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Bombe su Gaza e i per favore di Abu Mazen richiesti all’ ONU nel ricordo delle danze palestinesi all’Expo di Milano


di  Antonietta Chiodo, ProMosaik e. V. Italia
I dettagli dopo il raid avvenuto la scorsa notte verso le 3 a.m. sulla
“Striscia di Gaza” complicano o trasmettono un quadro sempre più
ampio. Gli organi militari israeliani dichiarano di essere intervenuti dopo un
missile partito dalla Striscia ed intercettato nei pressi della piccola città
di Ashdod, attaccando quattro siti terroristici. Nel frattempo l’attacco su twitter
è stato rivendicato dal gruppo salafita “Brigata Sheikh Omar Hadid”. Prima
della partenza del presidente Netanyahu per gli Stati Uniti, il portavoce
dell’esercito israeliano Peter Lerner ha dichiarato “Hamas è responsabile e lo
sarà sempre per ogni attacco che proviene da Gaza”.

Le recenti dichiarazioni dello stato di Israele che porta a pensare ad
una voglia di pace da parte del presidente Netanyahu segnalano la possibilità
di abbandonare definitivamente il lembo di terra palestinese facendo però in
modo di interrompere totalmente la fornitura di energia elettrica ed il
necessario ad una sopravvivenza quotidiana. Inoltre tutte le fazioni che fanno
capo a Tel Aviv hanno dichiarato che anche il semplice lancio di pietre va
considerato un attacco armato che lede l’incolumità del popolo israeliano.
Teniamo a ricordare che più di trecento bambini sono detenuti tutt’ ora
nelle carceri israeliane, bambini a cui molte associazioni per i diritti umani
hanno confermato abusi e torture dopo numerose verifiche sul territorio. Ricordiamo
inoltre che all’inizio dell’anno 2015 gli stati di Israele, Egitto ed
Afghanistan sono stati presi nel mirino dall’HRW per lo sfruttamento di tutti i
detenuti, anche quelli adulti, per fini di lavoro pari allo schiavismo, decessi
non ben definiti causati anche dal fatto che spesso ai detenuti non venga
concesso l’accesso alle cure sanitarie necessarie.
Tutto risulta sospeso nell’aria ed al quanto nebuloso, considerando gli
accadimenti degli ultimi giorni dichiarati dai media internazionali che
raggruppano le maggiori potenze mondiali per contrastare l’ISIS, che ovviamente
nel frattempo tramite un video del Califfo non poteva fare altro che minacciare
di spazzare via Hamas dalla faccia della terra.
Molti post e parecchi articoli esultano allegramente per lo sventolare
della bandiera palestinese alle Nazioni Unite, ma io da cerbero ed ignorante mi
chiedo, se una bandiera che sventola possa modificare il tutto, visto e
considerato che L’ OLP ha presentato balli e danze proprio negli scorsi giorni
all’Expo di Milano, dopo una mobilitazione di piazza di numerosi attivisti e
comunicazioni di massa per boicottare l’evento per mesi interi ancora prima
della sua apertura. Infatti la manifestazione era stata chiaramente definita
quale sito della globalizzazione con radice palesemente israeliana.
Giornatona piena, visto e considerato che il presidente palestinese Abu
Mazen si è trovato ad esclamare più volte la frase “Per favore, Per
favore”
chiarendo che è arrivato il momento di non tirarsi più
indietro e che lo stato palestinese ha bisogno di essere protetto.
Spesso sembra che la comunicazione tra l’attivismo e politica si vada
inceppando e che sia troppo facile dare la colpa semplicemente allo stato di
Israele. In effetti sarebbe una trama scontata il mettersi gioco, eliminando i
disaccordi politici territoriali tra le forze dei vertici palestinesi. Questo
permetterebbe finalmente di perseguire tutti insieme uno stesso obiettivo che
consiste nel ridare dignità a persone che da decenni vivono nel terrore
quotidiano.