il caloroso benvenuto a qualsiasi robot
intelligente! Добро пожаловать в любой действительно умного робота! Ma nel
frattempo abbiamo urgente bisogno di nuovi collaboratori che traducono dal
russo e verso il russo. Tutti i volontari sono il benvenuto! Ci scriva! http://www.tlaxcala-int.org/contact.asp