General

Anoressia: una storia italiana vera


di Antonietta Chiodo, ProMosaik e.V. Italia. Commento di Milena Rampoldi, ProMosaik e.V.: Una bellissima intervista, vera, sul mondo della modo. Sul modo in cui l’uomo fino ad oggi decide dell’aspetto della donna. La perfezione e la bellezza dettate dall’uomo rendono il cibo il nemico numero uno della donna, mettendo a repentaglio la sua vita fisica, psichica ed emozionale. Camilla, una donna coraggiosa che racconta la sua storia alla nostra collega Antonietta Chiodo.

Donne che amano, donne che combattono, donne
che lottano, piangono, scappano una vita intera, si nascondono, vengono
nascoste dietro ad un velo, osservano lo specchio fino a quando quest’oggetto
inanimato arrivi ad inghiottirle, donne che scrivono la verità senza sconto
restando sole, donne da abiti firmati vuote e ombre di se stesse, donne dai
mille figli come migliaia sono le donne intorno a noi.
Viviamo un epoca a cavallo del progresso,
colori e decisioni apparentemente sempre più libere, internet ci permette di
viaggiare senza muovere gambe e glutei, scoviamo abusi in ogni angolo del mondo
solo con un click eppure siamo quì a cercare di essere perfette per un mondo
plasmato dal potere, che ci ha imposto dei 
scelto dei clichè. Questa intervista parla di Camilla Grandi, una
semplice ragazza piemontese il cui sogno è quello di lavorare nel Fashion
System, molti penseranno che una intervista così per chi si occupa di diritti
umani abbia poco senso. Il nostro motto è che tutto ha un senso, abbiamo la
capacità di osservare e non dare mai nulla per scontato, abbiamo cavalcato il
terreno della Guerra, della Interculturalità, di FGM e nota indelebile che
definisce il filo conduttore è che ogni spietata decisione che viene presa sul
corpo della donna è quasi sempre per mano maschile o regole indette da un mondo
plasmato mantenendo la femminilità in ombra perenne. Oliviero Toscani grande
fotografo italiano a livello mondiale per l’ennesima volta fece tremare il
mondo della Moda con una foto, come quelle che cavalcarono le campagne
pubblicitarie per Benetton legate ai diritti umani, nel 2007 diede il volto
dell’anoressia ad Isabelle Caro, modella morta poco tempo dopo al limite dei
trenta chili. La polemica non cambiò le cose, ma il coraggio è dire in tutti i
modi e con più voce possibile che così non va e non importa quale sia la
cultura, se qualcosa traballa e quel qualcosa si identifica nella vita di un
altro essere umano, allora non va e la strada da percorrere è palesemente ancora
lunga.
Camilla oggi si presenta così: Mi chiamo Camilla Grandi, sono nata il 21
dicembre 1994 a Torino. Il 14 ottobre del 2014 mi sono iscritta
all’Istituto Europeo di Design,  Torino
con indirizzo FASHION DESIGN poiché considero la moda una delle arti più
potenti del mondo.
I miei interessi principali, tengo a precisare
che sono parecchi,  ne elencherò quindi
solo alcuni, sono: la moda, in primis (scoprire nuove tendenze, nuovi mondi, la
bellezza delle collezioni, ma anche la fatica di mettere in piedi un buon
progetto, l’organizzazione di eventi, sfilate, gli shooting, riviste di moda e
via discorrendo). Amo la fotografia, in quanto penso che valga sempre la pena
di scattare fotografare,perchè ciò equivale a ricordare per me, persone,
viaggi, posti che magari non si rivedranno mai più. La scrittura è un altro dei
miei interessi: mi piace descrivere un posto, una figura, ma sopratutto
un’emozione. Un amore. Una storia. Scrivo di tutto quello che vedo, ma
soprattutto di quello che provo. Spero sempre di trasmettere ciò che sento io
anche se a volte risulta piuttosto difficile.

Il mio sogno è quello di lavorare nel campo
della moda in uno dei settori che maggiormente mi affascina e di avere una vita
serena, pulita, travolgente, ma anche eccentrica. Un po’ come sono io.

Antonietta Chiodo: Camilla hai un sogno da raccontarci?

