General

Abuso di legalità nei confronti di un padre separato, una storia che narra la sopravvivenza di un uomo e l’impossibilità di rifarsi una vita.


By Antonietta
Chiodo, ProMosaik e.V. Italia
Un’intervista che parla
della necessità di garantire i diritti ad entrambi i genitori separati, alle
donne e madri come agli uomini che sono padri. I figli hanno bisogno di
entrambi i genitori. Il femminismo significa l’accettazione dell’altro, dell’uomo
nella società e il dialogo con questo altro maschile. E al di là di questo si
tratta di riconoscere la dignità umana nell’altro. La società la costruiamo
solo insieme, da donne forti e da uomini forti, coscienti e in dialogo tra
loro. La storia di Daniele: tra attivismo sociale e vita da vittima nella vita
privata. Daniele conclude l’intervista con Antionetta Chiodo, dicendo:
La prossima settimana
andremo ad una manifestazione in onore dei rifugiati, cammineremo scalzi, per
ricordare il contatto con la terra e la sensazione di chi ha perso tutto.
Abuso di legalità nei confronti di un padre
separato, una storia che narra la sopravvivenza di un uomo e l’impossibilità di
rifarsi una vita.
Sono stata tirata su da una donna fragile ma forte, una donna cresciuta
negli anni quaranta, costretta a lavorare dall’età di nove anni, ma in grado di
regalarsi un’immensa cultura grazie alla sua tenacia, ha cavalcato gli anni del
femminismo e si è battuta con tutte le sue forze per dare dignità alle donne e
non solo, mia madre è stata una tra le prime donne ad adottare in Italia un
bambino palestinese. Oggi si rende conto questa semplice donna di come le cose
siano cambiate e che il femminismo come diritti ha portato agevolazioni a chi
ne ha realmente bisogno, ma che forse qualcosa lungo la strada si è persa, perché
la parte femminile in occidente sente di avere raggiunto un obiettivo
attraverso l’accumulo di benessere senza rendersi conto purtroppo che la strada
è ancora lunga da percorrere soprattutto dentro se stesse.

Questa storia è totalmente italiana, parleremo dell’esperienza di un
padre separato, Daniele Gianni, nasce in provincia di Padova il 5 febbraio
1976, si trasferì poi in provincia di Venezia tempo dopo. Daniele è un ragazzo
che ha sempre dedicato la sua vita alla natura ed all’attivismo per i diritti
umani, oggi si trova personalmente a combattere una battaglia legale per la
tutela del suo primo genito, nei confronti della sua ex moglie. Da anni le
accuse di stalking ed aggressione lo hanno portato a dover appoggiarsi
legalmente ininterrottamente e percorrendo la giustizia su vari i fronti, venne
accusato di tentata violenza carnale della ex compagna, accusa smentita e poi
ritirata dalla donna stessa, gli viene data la possibilità di vedere il piccolo
una volta a settimana più un weekend ogni quattordici giorni.
Daniele G.  Il mio bambino aveva solo
tre anni quando andai via da casa, non lo dimenticherò mai, lui saltava sul
letto e mi aspettava, invece io andai via senza più tornare. Io e la mia nuova
famiglia siamo allo stremo, la mia ex moglie lavora in nero e da me percepisce
mille euro al mese, più il cinquanta per cento di spese scolastiche e ludiche,
sono tenuto a pagare anche trecentocinquanta euro di demanio all’anno dove lei
abita, ma non posso, altrimenti non riusciremmo a mangiare. L’agenzia delle
entrate è venuta a casa mia, ho provato a denunciarla, ma come posso se ho una
denuncia di Stalking e sono impossibilitato ad avvicinarmi a lei? In Italia
pochi sanno che denunciare un lavoratore in nero è praticamente impossibile, mi
fecero compilare un foglio che andò a mischiarsi con altri duecento! La guardia
di finanza mi chiarì che per mille e duecento euro al mese non si sarebbero
mossi.
 
Antonietta Chiodo “Sono anni complessi nei riguardi della relazione
tra figure maschili e femminili, forse perché diventato difficoltoso
riconoscersi in semplici persone, come vivi tu la figura femminile?”
Daniele G.  Sono d’accordo quando
definisci questo tipo di relazione sociale complessa, in passato c’erano più
ruoli sociali, la donna era l’ombra dell’uomo. Dopo le lotte femministe degli
anni sessanta la donna si trova ora ad avere più aspettative, questo è un
grande cambiamento! La chiesa anche si è staccata molto come principi ed ha
cercato di modificarsi, ora è più facile sciogliere la propria relazione dopo
il riconoscimento del divorzio. Personalmente la figura femminile la ho sempre
vissuta molto positivamente. Non vedo maschi e femmine ma persone, con più o
meno qualità, la donna nella coppia la ho sempre vissuta come un essere libero.
Ho problemi con una donna… non con tutte le donne, ho infatti più amiche che
amici uomini, mi sono ritrovato spesso a frequentare figure maschili limitate,
mentre con le donne c’è più confronto.

