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Donne musulmane: ribellione contro le MGF, l’esempio di Abiodun dalla Nigeria


by Antonietta Chiodo, ProMosaik e.V. Italia, FGM e la storia di una “donna combattiva”
nigeriana, una donna moderna plasmata da culture antiche. Commento di Milena
Rampoldi: Un’intervista vera ed autentica ad Abiodun, donna nigeriana da anni
residente in Italia. Vorrei ringraziare di tutto il cuore Antonietta per questa
intervista e Abiodun per il suo immenso atto di coraggio nel dirci tutto questo.
Infatti parlare di questa pratica è più che doloroso e anche difficile a causa
di restrizioni sociali e tradizionali. Abiodun ha subito l’ablazione, ovvero il
taglio del clitoride, quando aveva 8 giorni. Una storia di violenza e
matrimonio forzato. Tutti fenomeni di oppressione femminile. E fenomeni che
mettono in evidenza la debolezza dell’uomo che crede di avere il diritto di
manipolare l’Islam per sottomettere la donna. E ne esce un quadro di violazione
dell’etica islamica. Un quadro della solitudine femminile.

Fonte Unicef:

La prevalenza del fenomeno delle mutilazioni genitali femminili
varia considerevolmente da regione a regione all’interno del medesimo
Stato: a fare la differenza è l’appartenenza etnica.

In 7 Stati (Egitto,
Eritrea, Gibuti, Guinea, Mali, Sierra Leone e Somalia
) e
nel Nord del Sudan il fenomeno tocca praticamente l’intera
popolazione femminile. In altri 4 paesi (Burkina Faso, Etiopia, Gambia, Mauritania) la diffusione
è maggioritaria ma non universale. In altri 5 (Ciad, Costa
d’Avorio, Guinea Bissau, Kenya e Liberia
) il tasso di
prevalenza è considerato medio – tra il 30 e il 40% della popolazione
femminile, mentre nei restanti paesi la diffusione delle MGF varia dallo 0,6 al
28,2%.

Anche il tipo
di intervento mutilatorio
imposto varia a seconda del gruppo etnico
di appartenenza. Il 90% delle MGF praticate è di tipo escissorio
(con taglio e/o rimozione di parti dell’apparato genitale della donna), mentre
un decimo dei casi si riferisce all’azione specifica della “infibulazione“,
che ha come scopo il restringimento dell’orifizio vaginale e può a sua volta
essere associato anche a un’escissione.

Lagos, Nigeria, una cittadina composta da
parecchi agglomerati urbani: Abiodun nasce qui, da madre nigeriana e padre
militare, sono sei fratelli, tre maschi e tre femmine. Una famiglia
matriarcale, una donna definita una guerriera dal volto regale alleva i suoi
bambini, spesso in assenza del marito e si trova a gestire anche un negozio di
alimentari completamente sola. Abiodun è la seconda delle tre sorelle a subire
la brutale pratica della mutilazione dei genitali femminili. Infatti a tutte le
donne della sua linea sanguigna è stato imposto questo rito tribale, come
accade ancora fino ai nostri giorni in molti paesi africani e del Medio Oriente.
Nella zona nigeriana di Lagos questa pratica consiste nel taglio del clitoride
nei primi giorni di vita dell’infante.
Mi trovo nel soggiorno di una cara amica che
mi ospita in questi giorni. Abiodun si siede di fronte a me, una donna semplice.
Ultimamente a Bologna la temperatura è calata parecchio e si sta facendo strada
l’autunno. Lei ha un piccolo copricapo bianco, come una cuffia di seta che le
circonda il viso, indossa un maglione grigio chiaro ed un paio di jeans, mi
osserva con la schiena inarcata in avanti, immagino che non sappia che cosa
possa portare questa intervista, ma ammiro il suo gesto di fiducia nei miei
confronti, le sue gambe sono accavallate e le sue mani strette le une alle
altre chiuse tra le cosce.
