General

La stagione delle quaglie procura un raro piacere alla popolazione di Gaza a corto di carne

di 
Mohammed Omer محمد عمر

Tradotto da 
Milena Rampoldi , editato da

Fausto Giudice,Tlaxcala
Originale: Quail season brings rare treat for meat-starved Gazans

Molti
abitanti di Gaza che soffrono di insicurezza alimentare dipendono dagli
uccelli migratori – come le quaglie comuni – per nutrire le loro
famiglie.  








È giunta la stagione della migrazione delle quaglie a Gaza, una grande
gioia per molti abitanti che altrimenti non avrebbero la possibilità di
cibarsi di carne.


Prima
dell’alba, sulla costa del Mediterraneo di Gaza, il 19enne Maher
Shamalakh trema nel freddo mattutino. Dall’inizio di settembre tutti i
giorni si impegna per poter mantenere i membri della sua famiglia.

Siamo
nella stagione della migrazione della quaglia comune. E Maher ha
posizionato delle reti lunghe 50 metri lungo la riva del mare,
aspettando i suoi ospiti migratori provenienti dall’Europa per scendere
sulla riva di Gaza o continuare in direzione dell’entroterra.
“Ho
ereditato questo lavoro da mio nonno che lo ha svolto per ben
quarant’anni”, dice il ragazzo, mentre spinge la parte restante della
sua rete in un pilastro di legno fatto a mano.
La quaglia comune è un uccellino della famiglia dei fagiani – Phasianidae – nota in Europa e simile alla quaglia giapponese, ma con un richiamo molto particolare.
Non è ancora sorto il sole, ma c’è abbastanza luce per vederci. Shamalakh  sta
seduto tranquillo su un sacco di grano con la scritta dell’UNRWA, con
una maglia bianca Adidas, osservando l’orizzonte per individuare le
ombre di piccoli uccellini. È una questione di fortuna, ci racconta.

Numerosi
bambini di Gaza aiutano i loro genitori e aspettano sulla spiaggia
prima dell’alba per dare una mano nella caccia alle quaglie
“Ogni
tanto entrano nelle mie reti sulla riva, mentre altre volte sorvolano
le reti dirigendosi verso edifici alti o atterrano più in giù nelle reti
dei miei amici”, ci racconta Shamalakh.
Anche
se ancora ragazzo, deve mantenere cinque fratelli e quattro sorelle, e
questo è l’unico lavoro che ha un paio di settimane all’anno. Un dono
divino e della natura.
“Altri
vendono gli uccelli al mercato, ma io preferisco portarli a casa come
cibo per la mia famiglia”, dice in un momento in cui non ha
disponibilità di denaro per acquistare beni alimentari.
Dopo
la preghiera dell’alba nella vicina moschea fa ritorno alle sue reti. È
molto silenzioso a Gaza città. Il traffico non ha ancora iniziato, e si
sentono solo il rumore degli zoccoli degli asini sulla strada e il
mormorio delle preghiere dalla vicina moschea.
Ecco
che giunge la nuova alba e gli scolari si alzano per andare a scuola.
Shamalakh invece il suo periodo scolastico l’ha terminato. Si rende
conto di non disporre dei mezzi necessari per intraprendere gli studi
universitari come avrebbe desiderato. La sua famiglia voleva che
continuasse a studiare nonostante la povertà, ma all’età di 19 anni ha
una grande responsabilità nei confronti dei suoi fratelli e delle sue
sorelle.
Parlare della quaglia comune per lui è una delle tematiche preferite, anche se le quaglie arrivano solo una volta all’anno.
“Mi
piace moltissimo la minestra di quaglia”, dice, sorridendo nella luce
fioca. Spera di cacciare tanti uccelli per la cucina della famiglia.
Passano
un paio di minuti di silenzio, mentre soffia una brezza marina gelida.
Le sue ossa sono gelate. Ma ne vale la pena, se riesce a portare a casa
qualche quaglia per preparare una deliziosa zuppa calda.
Ci
racconta della migrazione degli uccelli da lontano. “Lo so che il
destino di alcuni uccelli è quello di finire nelle mie reti per poi
ritrovarsi sulla tavola di casa mia”.
Nel
periodo restante dell’anno – dopo la migrazione delle quaglie – sono
solo disponibili un paio di verdure, coltivate in giardino. Nei negozi
di Gaza i commercianti cercano di vendere verdure, ma i consumatori non
hanno soldi per acquistarle visto che la maggior parte delle popolazione
di 1,8 milione di
persone sono disoccupate e i costi di produzione sono in aumento.
La
stagione delle quaglie è un periodo speciale per tutti coloro che hanno
la pazienza di cacciare questi uccellini sia per venderli che per
portarli a casa per consumarli in famiglia
La
famiglia di Shamalakh è conosciuta per la coltivazione di frutta
stagionale, inclusi fichi e ficodindia, oltre alla famosa uva croccante
di Sheikh Ijlin – uno dei frutti preferiti della popolazione di Gaza.
Di
mattina sulla spiaggia chiacchiera con Abu Ehab, il suo vicino, padre
di quattro figli, che fa anche lui affidamento sulla stagione migratoria
per portare a casa il sapore della carne a sua moglie e ai suoi figli.
L’Organizzazione
Mondiale della Sanità da anni si preoccupa degli indicatori di
malnutrizione in aumento e dell’incremento dei casi di sottosviluppo
(crescita rachitica), di spreco, di bambini sottopeso e dei tassi
elevati di anemia tra i bambini e le donne incinte.



