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“Non so più se sono…”

Un pensiero di Antionetta Chiodo di ProMosaik e.V. Italia sulla tragedia dei profughi e sulla guerra, sul marte della morte. Questa giornata di orrore la vorremmo dedicare ad AYLAN, il piccolo bambino siriano di 3 anni, morto in mare a Bodrum.
Una guerra senza sosta è combattuta nelle mia
mente ogni giorno, graffi, tagli e manca l’aria, quell’aria che manca a chi
annega, in mare. Quell’aria che manca quando hai paura e senti l’esplosione
delle bombe, corri e non hai fiato e sei solo, sei piccolo, sei solo un
bambino.

Tengo le mani schiacciate contro la mia nuca,
china nel lavandino ed il rigolo d’acqua scivola bagnando la pelle ed i
capelli, sento gli abiti umidi, ma resto lì, come le immagini di tutti i
bambini che ho osservato sino ad ora in tutti questi anni, inconsapevolmente
forse vorrei che tutto si bagnasse e si rattrappisse sino a sfaldarsi, come
accade alla carta, quando si inzuppa. Ma la morte non è così, la morte non
rattrappisce, lei resta ed ha vari nomi, Kobane, Gaza, Afghanistan e mille
ancora ed ha odore, l’odore della polvere, si, la morte ha quell’odore che
trovi nelle case abbandonate, amaro, ti addormenta le narici e ti dà la nausea.
Che articolo scriverò domani? Cosa scriverò
domani? Ancora di donne o di abusi… e devo chiamare quei profughi, gli ho
promesso quei giocattoli, tanta gente conta su di me, ma ogni mattina le
immagini sono le stesse, pazzi esaltati che corrono gridando il nome di un Dio
che non vuole uccidere nessuno, politici che fanno finta di nulla ed io mi
chiedo se la notte di nascosto si ritrovino come me ora, con la testa in questo
lavandino, gli attivisti, miei colleghi e amici che spesso si sono chiesti se
diventeremo freddi a tutto questo, ci abitueremo alle mutilazioni? Ai corpi
senza vita? Sarà la nostra fine?
Sento l’acqua che accarezza le gambe e scende
sino al polpaccio, le lacrime non spaccano quella maledetta porta, restano
chiuse qui dentro insieme a quel corpicino col viso schiacciato nella sabbia e
le onde che frustano la sua pelle, la madre è morta ed il fratellino anche,
inghiottiti da quel mare che regala strabilianti tramonti di luccichii
sull’acqua che da piccola pensavo fossero stelle cadute.
Cosa nasconde il mare? Quanta morte c’è sul fondo
del mare? Sul web spesso sono stata attaccata per avere divulgato immagini
reali, di corpi spappolati e di scrivere spesso di guerra, molta gente mi
chiede di smetterla, perché può essere pericoloso o perché noi non possiamo
fare nulla. Io non mollo, neanche di fronte al razzismo, neanche di fronte a
quei politici che dicono di rimandare indietro i barconi, forse non sanno che
ci mettono mesi prima di approdare sulle nostre coste, come puoi pensare di
rispedirli nella loro terra?
 C’è la
guerra.
Moriranno.
Molti bambini spariscono e non si sa in che mani
finiscano, possibile che a questo non ci pensino?
No, probabilmente no, ma io si, quelli con un
cuore, quelli a cui viene da piangere si, perché sono ancora umani, perché
vorrebbero gridare e con un urlo fermare tutto, perché chi come me non ha paura
di dividere il cibo in dieci invece che in tre o quattro, perché i miei figli
leggono le marche al supermercato e non vogliono mangiare un biscotto sapendo
che si producono armi per uccidere altri bambini.
Perché i bambini… vogliono solo giocare con gli
altri bambini, se fanno la guerra le armi sono finte e poi corrono a fare
merenda insieme.