Ho bisogno che si fidi di me per poter parlare
liberamente, importante è ascoltare la voce silenziosa di chi non ha avuto
possibilità di divulgarla ed usare tutti i mezzi in mio possesso per lasciarla
volare lontano, sfiorando menti, pensieri e soprattutto coscienze. Mi trovo di
fronte una donna dal grande carisma, una madre che sa cosa sia la fatica di
ricominciare da zero, una donna che conosce il dolore, la forza ed il
rinnovamento. Abidoun lavora ai piani in un albergo gestito da italiani in cui
la maggior parte dei lavoranti è straniera, non ama il suo lavoro, ma dice di
farlo al meglio perché è l’unico modo che ha per vivere. Abidoun è una donna
molto religiosa, conosce praticamente a memoria il Corano e grazie alle sue
preghiere sa contrastare la rabbia che spesso i soprusi e l’ignoranza le
lanciano addosso.
Antonietta Chiodo: Che lavoro fai qui in
Italia e come ti trovi?
Abiodun: No, non sono felice, sono molto arrabbiata, la mia rabbia esce dalla
gola. Ma io ho Dio che mi dà la forza, perché Lui è sempre con me e so che se
mi faranno del male Lui lo vedrà sempre. Perché io sono buona e non voglio mai
fare del male a nessuno.
Antonietta Chiodo: Quindi non ti trovi bene
dove sei?
Abiodun: Sono molto arrabbiata perché dicono che noi stranieri rubiamo il lavoro
agli italiani, però io prima lavoravo in cucina. Infatti ho il diploma da
seconda cuoca. Da quattordici anni lavoro in questo albergo, mi trovavo sempre
a fare il doppio delle ore, un italiano non lo farebbe mai, ora sono da tempo
cameriera ai piani, mi trovo a pulire quindici camere in sei ore. Passano a
controllarmi sempre e se sbaglio a mettere una cosa mi fanno la lettera. Agli
italiani viene richiesta la metà del mio lavoro e dopo tre giorni di prova se
ne vanno!
Antonietta Chiodo: Per quale motivo se ne
vanno?
Abiodun: … perché dicono che sono sfruttati, quindi siamo noi stranieri a
doverlo fare il lavoro…  loro per gli
stessi soldi non fanno neanche la metà del nostro lavoro!
Antonietta Chiodo: E’ un albergo di lusso
quello in cui lavori?
Abiodun: Sì, l’ultimo piano sono tutte suite, sono bellissime e costano mille
euro a notte, ma non vedo mai chi c’è in quelle stanze, li vanno quelli
importanti!
Antonietta Chiodo: Mille euro a notte? Io non
potrei mai permettermelo… avrai visto un sacco di donne bellissime passare di
là in questi anni!
Abiodun: Sono belle sì, ma sono sporche dentro!
(Mentre lo dice, si copre la bocca, e con aria
fiera mi guarda fissa negli occhi.)
Antonietta Chiodo: Tu sei nigeriana vero? Ti
va di raccontarmi della tua terra?
Abiodun: La mia è una bellissima terra. C’è tanta magia nel mio paese, la magia è
una cosa seria e importante. Io da piccola avevo paura delle streghe. Se hai
dei nemici, questi con la magia possono farti del male. Le streghe africane con
l’aiuto della magia possono scegliere e conoscere il tuo destino, fanno molti
riti strani…
Antonietta Chiodo: Hai mai assistito ad uno di
questi riti?
Abiodun: No, ho sempre avuto paura di queste cose, non mi sono neppure avvicinata
a quei luoghi.
Antonietta Chiodo: Mi racconteresti un
aneddoto della tua infanzia, in cui ricordi tua mamma?
Abidoun: Si, io allevavo i miei fratelli, cercavo di dare una mano a mia madre,
avevo tredici anni e la mia ultima sorellina era appena nata, piangeva e non
sapevo come fare per farla smettere, allora tirai fuori un seno e lei si
attaccò, così smise di piangere. Ero molto stanca e mi addormentai senza
accorgermene, mi svegliò il pianto di mia madre che vedendoci così si commosse
talmente tanto che crollò in lacrime. Aprì gli occhi e lei lì davanti a me, la
piccola invece dormiva ancora col mio seno tra le labbra.
Antonietta Chiodo: Giorni fa mi trovai ad intervistare
sempre sul tema delle mutilazioni genitali femminili il presidente di un’associazione
che si occupa delle popolazioni masai in Kenya, ed ho trovato meraviglioso che
siano riusciti a fargli cambiare l’usanza di dare ai bambini il cibo per
ultimi…Che cosa ne pensi?