Camilla: Ne avrei parecchi, ma come dice Ligabue “per un desiderio che
esprimi te ne rimangono fuori altri cento”, scherzi a parte, il mio sogno
più grande è quello di emergere nel campo della moda, avere un lavoro appagante
in questo ambito e sentirmi realizzata.
Antonietta Chiodo: Perchè hai scelto il mondo della moda?In fin dei
conti è un mondo in cui è palese che il corpo della donna venga sfruttato al
limite fisico per essere usato a scopi di mercato.
Camilla: Inizio col dire che non sono molto d’accordo. Il mondo della moda è un
mondo vasto e sicuramente difficile, ma non tutti i settori che rientrano in
questo campo prevedono un corpo quasi scheletrico ed esile. Se vogliamo,
possiamo dire che sono sulle passerelle, maggiormente, che  vediamo sfilare i corpi troppi magri delle
modelle, ma non tutto il mondo della moda lo richiede.
Antonietta Chiodo: Cosa pensi del problema legato al disturbo alimentare
connesso alla società odierna sopratutto nel mondo occidentale?
Camilla: Sicuramente ho avuto un periodo, precisamente da fine maggio, dove ho
iniziato a non mangiare più regolarmente come prevede una buona alimentazione.
Saltavo alcuni pranzi o cene, ma  diciamo
che ho iniziato solo ad essere più attenta al mio fisico. E, sia chiaro, non
perché io fossi in sovrappeso, quello mai, sono sempre stata una ragazza dal
corpo normale, dal peso ideale e dalle giuste forme, ma semplicemente sentivo
la necessità di mangiare di meno per motivi che non mi sento di spiegare. Io
non devo guarire da nessun disturbo alimentare. Se posso girare un po’ la tua
domanda posso risponderti con chiarezza. “Si può guarire dal disturbo alimentare?”
Sì, si può. Ma è un processo lungo che richiede soprattutto una grande forza
mentale. Quello che bisogna sapere e spero che, soprattutto le ragazze,
capiscano un giorno è: l’anoressia è una malattia psichiatrica serissima con un
alto tasso di mortalità. Non si scherza col cibo, non è un gioco. Chi entra nel
girone infernale di questo disturbo ha evidenti problemi che, forse, non sono
dettati solo dal voler essere bella e perfetta. Se vogliamo citare Freud e la
psicoanalisi lui riteneva che l’anoressia nasceva da un rapporto sbagliato tra
madre e figlia. Ma non mi dilungherei troppo poiché è una parentesi molto lunga
da spiegare. Comunque sì, si può guarire, ma non tutti ci riescono.
Antonietta Chiodo: Quanto ti sei sentita amata nella tua vita e sopratutto
riesci a percepirlo?
Mi sono sentita amata davvero parecchie volte, ma solo una volta in
particolare mi è rimasta veramente nel cuore. L’ho percepito dal mio senso di
serenità assoluta, di leggerezza, di allegria.
Antonietta Chiodo: Quando ti guardi allo specchio… cosa vedi?
Camilla: Una ragazza bella e forte. Ci sono giorni in cui vorrei che qualcosa
del mio aspetto cambiasse e ci sono giorni in cui mi impegno per provare a
eliminare quei piccoli difetti che noto guardandomi allo specchio. Altre volte,
invece, mi sento bene e sicura di me.
Antonietta Chiodo: A vederti sembri sicura, perfetta, bella, insomma una
giovane donna  che non ha bisogno di
niente, cosa gli altri non riescono a percepire, dove sbagliano?
Camilla: Intanto grazie per i complimenti. E’ una domanda piuttosto complicata,
io mi sento piuttosto complicata. Forse alcune persone dovrebbero concedermi di
essere anche fragile a volte poiché mi sento sempre di dover essere forte. Per
me, per gli altri. Ho un lato fragile e talvolta insicuro che pochi scoprono
realmente. A volte mi sento come se nessuno mi capisse fino in fondo.
Antonietta Chiodo:  Qual’è il peso
limite che hai raggiunto? Per quanto tempo arrivi a non toccare cibo?
Camilla : Peso 48 chili al momento. Posso non mangiare anche per un giorno, se mi
impegno, ma cerco di mangiare pranzo e cena sempre in maniera equilibrata.
Antonietta Chiodo:  Nel mondo il
corpo della donna viene sfruttato in vari modi, dalle mutilazioni genitali
femminili, alle culture della bellezza in alcune tribù sino allo
stiramento del seno, l’allungamento del collo, l’esasperazione della bellezza nel
mondo occidentale ecc… Cosa pensi oggi del potere che ancora gli uomini hanno
su di noi, siamo libere davvero?
Camilla: Proprio quest’anno ho potuto studiare come il corpo, nelle altre
culture e popolazioni, venga letteralmente cambiato con tantissime modifiche
fatte nei metodi più inumani e orribili possibile. Potrei citarti le donne
della popolazione dei Nuba costrette a portare un piattello labiale fin da
piccole che più è grande e più è bello e questo comporta la modifica della
bocca. O posso parlarti delle donne cinesi e dei loro piedi costretti ad essere
rigorosamente piccoli, un’altra imposizione del mondo maschile…
Effettivamente io credo che, soprattutto in alcune culture, le donne vedono la
libertà ancora molto lontana. Nell’occidente, credo invece che siamo
effettivamente più libere, ma ancora non a sufficienza. 
Antonietta Chiodo: Molti si chiedono, per quale motivo la maggior parte
delle donne che vive un disturbo alimentare siano intelligenti e dinamiche?
Camilla: E’ semplice. Vogliono arrivare alla perfezione.  Viviamo in un mondo dove apparire è meglio
che essere e dove i canoni di bellezza sono le modelle che sfilano sulle
passerelle, le braccine esili di Angelina Jolie, le gambe spolpate di Victoria
Beckham e  via dicendo. I mass media, lo
spettacolo, il mondo del cinema sicuramente non aiutano gran che.
Antonietta Chiodo:  Quanto la
psicologia può aiutare davvero una donna che rifiuta il cibo perchè non riesce
a vedere ciò che gli altri vedono… credi davvero che la medicina sia in grado
di aiutare?
Camilla: So molto dell’argomento perché mi è sempre interessato capire come il
cibo possa diventare un nemico così agguerrito e quindi ho approfondito per
conto mio l’aspetto di anoressia e bulimia (feci anche la tesina quando mi
diplomai parlando di questo argomento), ma comunque posso rispondere lo stesso
alla tua domanda. Credo che la psicologia e la medicina possano effettivamente
aiutare, ma penso che lo sforzo maggiore sia quello che viene dalla persona
“malata” in quanto sta a lei raccimolare tutte le sue forze ed
energie per combattere questo disturbo che è, ancora oggi, sempre molto
presente soprattutto tra noi giovani.
Antonietta Chiodo:  Tu dichiari
che solo una parte della Moda incita all’anoressia, ma vi fu una dichiarazione
tempo fa di Oliviero Toscani – Nella moda le donne sono sfruttate, per gli
stilisti non sono esseri umani ma semplici grucce per appendere i abiti. –  Cosa pensi di questa affermazione ?
Camilla: Forse sarò di parte poiché mi occupo di moda e quindi tendo sempre a
difenderla da pregiudizi o giudizi antichi.
Non sono assolutamente d’accordo con l’affermazione di Oliviero Toscani.
Le modelle sono una parte integrante ed essenziale per la moda, sono coloro che
devono essere capaci di portare creazioni, vere e proprie opere d’arte, se
posso permettermi, e quindi hanno un ruolo fondamentale. Prendiamo la modella
Cara Delevigne, per esempio. Ha due anni in più di me, non è assolutamente
anoressica, ha un ottimo rapporto con molti degli stilisti con cui lavora e ha
milioni di followers. Le modelle adesso sono seguite e non necessariamente solo
per il loro corpo apparentemente perfetto, ma anche per quello che fanno al di
fuori della moda. Almeno, al giorno d’oggi, per la moda di oggi, io la penso
così. Puntualizzo che Toscani usò la frase: “grucce per appendere
vestiti” e quindi io sottolineo di come lui non volesse parlare di tutte
le donne che lavorano nel campo della moda, ma si riferiva alle modelle delle
passerelle che, ahimè, ricalcano molto l’idea di anoressia. Ovviamente credo
che la frase non abbia scusanti,non doveva essere espresso un concetto così
crudo, ma io penso che la moda di ieri ha subito cambiamenti anche sul versante
modelle. Ci tengo a sottolineare ancora una volta che non tutte le donne sono
imposte ad avere un corpo anoressico, nel campo della moda ci sono diversi
settori lavorativi dove non serve essere magrissime.