 




Le quaglie stanche di volare finiscono nelle reti sulla spiaggia di Gaza

Il
sole continua a penetrare nel buio dell’alba – ora è giunto il momento
in cui delle piccolissime ombre svolazzano sull’orizzonte, e mentre
Shamalakh bisbiglia, nota il movimento davanti a lui. Quattro coppie di
quaglie sono atterrate nelle sue reti. Gli uccelli sono stanchi e
decidono di atterrare sulla spiaggia coperta dalle reti di Shamalakh.
Shamalakh emette un urlo di gioia: “Le ho prese! Le ho prese!”
Gli
uccelli vivono la costa di Gaza come un luogo accogliente, anche se si
tratta dell’enclave costiera bloccata da Israele ove 1,8 milioni di
persone sono circondate da recinzioni, controllate da droni e
dall’esercito israeliano in un settore che secondo le Nazioni Unite non
sarà più
abitabile entro il 2020, visto che la popolazione cresce ad un ritmo soffocante.
“Venite,
cari, benvenuti!” dice Shamalakh, felicissimo di sentire il corpo caldo
della piccola quaglia nelle sue mani fredde. Il suo amico vicino lo
aiuta a raccogliere gli uccelli dalle sue reti. Il suo sorriso brilla
come il sole mattutino. Mette con cautela gli uccellini in un sacco
bianco.
La
quaglia comune è un uccellino rotondo, a sfumature marroni con strisce
bianche intorno agli occhi e con il mento bianco per i maschi. Le sue
ali sono relativamente lunghe – e alcune quaglie atterrano nelle sue
reti fisse e non riescono più a volare oltre.
Nonostante
le piccole dimensioni dell’uccello, qui è diventato un alimento di base
per coloro che non possono permettersi una dieta basata su carne di
manzo, agnello e pollo tutto l’anno. In Occidente la quaglia è una
prelibatezza nei ristoranti di lusso. Qui a Gaza è un raro sostituto
della carne abituale, che ha costi proibitivi per molti. Ma bastano
alcune reti disposte prima dell’alba durante la stagione delle
migrazioni – da settembre ad ottobre – e un giovane paziente con nove
fratelli da sfamare.
Dal
nulla appare un commerciante che offre 15 NIS (3,40 €) per ogni coppia
di quaglie. Shamalakh non ha comunque alcuna garanzia di poterne
catturare molte, e dunque preferisce portarsi gli uccelli a casa. Si
allontana con il commerciante dalle reti, sperando di catturare più
uccelli.
Il
commerciante racconta che oramai sono anni che alleva quaglie per
venderle nei mercati locali. Qui le vende a 4,30 € a coppia. Dopo averle
catturate, le coppie di quaglie necessitano un periodo tra le 6 e le 8
settimane per l’accoppiamento. Fanno tra le 6 e le 12 uova in un nido al
livello del terreno. Le uova si schiudono dopo 16-18 giorni.
Il
commerciante dice che si riesce a guadagnare bene, ma Shamalakh delude
il commerciante visto che desidera portarsi gli uccellini a casa.
“Dobbiamo
mangiarli noi, visto che non ci sono altre fonti alimentari. Al
momento, è tutto quello che abbiamo”, ci dice, visto che più quaglie
atterrano nelle reti del suo vicino, e Abu Ehab canticchia: “Uno, due,
tre, quattro, cinque uccellini, tutti in una volta”, e salta sorridendo.






Una madre prepara le quaglie appena catturate per cucinarle, farcendole di riso  

Il
commerciante e Shamalakh guardano all’orizzonte, mentre il sole si sta
alzando al di sopra della linea del mare, e individuano delle navi
militari israeliane, che si aggirano furtivamente nel raggio delle sei
miglia nautiche, alla ricerca di barche di pescatori di Gaza da
scacciare.  
Il mercante sorride: “Bene, questi uccellini per me
sono l’unico punto di collegamento con il mondo esterno. Sono giunti con
coraggio da lontano, ben al di là delle navi militari israeliane, e
rompono il blocco di Gaza, che invece dovrebbero rompere i nostri
fratelli arabi vicini.”
Shamalakh
risponde con un sorriso, dicendo: “Festeggeremo, mangiandoli questa
sera e catturandone il più possibile per i nostri fratelli e le nostre
sorelle, prima che volino via e non tornino più.”
Oggi
preparerà la zuppa per la famiglia, un’eredità di suo nonno, gustando
il suo sapore e la piccola quaglia in migrazione. Suo nonno facevo
questo lavoro per divertimento quando i confini di Gaza erano ancora
aperti, e la vita andava bene, ma ora i suoi nipotini ne dipendono per
sopravvivere.
Shamalakh dice che Gaza ha la grande fortuna di
trovarsi tra i due continenti Africa ed Asia sui percorsi migratori
degli uccelli e degli umani antichi. Ma riesce a comprendere il
significato di tale libertà solo quando tiene nella sua mano questo
minuscolo uccellino. Forse non gli verrà mai concessa la libertà di
visitare tali luoghi per poi ritornare a casa, a Gaza. 

La
quaglia catturata con la rete è una dieta speciale per le famiglie che
fanno fatica a mantenere una dieta sana a causa del blocco israeliano.
Fotografie: Mohammed Assad/MEE