Abiodun: Verissimo! Quell’uomo ha detto la verità, è una cosa importante, anche
da noi in Nigeria i bambini vanno sottomessi, devono stare zitti ed anche da
noi il cibo i più giovani lo ricevono alla fine.
Antonietta Chiodo: Se ora te la senti vorrei
farti una domanda; rispondi sempre e solo a ciò che non ti crea dolore. A che
età hai subito l’ablazione?
Abiodun: Nei primi giorni di vita del bambino si festeggia perché è venuto alla
luce, da noi invece all’ottavo giorno alle bambine si elimina il clitoride… perché
così non ti ricordi del dolore e non hai danni psicologici dopo.
Antonietta Chiodo: Un intervento molto precoce
e delicato…
Abiodun: Sì… ma da noi tutto viene fatto molto presto, ti tolgono il clitoride all’ottavo
giorno di vita e poi a tutti i bambini sia maschi che femmine vengono tolte le
tonsille il primo mese di vita.
Antonietta Chiodo: Hai sorelle?
Abiodun: Sì, ne ho due di sorelle, l’ultima non è stata tagliata perché poi i
medici hanno scoperto che in realtà fa male al corpo. A me lo hanno fatto in
ospedale, gli ospedali da noi ci sono, ma devi pagarli. In Nigeria l’ablazione era
illegale solo se non veniva fatta da un medico.

Antonietta Chiodo: Secondo te perché tua
nonna, tua madre, tua sorella e tu stessa avete tutte subito l’ablazione, il
taglio del clitoride?

Abiodun: Perché gli uomini sono egoisti, loro possono fare quello che vogliono.
Invece tu così, senza il tuo clitoride, non desideri altri uomini. I medici
hanno smesso di fare queste cose perché hanno scoperto che le infezioni
potevano portare alla sterilità della donna.
Antonietta Chiodo: Quindi viene da pensare che
è stato più per un problema pratico che hanno iniziato a limitare questa
pratica… e non per questioni umane… non lo trovi triste?
Abiodun: Sì…
Antonietta Chiodo: Come ti senti… come donna
hai la sensazione di essere diversa da un’altra donna?
Abiodun: No, io non sono diversa, per me non cambia niente … ma alle mie figlie
non lo farei mai, non permetterei mai che qualcuno le tagliasse via una parte
del loro corpo. Loro devono restare come sono. Mi vengono i brividi a pensare
che possa capitare alle mie bambine, non lo permetterei mai!
Antonietta Chiodo: Vorrei farti una domanda
che potrebbe sembrarti stupida, ma sicuramente mi aiuteresti a comprendere.
Anche se hai subito un’ablazione, tu provi piacere a livello fisico, intendo
sessualmente?
Abiodun: Sì, sì, io provo quello che provano tutte le donne, se amo un uomo
anche io provo il piacere e lo sento. Ma posso stare anni senza sentire il
bisogno di un uomo, non è fondamentale per me, sono stata anche sei anni senza
avere qualcuno accanto. Sono una donna forte.
Antonietta Chiodo: Tu sei divorziata, vuoi
parlarmi del tuo matrimonio se ti va? So che non è stato un avvenimento felice.
Abiodun: Si, sono arrivata vergine al matrimonio, avevo ventinove anni. Con le
donne sono molto duri, mio padre è anche un militare, quindi non bisognava mai
trasgredire le sue regole. Ricordo che a venticinque anni andai ad una festa,
tardai di mezz’ora e mi chiuse fuori casa, mi lasciò dormire fuori. Mio
fratello se ne accorse e mi fece entrare di nascosto in camera sua e mi lasciò
il suo letto.
Antonietta Chiodo: Eri vergine al matrimonio,
ma hai mai baciato qualcun’altro prima di quel giorno?
Abiodun: Sì, baciai l’uomo che avrei voluto sposare, un ragazzo con cui uscivo,
anche lui era musulmano ma non era del mio paese, io sono originaria di Lagos,
allora non si fidavano di lui. Una mia zia decise che avrebbe indagato su chi
dei due era giusto per me. Quando tornò dopo alcuni giorni lei scelse l’uomo
che non amavo ed io ho dovuto sposarlo.