Antonietta Chiodo “Alle tue spalle vi è una storia complessa
causata dal tuo essere padre ed avere amato una donna che ha cercato di
controllare la tua vita sin dal primo istante cambiandoti come persona, non
solo ma anche nel rapporto con il tuo bambino. Cosa sta accadendo oggi nella
tua vita? “
Daniele G. Essere padre è il problema maggiore per me, avere amato la donna
sbagliata capita a tutti, poi la dimentichi in qualche modo e ricominci da
capo. Ma quello con tuo figlio è il legame più forte, un legame che dura per
sempre. Da anni sto con una donna che è la mia complice sento che oltre il
sesso riusciamo ad essere unici, empatici, ho accanto la mia metà senza sentire
il bisogno di dimostrare nulla, cresciamo nel confronto entrambi. Abbiamo un
bimbo, su cui però pesa questa spada vendicativa dell’economia familiare ed io
mi sento in colpa perché non sono l’unico a pagare tutto questo. Sento di
essere una vittima dei vuoti legislativi italiani, Alessio, mio figlio riesce ad
avere i pannolini grazie ad una onlus che ce li dona gratuitamente, per la
legge italiana inutile prendersi in giro, il mio secondo genito è illegittimo perché
non siamo sposati ed ha meno diritti del primo.
Antonietta Chiodo “Da tempo sei impegnato nel fronte dei diritti
umani, come vivi questa situazione trovandoti diviso tra due mondi, da
attivista a vittima di un ingiustizia?”
Daniele G. Da attivista purtroppo mi ritrovo a dedicare poco del mio tempo e questo
mi dispiace, causato dal lavoro, dalla famiglia ma soprattutto dalle numerose
battaglie legali che sto combattendo da anni. L’attivismo mi ha dato la forza
di sentirmi vivo ed utile in passato, sono io ora ad avere problemi, mi ritrovo
a combattere un conflitto interiore molto forte. Mi rendo conto che non riesco
a risolvere i miei problemi, sentivo di essere più forte lottando per gli altri
mentre ora sono ridotto ad un essere impotente che cerca di vincere combattendo
contro mulini a vento. Non è facile superare questa condizione perché ci si
ritrova spesso a ricercare diritti più appariscenti, mentre altri problemi,
come il mio fanno meno notizia, quindi non li valuta nessuno. Come chi si
suicida perché non riesce più ad andare avanti, io le chiamo ” Categorie
Invisibili”!
Un padre separato fa notizia quando rapisce il figlio o peggio ancora,
insomma, quando crea un caso mediatico. Lo trovo frustrante.
Antonietta Chiodo “Si parla spesso di diritti delle donne, tu come
uomo quali sono i diritti che senti ti siano stati negati? Nei divorzi non si
riesce a mediare, tutelando la famiglia nel suo complesso, si basa spesso il
tutto sul risvolto economico. Cosa ne pensi?”
Daniele G.  Il femminismo ha fatto
una svolta epocale, in passato le donne hanno usato tutta la loro forza per
dimostrare che erano persone libere, sono ancora lunghe le strade da percorrere
per avere pari diritti. Ancora al giorno d’oggi a livello impiegatizio è in
secondo piano, una dipendente donna può procreare quindi spesso per un datore
di lavoro è un problema, mi ritrovai in passato a difendere in tribunale una
mia collega perché donna. Alcune invece si avvantaggiano abusando di questi
diritti usandoli come armi a proprio vantaggio. Rifletti Antonietta, quante
trasmissioni vedi in tv dove vi sono donne che hanno usato violenza ad un uomo
anche solo psicologicamente? Quante trasmissioni o quanti articoli leggi su
padri strangolati a cui è stato tolto il diritto di vivere o rifarsi una
esistenza? Sono ostaggio di una situazione che mi toglie anche il diritto di
sopravvivere, non posso mettere da parte nulla e siamo sul lastrico.
Antonietta Chiodo “Quanto ti manca il tuo bambino ed Alessio come
vive questa situazione?”
Daniele G.  Il mio bimbo mi manca da morire,
per fortuna la mia compagna, Chiara mi dà la forza di lottare ed andare avanti.
Ho ancora un ricordo indelebile di ciò che accadde cinque anni fa, le mie
parole verso mio figlio che non comprendeva cosa stesse accadendo – Io vado via
da questa casa, non da te.-
Gli è stato negato il diritto di avere un fratello, un bimbo vivace come
Alessio non vede l’ora che arrivi suo fratello per giocare con lui, con lo
sguardo ti fa capire che il problema è solo degli adulti, sarebbe tutto più
semplice se pensassimo come loro. La prossima settimana andremo ad una
manifestazione in onore dei rifugiati, cammineremo scalzi, per ricordare il
contatto con la terra e la sensazione di chi ha perso tutto.