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I morti che non contano: il buco nero di Beirut




Fausto Giudice Фаусто Джудиче فاوستو جيوديشي



Tradotto da Milena Rampoldi میلنا رامپلدی



Sono
indignato, rivoltato e disgustato. Ieri, giovedì 12 novembre 2015 alle
18, tre kamikaze dello “Stato Islamico” si sono fatti saltare in aria in
una delle strade più frequentate di Bourj El Brajneh, a Beirut.  Hanno
causato la morte di ben 43 persone, ferendone altre 239. 




Questa mattina ho dato
un’occhiata alla stampa internazionale per vedere chi parla di questo
attentato terroristico. Ho consultatole prime pagine dei quotidiani di
18 paesi europei e i principali quotidiani di altri continente: nulla,
nulla, assolutamente nulla.

I morti di Beirut non sono in prima pagina in NESSUN quotidiano europeo, eccezion fatta per la Frankfurter Allgemeine Zeitung
che dedica al tutto un titolo neutrale, sulla prima pagina in basso,
che recita: “Dutzende Tote bei Anschlag in Beirut” (decine di morti in
un attentato a Beirut).  

Si deve passare alla stampa libanese e israeliana per trovare
un’informazione in prima pagina. Ora immaginatevi per due secondi che i
kamikaze si siano fatti saltare nell’avenue Louise a Bruxelles, in Via
Veneto a Roma, in un centro commerciale di Vancouver o in qualsiasi
altro luogo del PRIMO MONDO. Allora il tutto sarebbe fino sulla PRIMA
pagina di tutti i quotidiani del mondo, e sarebbe andato in onda
ininterrottamente su tutti gli schermi. Ma Beirut non fa parte del PRIMO
MONDO. Ma dei cammellieri che fanno fuori altri cammellieri, non
interessano nessuno. Dai che siamo tutti…pagliacci!