Antonietta Chiodo: Tu hai accettato questa decisione
o hai cercato di ribellarti?
Abiodun: Sono andata a parlare con sua sorella per dirgli cosa stava succedendo,
ma lei disse che sarebbe stato via per due mesi. Allora ho pensato che in quei
due mesi lui poteva tornare sposato con un’altra donna ed io sarei rimasta sola
senza marito. Dalle nostre parti capita spesso che una donna rimanga sola… per
questo ho avuto paura di finire così anch’io.
Antonietta Chiodo: Devi avere sofferte molto.
Vero?
Abiodun: Sì, tantissimo, lo ho perso per sempre, non c’erano i cellulari come
adesso o internet. Lui andò via per due mesi, sua sorella disse la verità.. Io
invece ho sposato un diavolo.
Antonietta Chiodo: Immagino non sia stata una
bella esperienza. Che cosa è accaduto con quest’uomo?
Abiodun: Ci siamo sposati in Nigeria, lui mi ha portata in Italia, non sapevo
nulla di questo paese, non conoscevo la lingua, lui era violento e mi picchiava,
io arrivai qui senza capire nulla e con la mia bambina di otto mesi. Varie
volte venne la polizia e l’unica parola che riuscivo a dire ai poliziotti era ticket,
ticket!! (Abiodun ora scoppia a ridere e si copre la bocca con la mano). Io
volevo un biglietto per tornare a casa dalla mia famiglia, ma loro non conoscevano
la mia lingua.
Antonietta Chiodo: Quindi tu eri sola con la
tua bambina, lui faceva uso di sostanze quando ti picchiava?
Abiodun: Si, lui beveva tanto e fumava tanto hashish, con lui non ho conosciuto
l’amore, all’inizio io e la bambina dormivamo in un lettino basso e lui nel
letto matrimoniale perché il giorno dopo sarebbe dovuto andare a lavorare. A
volte dava botte alla bambina, allora scelsi di dormire sul divano. Quando lui
voleva sfogare il suo bisogno di notte, mi tirava verso di lui e faceva quello
che voleva, mi prendeva.
Antonietta Chiodo: Ti ha mai fatto pesare il
fatto di avere subito l’ablazione?
Abiodun: No, mai. Non è mai successo ti dico la verità. Mai.
 Antonietta Chiodo: Secondo te perché allora
quest’uomo ti ha sposata?
Abiodun: Non lo so, credo per avere solo dei figli, ma non mi ha mai amata,
mentre io ero in Nigeria ho saputo che nella mia casa dormiva una donna
italiana con cui lui stava, andò via due giorni prima che io arrivassi. Ma
questa donna non ne voleva saperne di avere dei figli.
Antonietta Chiodo: Come vivi tutta questa
situazione con le tue figlie?
Abiodun: Non è facile per me, sono una donna africana sola, con due figlie, una
di undici anni e la più grande di diciannove. La prima è identica al padre, per
me è complicato relazionarmi con lei, ha il suo stesso carattere, vuole comandare
e non porta rispetto. Vedo quando invita i suoi amici a casa, i giovani di oggi
hanno tutto, troppa libertà, non hanno rispetto.
Antonietta Chiodo: Non hai avuto fortuna con
gli uomini, quanti uomini hai avuto nella tua vita?
Abiodun: Ho avuto tre uomini in tutta la mia vita ed anche l’ultimo non è stato
il massimo, lui era fissato sul sesso e con le donne ci sa fare. Ha avuto molte
donne italiane anche sposate, che sono molto attratte dagli africani.
Addirittura quando fa la doccia al lavoro alcune colleghe entrano in quella
degli uomini per vederlo, gli ho detto che una come me non la troverà mai, ha
cercato di tornare, ma io non sono un giocattolo, sono una donna forte e non ho
bisogno di un uomo per essere felice.
Antonietta Chiodo: Mi stai dicendo che quando
è nudo e fa la doccia al lavoro entrano a vederlo le donne?
Abiodun: Sì.
Antonietta Chiodo: Secondo te tra la
sessualità islamica e quella occidentale, delle donne… moderne, che
differenza c’è? Se c’è?
