General

Lavoro minorile in calo in Ecuador

di Serena Pongratz, amerika21, 31/8/2015
Tradotto da Milena Rampoldi, ProMosaik e.V.

La maggior parte dei bambini lavora in
agricoltura, nell’allevamento o nel settore commerciale

Foto andes.info.ec

Quito. Il lavoro minorile in Ecuador
negli ultimi 12 anni è diminuito dal 15,4 al 2,6 percento. Ecco il risultato di
uno studio dell’istituto di statistica del paese sudamericano, facente
riferimento a dati dal 2001 al 2013.

Al momento dunque sono circa 360.000 i bambini e giovani al di sotto dei 18
anni a lavorare in particolare in agricoltura, nell’allevamento e nel settore
del commercio. I bambini e i giovani che lavorano nell’economia domestica,
nella maggior parte dei casi senza ottenere alcuna retribuzione, non sono
rilevati nel contesto dello studio.
Secondo Gran Leivit, il rappresentante del Fondo delle Nazioni Unite per
l’Infanzia, questo miglioramento va ricondotto al ruolo regolatore dello Stato
e delle sue leggi per la protezione dei diritti dei bambini. Leivit in questo
contesto afferma: “Questo dato rispecchia l’impegno e la politica dello
Stato che persegue lo scopo di eliminare completamente il lavoro minorile dal
settore produttivo, sia pubblico che privato. Si richiede anche la sensibilizzazione
dei genitori che ad esempio usano la forza lavoro minorile sui campi. La
situazione lavorativa e il livello di formazione dei genitori sarebbero le
“abitudini sociali” decisive per combattere il lavoro minorile.
Negli anni 1990 i controlli e la regolamentazione mancanti sul  mercato del lavoro hanno contribuito
notevolmente all’aumento del lavoro minorile visto che i bambini venivano
impiegati come forze lavoro a buon mercato e venivano dunque sfruttati, come
mette in rilievo Alison Vasconse, una delle autrici dello studio. Il
cambiamento raggiunto negli ultimi anni si baserebbe innanzitutto su tre
fattori: da una parte sulla crescita economica e sulla stabilità, dall’altra
sul miglioramento del sistema dell’istruzione ed infine sulla presenza più attiva
dello stato che mediante controlli, regolamenti legislativi e accordi con le
imprese ha mostrato la propria volontà di combattere il lavoro minorile.

Di conseguenza, ai sensi del diritto del lavoro ecuadoriano attualmente in
vigore, il lavoro per i bambini e i giovani al di sotto dei 15 anni, è vietato.
I giovani che hanno superato l’età di 15 anni possono lavorare al massimo per
sei ore al giorno e non oltre le 30 ore settimanali.
Lo studio dell’istituto statistico inoltre mostra un collegamento tra povertà e
lavoro minorile. Nelle regioni periferiche più povere del paese infatti
lavorano cinque volte più bambini e tre volte più giovani che nelle città.
Quali provvedimenti per contrariare il fenomeno, gli autori dello studio
propongono la creazione di programmi sociali in queste regioni minacciate.
Mettono in rilievo che i bambini non solo devono smettere di lavorare, ma anche
essere inseriti nel prossimo livello del sistema educativo e devono ottenere
l’accesso al sistema sanitario nazionale.