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Roger Waters: musicista per i diritti umani


by Antonietta Chiodo, ProMosaik e.V. Italia. Un articolo sul bisogno di contrastare Israele, di boicottare con qualsiasi mezzo pacifico l’apartheid dello stato sionista. Un esempio classico di un artista che combatte per i diritti dei palestinesi: Roger Waters dei Pink Floyd.

Roger Waters, front man dei Pink Floyd, nella stesura
di The Wall e di tutti i suoi testi, i diritti umani gridano forti nelle radio
e nel cuore delle persone, non solo per la Palestina, ma per tutte quelle
minoranze che non hanno la libertà di esistere a causa di un usurpatore che non
concede loro questa libertà di esistere. Sostenitore esemplare del BDS e dei diritti dei palestinesi la
lotta di Water rappresenta una forma di lotta non violenta per abbattere l’economia
dello stato di Israele, la fonte più efficace che sino ad oggi ha permesso di
vedere risultati reali.
Neve Shalom – Wahat al-Salam
Un uomo che non ha mai avuto paura di esporre le
proprie opinioni ed il rammarico contro quegli artisti che come Robbie Williams
ed altri hanno preposto il Dio denaro al di sopra di rapimenti e torture nei
confronti del popolo palestinese e dei bambini detenuti illegalmente nelle
carceri, minorenni a cui non è permesso vedere le proprie famiglie nei primi
mesi di detenzione e spesso senza un supporto legale nei mesi antecedenti la
prima fase processuale.
L’inizio di questo suo nuovo percorso accanto al BDS
fu casuale, quando anni fa in scaletta un suo concerto a Tel Aviv venne
criticato dalle associazioni pro-palestinesi. Il gruppo ricevette centinaia di
mail di attivisti che alla fine convinsero i Pink Floyd a cambiare città. Spostarono
la data del concerto tanto attesa nella città di Neve Shalom. Infatti i
residenti del villaggio di Neve Shalom Wahat al-Salam (Oasi di Pace in ebraico
e arabo)
che sorge su una collina vicino al confine con la Cisgiordania, equidistante
da Tel Aviv e da Gerusalemme, è un simbolo della convivenza arabo-ebraica. Qui
le persone hanno scelto di vivere fianco a fianco nell’unica vera comunità
mista in Israele.
 
Roger Waters in prima linea si trovò spesso a
dissuadere artisti statunitensi ed europei ad esibirsi in Israele per non
incrementare l’economia di un paese caratterizzato dall’oppressione e dall’Apartheid
e per isolarlo per gli abusi e le violenze contro i palestinesi. Eclatante fu
l’evento che vide coinvolto il gruppo di Jon Bon Jovi che ricevette la seguente
lettera:
Cari Jon Bon Jovi,
David Bryan e Tico Torres
In passato ho
spesso scritto lettere dettagliate, e qualche volta persuasive, ai colleghi musicisti,
cercando di incoraggiarli a non dare credito al governo di Israele e alle sue
politiche di apartheid e rifiutandosi dunque di esibirsi in Israele. Avendo
letto i commenti di Jon sul giornale Yediot Ahronoth della scorsa settimana,
non mi sprecherò a parlare delle similitudini tra l’apartheid israeliana e
quella del Sudafrica e di sottolineare la posizione morale sostenuta da alcuni
artisti in passato, e da molti adesso, dopo decenni di oppressione israeliana
nei confronti dei palestinesi.

Il dado è
tratto, avete deciso di suonare a Tel Aviv il 3 Ottobre. Avete preso una
posizione.

Siete spalla a
spalla
Con il
colonizzatore che ha bruciato il bambino
Con il
guidatore del bulldozer che ha fatto a pezzi Rachel Corrie
Con il soldato
che ha sparato ai piedi del calciatore
Con il marinaio
che ha bombardato i bambini in spiaggia
Con il cecchino
che ha ucciso il bambino con la maglietta verde
….E il
ministero della Giustizia che ha chiesto il genocidio
Avevate la possibilità
di mettervi
Sul lato della
giustizia
Con il pilota
che si è rifiutato di bombardare i campi profughi
Con
l’adolescente che ha scelto otto anni di prigione invece dell’esercito
Con il
prigioniero che ha fatto 266 giorni di digiuno fino alla libertà
Con il dotto
che è stato respinto per aver salvato delle vite
Con il
contadino che è stato accoltellato per aver attraversato il muro
Con il bambino
senza una gamba che cresce tra le macerie
E con tutti i
550 bambini di Gaza che non cresceranno mai
Per colpa dei
missili e dei carrarmati e delle munizioni che abbiamo mandato
I morti non
possono ricordarvi i crimini che avete ignorato. Ma, per timore di dimenticare,
“Restare tra i silenziosi e gli
indifferenti è il peggior crimine di tutti”
Roger Waters

Non si potrà mai dimenticare l’intervento a Bruxelles
di artisti di fama mondiale per condannare l’ennesimo massacro sulla Striscia
di Gaza durante l’Operazione Margine Protettivo, in cui intervennero nomi quali
Ken Loach, Roger Waters, Christiane Hessel, Vandana Shiva, Rom Kasrlil e
Richard Falk, lasciando il parlamento europeo a bocca aperta. Vennero
confrontate prove indissolubili sulla grave e distruttiva offensiva nei
confronti del popolo palestinese dal 1967 ad oggi, documentando l’uso di 700
tonnellate di artiglieria pesante: «Circa due tonnellate di ordigni per
chilometro quadrato». Testimonianze di chi sul campo tra cui medici, cronisti,
giornalisti ed attivisti hanno appurato l’uso di armi che nella totale
violazione della convenzione di Ginevra hanno ucciso senza pietà inclusi
proiettili a frammentazione, bombe a grappolo e uranio impoverito, dirigendo deliberatamente
attacchi contro obiettivi e strutture civili, in totale disprezzo dei principi
cardine del diritto internazionale umanitario. Le conclusioni della giuria
dimostrano che le violazioni perpetrate non sono limitate all’illiceità
internazionale dell’occupazione e dell’offensiva israeliane, ma corrispondono a
diversi crimini di massa codificati nello Statuto di Roma della Corte Penale
Internazionale, di cui il Tribunale raccolse prove talmente numerose.
Grazie alle numerose prove e testimonianze ancora i
crimini della guerra continua di Israele contro i palestinesi sono palesi: le
esecuzioni di civili palestinesi che avvengono a cielo aperto da parte delle
truppe sioniste, le irruzioni in piena notte da parte dei militari che
rapiscono bambini, lo sradicamento dei campi di ulivi da parte dei coloni ebrei
illegali, l’occultamento dei cadaveri dopo l’esecuzione di palestinesi per presunti
attacchi terroristici, i blocchi di rifornimenti idrici e dell’erogazione di
energia elettrica in seguito alla chiusura delle fognature e dei circuiti che
mettono continuamente a repentaglio la salute della popolazione palestinese.
Sino ad oggi l’Onu e tutte le istituzioni legate alla
tutela dei diritti umani, con un monitoraggio sul campo e la stesura di
centinaia di pagine, documentano la violazione totale dei diritti umani e
l’abuso perenne compiuto dello stato sionista, che lede la dignità di un popolo
che da decenni lotta per la propria sopravvivenza. Grazie ad attivisti del
calibro di Roger Waters la voce della Palestina non cessa di farsi sentire e la
possibilità di condannare le violazioni sarà presente nella speranza che un
giorno la parola giustizia sia finalmente una realtà e non più una mera utopia.