Abiodun: Sì, sì che c’è, la donna islamica è meno libera perché non pensa solo ad
un piacere fisico, ma quando va con uomo prima pensa se possono costruire
qualcosa. Non ci va solo perché gli piace ma se c’è l’idea di farsi una
famiglia. Le donne occidentali non se ne preoccupano troppo, se sono stimolate
ci vanno, anche se sono sposate. Noi se non siamo innamorate, non abbiamo rapporti
sessuali.
Antonietta Chiodo: Hai avuto solo uomini
africani nella tua vita?
Abiodun: Sì.
Antonietta Chiodo: Hai mai immaginato o
pensato che tu potessi innamorarti di un uomo italiano?
Abiodun: In verità, sì. Ma lui non lo sa, non ho mai avuto il coraggio di
dirglielo perché non sono sicura che potrei piacergli. Poi io voglio tornare
nel mio paese e lui non mi seguirebbe, nel mio paese io ci tornerò, io mi
conosco, lo farò e me ne andrò. Per lui vorrebbe dire abbandonare tutto.
Antonietta Chiodo: Onestamente, per gli uomini
nigeriani la donna che ha subito la mutilazione dei genitali femminili ha un valore
superiore rispetto alle altre?
Abiodun: Si, ma gli uomini sono come i cani, pensano solo a se stessi! Gli
uomini non sanno amare..  e ogni volta
che penso alla mia vita prego per le mie figlie.
Antonietta Chiodo: Tu credi che essere cresciuta in Nigeria possa averti temprata?
Abiodun: Sì, mia mamma era una guerriera (in questo momento i suoi occhi
diventano lucidi ed è come se stesse osservando immagini lontane, che io posso
solo immaginare), ha tirato su sei figli da sola, anche quando stava male ed i
suoi occhi si riempivano di lacrime, lei rideva, anche quando era malata, ci
proteggeva dal suo dolore.
Mi ha insegnato che basta avere forza e
coraggio e da solo puoi fare tutto ciò che vuoi. Mia nonna e mia mamma sono
state le mie guide.
Antonietta Chiodo: Se io ora ti dicessi che da
recenti stime sembra che in tutto il mondo le donne che hanno subito le
mutilazioni genitali femminili sono 150 milioni e che ogni anno si aggiungono
3.000.000 di bambine… che cosa penseresti? 
Abiodun: No, no ti prego no! Ma perché lo fanno? Siamo nel 2015 e fanno ancora
queste cose? Non ci posso credere, no, non capisco, non lo accetto! Poi è
assurdo perché io il piacere lo ho provato lo stesso, e sesso lo ho fatto lo
stesso!
Antonietta Chiodo: Se ti chiedessi di
descrivere tua madre, che cosa mi diresti?
Abiodun: La vedo come una guerriera, non si tirava mai indietro, i suoi capelli
erano molto lunghi, lunghe treccine tutte raccolte sul capo, un lungo vestito
colorato, e sorrideva, sorrideva sempre.
Antonietta Chiodo: Che cosa pensi degli
uomini?
Abiodun: Penso che gli uomini non siano dei profeti. Nel Corano sono state
scritte delle cose importanti, e i profeti hanno Dio dentro. La maggior parte
degli uomini di oggi dice di seguire il Corano. Ma nessuno di loro ha rispetto
e non è in grado di accudire neppure una sola moglie.
Antonietta Chiodo: Tu credi in Dio?
Abiodun: Sì, Lui è la mia forza, Lui ti dà amore, vita, senza di Lui io sono
niente. Prego cinque volte al giorno, e digiuno di lunedì e giovedì come faceva
il Profeta per festeggiare le sue stupefacenti vittorie condotte in nome
dell’Islam.
Antonietta Chiodo: Che cosa vorresti lasciarmi
prima di chiudere l’intervista?
Abiodun: Ti dono una bellissima frase che c’è nelle tradizioni del Profeta dell’Islam
e che sicuramente non conosci. Recita che il paradiso giace sotto i piedi
delle madri
-.
Tu sei mamma e ricorda, una figlia non troverà
mai la pace, se sfida i suoi genitori. Non va mai fatto, perché la madre è
colei che ti ha dato la vita, e per nove mesi ha rischiato la sua per darti
alla luce, quindi non permettere mai a tua figlia di mancarti di rispetto!