Antonietta Chiodo:  Con tutto ciò che fanno le donne, tu sei una
donna del futuro, come mai non riusciamo ad imporci e voi donne di domani come
immaginate di poterlo fare?

Camilla: Io penso che molte delle donne si siano già imposte molto di più di
altre. Dipende dal carattere, spero sempre che ci siano donne sempre più forti,
ma è una forza che si assume col tempo. Io mi sento una donna abbastanza forte,
ma che ancora deve raggiungere una forza in più per affermarsi e imporsi in
varie situazioni e occasioni.
QUI DI SEGUITO
ALCUNE ASSOCIAZIONI CHE SOSTENGONO DONNE CHE SOFFRONO DI DISORDINI ALIMENTARI E OFFRONO LORO SOSTEGNO PSICOLOGICO :
ASSOCIAZIONE ABA
Via Solferino, 14 20121 Milano
Telefono: 026597440
Numero Verde: 800 165616
E-mail: info@bulimianoressia.it
ASSOCIAZIONE AIDAP
Sede Centrale Via Sansovino, 16
37138 Verona – ITALIA – Telefono 045-8103915
Fax 045-8102884 – E-mail: info@aidap.org
ASSOCIAZIONE ERIKA
P.zza Ospedale Maggiore, 3
Milano, Lombardia
Italy
ASSOCIAZIONE LIBRA
Via Grande 73, piano 1°, Livorno 57123
telefono
Valentina cell. 338 8382297   
Stefania 349 3504143
dalle 10 alle14 dal lunedì al venerdì
email info@associazionelibra.org